Diocesi / Don Sebastiano Guarrera ordinato presbitero: “Affido alla protezione della Madonna il mio ministero sacerdotale”

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Il canto d’ingresso ‘Salga a Te, Signore …’, eseguito durante la processione introitale verso l’altare maggiore, ha introdotto, nella Basilica Cattedrale ‘Maria Ss. Annunziata’ di Acireale, la cerimonia di ordinazione sacerdotale del diacono Sebastiano Giovanni Guarrera, della comunità parrocchiale ‘Maria Ss. Immacolata’ di Dagala del Re, frazione di Santa Venerina.
La solenne concelebrazione, animata dai canti sacri eseguiti dalla corale polifonica parrocchiale di Dagala, si è svolta nel rispetto della normativa che obbligava agli ingressi contingentati in chiesa.
Ad introdurre la cerimonia, presieduta dal vescovo mons. Antonino Raspanti, alla presenza del vicario generale mons. Giovanni Mammino, di alcuni sacerdoti diocesani, della comunità del Seminario vescovile con il rettore sac. Marco Catalano, nonché dei familiari dell’ordinando, era il parroco della parrocchia dagalese, sac Santo Leonardi, che tratteggiava la figura del giovane don Sebastiano, candidato al ministero del sacerdozio in Cristo, unico Sommo Sacerdote e dispensatore dei disegni di Dio sugli uomini.
La vocazione sacerdotale di don Sebastiano si sviluppa nel tempo con il discernimento maturato proprio con la frequenza nella comunità parrocchiale di Dagala, che lo ha sempre sostenuto con la preghiera. L’augurio che il parroco rivolgeva nell’occasione a don Sebastiano è che egli sia sacerdote che con la propria vita emani il profumo di Cristo. Don Santo non dimenticava di ringraziare la famiglia di don Sebastiano, che offre al Signore il suo frutto  più bello, nonché al di lui defunto papà che sicuramente gioisce dal cielo per questo evento.
Dopo la proclamazione della Liturgìa della Parola, era il momento della presentazione dell’eletto al vescovo: il rettore del Seminario sac. Marco Catalano, a nome della Chiesa Universale, chiedeva che l’eletto fosse  ordinato presbitero e ne attestava l’idoneità attraverso le informazioni raccolte presso coloro che ne hanno progressivamente curato la formazione spirituale e presso il popolo santo di Dio.
Nell’omelìa, il vescovo, prendendo spunto dalla pericope evangelica di Luca, nella quale Gesù ‘mangia la Pasqua’ con i Suoi discepoli prima di consegnarsi alla morte in croce, evidenziava come il presbitero deve essere ‘come colui che serve’, sulle orme di Cristo Signore, particolarmente nella società attuale, caratterizzata da eccessi e contraddizioni ma anche da ostentazioni di forza di fronte all’impotenza a cambiare le cose. Nella necessaria serietà dell’impegno e nella libertà delle proposte pastorali, nella seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo apostolo alla Chiesa di Efeso, il presbitero è tratteggiato come colui che deve rivestirsi di umiltà: mansuetudine e fraternità con i confratelli presbiteri e anche con il popolo di Dio di cui è chiamato ad essere pastore e guida.
Avevano, poi, inizio i riti di ordinazione, nei quali l’eletto faceva la propria manifestazione di volontà ad assumere l’impegno al servizio dei fratelli, con la proclamazione della Parola di Dio e la celebrazione del sacrificio eucaristico, in unione a Cristo, unico Sommo Pastore.
L’eletto faceva anche la promessa di filiale rispetto al vescovo in carica ed ai suoi successori. Il canto delle Litanìe dei Santi e l’imposizione delle mani sul capo dell’ordinando, da parte del vescovo e dei presbiteri presenti, ad invocare su di lui la discesa dello Spirito Santo, precedevano la preghiera di ordinazione, con la quale l’eletto diveniva sacerdote, cooperatore dell’ordine episcopale e fedele dispensatore dei divini misteri. Don Sebastiano veniva rivestito degli abiti sacerdotali (stola e casula) e riceveva in consegna le offerte del popolo santo per officiare il Divino sacrificio eucaristico.
Prima della conclusione della messa, don Sebastiano esprimeva i propri ringraziamenti, anzitutto al Signore, datore di ogni bene, ed ancora a tutti coloro che lo hanno nel tempo accompagnato con il sostegno della preghiera. Egli affermava che la Grazia di Dio, che ha ricevuto per merito di Dio e della Chiesa, è qualcosa di grande, di immeritato: diventare presbitero significa assumere l’impegno a prendersi cura del gregge cui si è preposti. Ringraziamenti anche al vescovo, strumento dello Spirito Santo, a tutta la comunità ecclesiale di Santa Venerina, ai formatori ed ai compagni del Seminario, ma anche alle Suore ‘Ancelle di Gesù Sacerdote’, che dei sacerdoti si prendono costantemente cura.
Grazie anche ai docenti dello Studio Teologico San Paolo, nonché ai sacerdoti padre Cardillo e mons. Donzuso, che lo hanno particolarmente aiutato nel tempo, ma anche ai parroci che si sono succeduti nella comunità parrocchiale dagalese, in primis don Agostino Russo, che gli impartì la Prima Comunione, ma anche al successore don Giuseppe D’Aquino ed all’attuale parroco sac. Santo Leonardi. Un ringraziamento anche alle parrocchie ‘Sant’Isidoro agricola’ di Giarre e Cattedrale di Acireale, dove don Sebastiano ha svolto i periodi di tirocinio pastorale, ma anche un saluto alla comunità ‘Gesù Lavoratore’ di Giarre, ove egli è destinato come vicario parrocchiale. Ringraziamenti anche ai social ed alla TV che hanno permesso di raggiungere anche tanta gente non presente alla cerimonia. Un pensiero non poteva mancare per i familiari ed i parenti che lo hanno sostenuto con preghiere ed affetto, verso la scelta del servizio sacerdotale.
Infine, un ringraziamento particolare a Dio ed alla Vergine Maria, che don Sebastiano ha sempre considerato preziosi sostegni nella vita e nel percorso verso il ministero sacerdotale che egli ora affida devotamente, insieme con quello di tutti i presbiteri, alla celeste protezione della Vergine Immacolata, Patrona della sua parrocchia d’origine.

Nando Costarelli

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