Il servizio per la pastorale giovanile della Diocesi di Acireale conclude il suo anno pastorale e lo fa organizzando una grande festa per i giovani, con ospiti d’eccezione che hanno reso la serata un tripudio di preghiera e colori tra piedi in cammino e pennelli nelle mani.
Il cammino notturno / Il tema
Arte e fede sono stati i protagonisti di questo momento pensato per tutti i ragazzi della diocesi, che si sono ritrovati a Presa nella tarda serata di sabato 13 luglio. Oltre 200 i volti presenti, giovani che da ogni parte della diocesi si sono incontrati sotto lo stesso cielo per camminare insieme a mons. Raspanti, recitando il rosario e vivendo nella gioia dello stare insieme.
Il cammino notturno per i giovani quest’anno mette al centro il tema della luce e dai colori. Il cammino si afferma come occasione di crescita spirituale ma anche come momento per incontrarsi e fare fraternità con le varie realtà diocesane. L’evento si configura come uno dei più partecipati, grazie alla solerzia di tanti sacerdoti che credendo in una pastorale giovanile attiva coinvolgono le proprie parrocchie alla partecipazione.
Anticipando il tema “pellegrini di speranza“ scelto per il Giubileo 2025 la pastorale giovanile intende dare il primo segnale di preparazione a questo importante evento. Proprio ai giovani si rivolge Papa Francesco nella bolla di indizione giubilare, rendendoli veri responsabili di una speranza che deve essere sempre stimolata affinché arda nei cuori.
Cammino, colori e giovani sono quindi i tre pilastri pronti a sorreggere il prossimo Giubileo che vedrà a Roma, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto del prossimo anno, milioni di ragazzi.
La riflessione di don Orazio Sciacca / La consegna delle sacche del pellegrino
Così don Orazio Sciacca si rivolge ai giovani nella sua introduzione al primo momento e dopo aver consegnato loro le sacche del pellegrino, simbolo di questo cammino.
“Quante volte ci siamo ritrovati a camminare nel buio, a fari spenti nella notte del cuore?
Oggi, come comunità, facciamo esperienza reale di questa sensazione vissuta, accompagnati dalla piccola luce delle nostre torce, piccola guida nella notte.
Spesso siamo costretti a vivere il buio, ma sicuramente nessuno ci trattiene dalla possibilità di cambiare la nostra posizione nel viaggio della vita! Dobbiamo trovare il coraggio di partire, di dare una svolta, cambiare direzione e lo facciamo anche accompagnati dal dono che abbiamo ricevuto: la sacca del pellegrino!
All’interno portiamo tutto il necessario per il viaggio della vita, ma troppo spesso è piena di tutti i momenti negativi, di sconforto, di guerra interiore, e diventa troppo pesante e difficile da portare con sé. Ma siamo chiamati a percorrere l’oscurità con la viva Speranza di trovare la Luce vera!! Così anche da svuotare la sacca dalla negatività e riempirla solo del necessario per portare a compimento il nostro viaggio! Stanotte, così come riportato dal tema del prossimo Giubileo, siamo Pellegrini di Speranza, siamo invitati a trovare in noi questa virtù, fondamentale nella vita di ogni cristiano“.
Passo dopo passo i giovani hanno potuto recitare il Santo Rosario insieme al vescovo Raspanti, guidati dalle brevi riflessioni di alcuni dei seminaristi della diocesi presenti all’evento. Vocazione e comunione, gioia e fraternità sono i cardini di questi momenti che vedono nella collaborazione con il Seminario un segno tangibile della sinodalità.
La testimonianza dello street artist Igor Scalisi Palminteri / la bellezza salva il mondo
Il cammino dei giovani ha raggiunto la sua prima tappa al Santuario all’aperto di Vena. La Via Matris ha fatto da cornice a questo momento di preghiera, preceduto dalla testimonianza dello street artist Igor Scalisi Palminteri. “Di che colore è la tua anima?” chiede rivolgendosi ai giovani, prima di raccontare la sua “missione del bello”, vivo impegno a rendere l’arte strumento per condividere bellezza e rigenerare luoghi che, da Caivano a Palermo, non spiccano per giustizia sociale.
Palminteri, venuto agli onori della cronaca per i suoi murales urbani, ha raccontato la sua esperienza di artista di strada che ha attraversato l’Italia coi suoi colori, per riportare il valore del bello che cura. Nessuno viene lasciato da solo in un mondo che fa della bellezza la sua bandiera.
“Dipingo sui muri e racconto le storie toccanti della vita. Ogni pennellata è un riflesso di esperienze vissute di gioia e dolori. I muri diventano pagine di un diario aperto dove ogni spettatore può leggere e sentirsi parte di quelle storie. Dipingere è raccontare cosa significa dare voce a chi non ha voce“. L’invito che l’artista ha rivolto ai giovani presenti, in attento ascolto, è quello di tornare al senso di comunità rimettendo al centro l’assunto per il quale solo lavorando insieme si può camminare veloci e sicuri.
La riflessione di mons. Raspanti / Costruire la propria storia con Cristo
Il momento dell’Adorazione Eucaristica, partecipata nel silenzio e nella preghiera, ha visto il vescovo di Acireale rivolgersi ai giovani con parole accorate e sincere alle quali ha affidato la sua riflessione, improntata sull’importanza del reciproco rispetto e della vicinanza nelle relazioni umane e spirituali.
“Abbracciarsi e toccarsi, come fece Gesù con il cieco, simboleggia un profondo legame e un cammino condiviso verso la conoscenza e la fede. Il processo del “dare la vista” rappresenta il lento ma significativo percorso di crescita interiore e di scoperta di sé, facilitato dalla guida di Dio- ha poi proseguito il vescovo Raspanti – costruite la vostra storia con Cristo, trovando in essa la vostra identità e felicità“.
La festa giovani / Laboratorio musicale e artistico
Ultima tappa del cammino è stato il Santuario della Madonna di Vena. Conclusa l’Adorazione Eucaristica ai presenti è stato fatto dono di uno starlight e ancora una volta mantenendosi in cammino viene raggiunto il Santuario. Al suo interno un momento di preghiera e ringraziamento alla Madonna, che ha guidato ed accompagnato i giovani nel loro breve ma intenso tragitto. La conclusione del momento di preghiera, a cui si è aggiunto anche il vicario generale mons. Agostino Russo, ha segnato l’inizio della festa.
Animata da don Cosimo Gangemi, che ha curato il laboratorio musicale, ha avuto il via il momento di sorrisi e divertimento. Una vera festa della musica, in cui ritrovare la gioia dell’essere ragazzi, ballando e divertendosi insieme. Igor Palminteri ha invece inaugurato il laboratorio artistico coinvolgendo i ragazzi nella realizzazione di una tela che solo diventando frutto di una corale collaborazione è stata testimonianza di quel desiderio di lavorare insieme fondamentale in una società rinnovata ed inclusiva. In corso di ogni faticoso cammino, ha insegnato questa esperienza, l’essere giovani è incentivo ad imparare a lavorare insieme, riempiendo il mondo dei colori che appartengono a quell’età meravigliosa in cui sperare equivale a vivere davvero.
Chiara Costanzo