Diocesi / Arturo Grasso ordinato sacerdote, la prima Messa nella “sua” Santa Maria degli Angeli

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Ancora una volta la Basilica Cattedrale, la chiesa madre della Diocesi di Acireale, ha visto un suo figlio diventare sacerdote. È successo giovedì 6 luglio e l’eletto è proprio un giovane cresciuto ad Acireale, Arturo Grasso, della parrocchia S. Maria degli Angeli. Il rito di ordinazione è stato presieduto dal Vescovo, mons. Antonino Raspanti con la presenza di tanti sacerdoti e naturalmente dei familiari, i parenti e gli amici.

Il novello sacerdote ha 32 anni; prima dell’ingresso in Seminario ha conseguito la maturità classica e poi la laurea in Scienze agrarie. La vocazione è nata nel contesto parrocchiale, servendo all’altare da ministrante, attraverso la frequenza ai sacramenti e in particolare grazie alla devozione alla Madonna, che nella parrocchia di piazza Cappuccini è venerata sotto il titolo di Maria Bambina.

C’è da dire che il sacerdozio è per don Arturo un “affare di famiglia”! Il suo bisnonno materno, infatti, aveva quattro fratelli sacerdoti, Marcantonio, Gaetano, Leonardo e soprattutto Agatino Leonardi, noto musicista, che per tanti anni resse la chiesa di S. Maria degli Angeli e si prodigò per la diffusione del culto a Maria Bambina. Altro legame di sangue con fra’ Samuele, diacono francescano che visse molti anni nel convento di S. Biagio, e che era fratello di suo nonno materno. Nel solco di questa continuità, inevitabilmente affascinato dalle figure degli antenati sacerdoti, don Arturo ha compiuto il suo lungo percorso di preparazione che è culminato con l’ordinazione presbiterale.

Nella sua omelia, il Vescovo ha preso spunto dalla prima lettura, il racconto del sacrificio di Isacco, per dire che la vita del presbitero è una prova, come lo fu per Abramo, ma che serve a raggiungere una maggiore intimità con Dio. Da questa conoscenza superiore, ne proviene che il sacerdote non è anzitutto colui che fa le azioni sacre ma piuttosto colui che è costituito nel rapporto con Cristo, perché interiormente conformato a Lui.

Sabato 8 il novello sacerdote ha celebrato la sua prima messa, naturalmente nella chiesa S. Maria degli Angeli, e il passato di don Arturo si è fatto presente attraverso il calice da lui usato. Esso, infatti, apparteneva ai suoi prozii sacerdoti, che l’avevano ricevuto in eredità da altri antenati sacerdoti. L’ultimo a celebrarvi la messa fu il Can. Agatino nel 1982, pochi giorni prima della morte. Nel frattempo il calice è stato custodito dallo zio di don Arturo, nella dimenticanza degli altri familiari, in attesa di essere consegnato al primo parente che avesse abbracciato la vita sacerdotale. L’eredità, dunque, è toccata a don Arturo che ha scoperto in questo frangente l’esistenza del calice e ovviamente si impegna e si augura di poterlo un giorno consegnare a un altro familiare che segua la sua stessa strada.

Ora, però, è tempo di guardare avanti. E il futuro immediato di don Arturo si chiama New York. Sì, proprio gli Stati Uniti: per iniziativa del Vescovo, infatti, il novello sacerdote svolgerà il suo ministero per due mesi in una parrocchia americana. Lì potrà fare una esperienza sicuramente arricchente, potrà perfezionare l’inglese e acquisire nuove competenze. Al suo ritorno, dovrà completare gli studi per conseguire la licenza in teologia pastorale presso la Facoltà teologica S. Giovanni di Palermo e sarà a disposizione della Chiesa che lo ha condotto al sacerdozio e che adesso si aspetta di essere servita da lui con la carità del buon pastore.

don Alfio Privitera

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