Diocesi / Don Albarello al convegno pastorale. “Una fede in grado di dare credito alla vita e a Dio”

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Il tavolo dei lavori

Nel salone della parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”, dal 17 al 19 novembre, si è svolto il convegno pastorale diocesano ‘Con Gesù sulle strade dell’uomo’: straordinaria partecipazione di uomini e donne appartenenti a varie associazioni cattoliche.

Il tavolo dei lavori
Il tavolo dei lavori

Il convegno si è aperto con canti sacri e la lettura del brano sull’incontro di Gesù con due discepoli nella strada per Emmaus, a cui ha fatto seguito una profonda riflessione del vescovo, mons. Antonino Raspanti, e una preghiera al Padre per il convegno, perché nel Signore della vita l’uomo possa scoprire “la realtà di un nuovo umanesimo, capace di trasformare il mondo.”

Essenziale la relazione di don Duilio Albarello della diocesi di Mondovì, vertente sul significativo tema “Testimoniare l’umanità della fede. Un’opportunità e un compito per la comunità ecclesiale”,

in vista del quinto convegno ecclesiale nazionale del novembre 2015 a Firenze, incentrato su“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, sulla scia del pensiero innovativo di Papa Francesco.

Analizzata l’attuale età dei social network e della tecnologia ad alto livello, focalizzata la crisi, specificamente, dal 2008 ad oggi, antropologica, con relativo fallimento della concezione neoliberista, il relatore sviluppa la teoria dell’alleanza tra tecnica ed economia con il conseguente principio dell’utilitarismo nei suoi vari risvolti, problematici, che, se determinano la crescita della qualità della vita da una parte, dall’altra, creano uno spazio neutrale nei confronti del bene e della giustizia, con relativo consenso incondizionato. La parola d’ordine economia diventa programma di vita perseguito a qualunque livello. La cultura del social network sfocia in una relazione fluida, senza legami, senza accogliere responsabilità: semplice prestazione, finché conviene. Il “godimento” illimitato a tutti i livelli, persino nella ricerca spirituale.

Il pubblico nel salone della parrocchia Cuore Immacolato di Maria
Il pubblico nel salone della parrocchia Cuore Immacolato di Maria

Don Duilio argomenta che il criterio flessibile orienta anche le istituzioni, dal momento che “la struttura forte è percepita come una prigione”. Nel lavoro, precarietà del sistema. Il rapporto con il sacro si concepisce senza appartenenza ad un legame, ad una chiesa, con la preferenza di un percorso personale, religione “fai da te”. Nelle famiglie, civilmente, il divorzio, quanto più facile possibile.

Quale è la terapia? Don Duilio consiglia d’interrogarsi come la comunità cristiana sia in grado di relazionarsi a Cristo, per scoprire la via da seguire, per trovare ciò che diventa credibile, ovvero una fede in grado di dare credito alla vita e a Dio, lottando contro la depressione diffusa negli ambienti e la mancanza di speranza. In primo piano mette l’umanità eccedente di Gesù, che privilegia il rapporto filiale con il Padre: “Il mio cibo è fare la volontà del Padre”; questa non è misteriosa, è agape, dedizione del dono di sé, amore, libertà risorta, compimento pieno della sua umanità. Prospettiva offerta a tutti gli uomini e le donne, che vogliono simile dinamica. Gesù ha aperto il cammino della fede, portandolo al compimento. E’ una libertà capace di sottrarsi al principio dell’utilitarismo, in nome di Cristo: segue la logica del dono, del servizio e del perdono; testimonia il Vangelo nella sua immediatezza.
In sintesi, l’umanità della fede è sapienza da condividere con tutti.

                                                                                                     Anna Bella

 

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