Diocesi / Don Lanzafame, 30 anni entusiasmanti alla guida dell’Ufficio Insegnamento della religione cattolica

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Don Vincenzo Lanzafame, lascia la guida dell’Ufficio dell’Insegnamento della Religione Cattolica e della Pastorale scolastica della Diocesi, per fare posto a don Sebastiano Raciti, parroco della chiesa San Paolo, nonché direttore spirituale regionale dell’Azione Cattolica.
Il cambiamento era già nell’aria e si è concretizzato in occasione del consueto incontro dello scambio di auguri di Natale dei docenti di religione, quando il vescovo Nino Raspanti ne ha dato ufficialmente notizia.padre Lanzafame
Trent’anni di incarico in cui don Vincenzo è stato l’indiscusso protagonista e il sensibile testimone dei cambiamenti, anche radicali, che il docente di religione ha dovuto affrontare a partire dalla Prima Intesa del 1985, passando dalle Tre Intese dell’85 -90- e sua revisione e dalla Nuova Intesa del 2012. Anni di trasformazioni così profonde della società, da ripercuotersi sia sul ruolo del docente di religione, sempre più inserito nel quadro delle finalità della scuola, che sulla sua formazione professionale. Gli effetti più tangibili di questo cambiamento sono stati indubbiamente la modifica dei titoli di accesso all’insegnamento e il concorso per l’immissione in ruolo. Padre Lanzafame ha esercitato il suo ruolo con competenza, passione e umiltà, grandi qualità che ha mostrato soprattutto nel delicato compito di assegnazione di incarichi e supplenze dove, vero e proprio pioniere, è stato il primo a fare uso della graduatoria, quale strumento di chiarezza e di imparzialità. Ciò gli ha valso l’apprezzamento della CESI (Conferenza Episcopale Siciliana) che gli ha assegnato l’incarico di responsabile regionale dell’IRC per la Sicilia.

– Don Vincenzo, come definirebbe questi anni?

“Un’avventura piacevole, anche se rischiosa. Devo ringraziare madre natura di avermi dato questo carattere, perché altrimenti non avrei potuto svolgere per tutto questo tempo un incarico tanto delicato, assegnatomi nel lontano 1986, dall’allora vescovo, mons. Bacile”.

– Come è giunto a questo incarico?

“Io ho percorso tutte le tappe: sono stato vicepreside ed anche preside incaricato al Magistrale. Ho avuto la fortuna di avere accanto un dirigente meraviglioso, Nino Leotta, il quale si fidava ciecamente di me e mi ha consentito di maturare un’esperienza non indifferente sul piano organizzativo scolastico. Da qui ad applicare gli stessi criteri all’Ufficio dell’IRC il passo è stato breve, anche se difficile. Ricordo che alcuni vescovi non gradivano che venisse fatta una graduatoria, in quanto ritenevano preminente il mandato del vescovo ”.

In tutti questi anni come ha visto crescere la figura del docente di religione?

“All’inizio i docenti erano paurosi e titubanti. Io li ho seguiti molto, organizzando frequenti riunioni in cui mi è stata di grande aiuto Barbara Condorelli, con la quale mi sono sempre confrontato. Man mano il docente è diventato sempre più preparato, formato e competente e questo gli ha consentito di sviluppare una professionalità che ha dato grande dignità al suo ruolo”.

– Qual è il ricordo più bello di questi anni?

“Il sorriso dei docenti. Abbiamo creato un rapporto basato sull’amicizia e sul rispetto reciproco”.

– E quello più brutto?

“Non ce ne sono stati. Forse il disagio di intervenire con qualche docente a motivo del suo comportamento professionale”:

– Come ha appreso del cambio di guardia?

“Da tempo avevo manifestato al vescovo la volontà di lasciare l’incarico, perché una mia ulteriore permanenza avrebbe tolto la possibilità a qualcun altro di formarsi adeguatamente. Era necessario fare spazio. Il giorno in cui sono stato convocato dal vescovo ho trovato ad attendere anche padre Raciti ed ho chiesto, candidamente, chi dei due dovesse entrare per primo. Mi sono sentito rispondere: “Ma entrambi!” E lì ho capito. Il vescovo non poteva fare scelta migliore. Padre Raciti ha il mio carattere, è stato docente al Seminario, è buono e paziente e sarà supportato egregiamente da Barbara Condorelli che, nel frattempo, è stata nominata vice direttore. Il giorno dopo avere appreso la notizia mi sono affrettato a spedire al vescovo una piccola torta con la scritta: Bravo- Grazie, perché mi sento felice delle scelte fatte”.

– E’ sereno?

“Me ne vado serenamente, perche penso che il terreno sia stato ben coltivato”.

E certamente è così, se don Vincenzo Lanzafame è stato definito, da una commossa Barbara Condorelli, nel suo discorso di commiato: Padre, Maestro, Guida e Amico.

Mariagrazia Patanè

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