Sembrava già vescovo a tutti gli effetti, don Guglielmo Giombanco, alla fine dell’assemblea in Cattedrale nel corso della quale, il 1° febbraio scorso, era stato dato l’annuncio della sua elezione a Vescovo di Patti.
Indossava, infatti, la croce pettorale, donatagli da mons. Giuseppe Malandrino (il vescovo che lo ha ordinato sacerdote nel 1991) e lo zucchetto rosso paonazzo, messogli sul capo dallo stesso mons. Malandrino che gli ha donato il suo. Gli mancavano solo la mitria (che gli è stata donata qualche giorno dopo dalla comunità parrocchiale di San Michele), il bastone pastorale e l’anello: sono questi i simboli dell’autorità episcopale che gli verranno consegnati durante la cerimonia di ordinazione (o consacrazione) episcopale, che si svolgerà il prossimo 20 aprile nel Santuario della Madonna di Tindari.
Don Guglielmo (chissà per quanto tempo ancora continueremo a chiamarlo così, data la conoscenza e l’amicizia che a lui ci legano da vecchia data) è l’ultimo vescovo, in ordine di tempo, che la diocesi di Acireale ha “donato” alla Chiesa universale dalla sua istituzione ad oggi. Vediamoli brevemente, a cominciare da mons. Salvatore Bella, originario di Acicatena, che prima di diventare il terzo vescovo di Acireale nel 1920, fu vescovo di Foggia dal 1909 in poi. Abbiamo poi mons. Giovanni Pulvirenti, nato ad Aci Sant’Antonio, vescovo di Anglona-Tursi dal 1911 al 1922 e successivamente di Cefalù fino al 1933. Originario di Sant’Alfio (quando era ancora frazione di Giarre, nel 1855) era mons. Sebastiano Nicotra, che tra il 1916 ed il 1928 fu nunzio apostolico in Cile, in Belgio, in Olanda e in Portogallo. Era invece propriamente giarrese mons. Carmelo Patanè, prima vescovo di Otranto (dal 1918 al 1930) e successivamente arcivescovo di Catania, fino al 1952. E come non ricordare mons. Angelo Calabretta, acese (platanese, per l’esattezza), che per circa 35 anni fu vescovo di Noto (dal 1936 al 1970). Nel 1961 viene nominato vescovo titolare di Binda e inviato come nunzio apostolico in Cile mons. Gaetano Alibrandi, originario di Castiglione di Sicilia e già in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana; verrà poi successivamente nominato in Libano e in Irlanda, fino al 1989.
E arriviamo agli anni ’70 del secolo scorso, con i due vescovi che prima di uscire dalla nostra diocesi furono ausiliari di mons. Pasquale Bacile: mons. Ignazio Cannavò (originario di Fiumefreddo), già vicario generale, nominato vescovo nel 1970 e rimasto nella nostra città fino al 1976, quando fu trasferito a Messina in qualità di coadiutore con diritto di successione, divenendone poi arcivescovo dal 1977 al 1997; e mons. Giuseppe Costanzo, originario di Carrubba di Riposto, nominato ausiliare mentre era rettore del Seminario vescovile nel 1976, quindi assistente generale dell’Azione Cattolica dal 1978 al 1982, poi vescovo di Nola dal 1982 al 1989, ed infine arcivescovo di Siracusa dal 1989 al 2008, di cui è attualmente emerito. Anche Pio Vigo, acese purosangue, da vicario generale nel 1981 viene nominato ausiliare del vescovo di Catania, per diventare poi titolare di Nicosia dal 1985 al 1997 e successivamente arcivescovo di Monreale fino al 2002, anno in cui torna ad Acireale, mantenendo il titolo personale di arcivescovo; è emerito dal 2011. Nel 1983 viene nominato vescovo un altro acese, mons. Paolo Romeo, che già si trovava in attività presso il Servizio diplomatico della Santa Sede; viene inviato come nunzio apostolico ad Haiti, e poi in Colombia, in Canada e infine in Italia e San Marino (fino al 2006); nominato quindi arcivescovo di Palermo, nel 2010 Benedetto XVI lo crea cardinale (il primo acese); divenuto emerito nel 2015, è tornato a risiedere nella nostra città. Nel 2002 è un altro vicario generale, anche lui acese, che diviene vescovo di Ragusa: mons. Paolo Urso, anche lui rientrato nella nostra città da quando è divenuto emerito, nel 2015.
E infine, nel 2011, è il turno del catenoto mons. Giuseppe Sciacca, già in servizio a Roma come prelato uditore della Sacra Romana Rota, che viene nominato titolare di Vittoriana e segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; vescovo titolare di Fondi nel 2012, nel 2013 papa Francesco lo nomina segretario aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica e nel 2016 ne diviene segretario.
Sono dodici, per l’esattezza, i vescovi originari della nostra diocesi che hanno svolto la loro attività pastorale non solo in Italia, ma anche in varie parti del mondo. Anche mons. Guglielmo Giombanco – ne siamo sicuri – saprà ben figurare in questo nutrito elenco.
Nino De Maria