Diocesi di Acireale / Festa dei maturandi, simboliche penne ai giovani verso la maturità

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La scuola si appresta alla sua conclusione e per i giovani maturandi della diocesi di Acireale si avvicina sempre più il momento dei tanto temuti esami di maturità: penne, dizionari, appunti sparsi ovunque riempiono le scrivanie come formule ed autori riempiono le menti degli studenti. Croce e delizia di centinaia di giovani uomini e donne, la maturità è una tappa fondamentale che segna il confine tra l’adolescenza e l’età adulta.

E seppure per tanti sarà una “notte di lacrime e preghiere” e per altri la certezza è quella che “la matematica non sarà mai il mio mestiere”, come cantava Venditti nella canzone che è diventata inno di intere generazioni, è impossibile non pensare a questo momento come ad uno dei principali punti di svolta nella vita. Ad accompagnare i giovani ad oltrepassare la prova della maturità che, come il Rubicone di romana memoria, segna una passo decisivo verso il futuro si offre la Diocesi di Acireale. Attraverso il servizio per la pastorale giovanile guidato da don Orazio Sciacca, l’invito rivolto agli alunni delle scuole ricadenti sul territorio diocesano è alla consueta Festa dei Maturandi, tra riflessioni e penne donate.

Darsi al meglio della vita / una festa per i maturandi della Diocesi

La festa, organizzata in collaborazione con la pastorale scolastica, ha messo al centro il tema “Datevi al meglio della vita!”, ispirandosi al 143° passo della Christus Vivit, l’esortazione apostolica che Papa Francesco ha rivolto ai giovani nel corso del 2019. “Gli esami sono un momento cruciale nella vita di uno studente perché segnano il passaggio dalla scuola superiore al mondo universitario o lavorativo – dice don Orazio Sciacca, direttore della Pastorale giovanile di Acireale –. In questa fase, ogni incoraggiamento è prezioso. Una penna può sembrare un oggetto banale, ma può diventare un simbolo di fiducia e di speranza, ricordando agli studenti che non sono soli in questa sfida”.

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Alle parole di don Orazio hanno fatto seguito quelle della professoressa Barbara Condorelli, direttrice dell’ufficio per la Pastorale scolastica: “Sapere che qualcuno ha pensato ai ragazzi e ha voluto contribuire al loro successo può aiutare gli studenti a sentirsi parte di una rete di supporto più ampia, che comprende insegnanti, genitori e l’intera comunità scolastica”.

Acireale e la Festa dei Maturandi / Le penne simbolo in vista della maturità

La struttura della festa, che si è svolta in orario mattutino nella parrocchia Gesù Lavoratore di Giarre e nel tardo pomeriggio nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria di Acireale, è semplice ma dinamica. Gli studenti, nella maggior parte dei casi accompagnati dai propri professori, sono stati accolti in chiesa dove la festa ha avuto inizio con un karaoke collettivo, che ha visto i giovani invitati ad intonare le note delle canzoni più conosciute dello scorso festival di Sanremo. A seguire il divertente appello di benvenuto, durante il quale le scuole sono state chiamate ed i propri alunni incitati a farsi sentire ed a mostrare la propria contagiosa gioia tra cori ed applausi. Due gli ospiti invitati a parlare ai giovani maturandi, don Salvatore Grasso e Santina Bartolone.

Festa maturandi Don Grasso Ci innamoriamo di qualcosa, di qualcuno, di un sogno e per questo nel trafficate con i vostri doni siete invitati a dare il meglio di voi stessi, perché questo amore possa esplodere e riempire la vita“, ha detto il giovane sacerdote nel suo intervento. Santina, che nel raccontare la propria malattia ha messo in evidenza anche il coraggio di ricominciare e riscoprirsi anche in sfaccettature di vita non altrimenti immaginabili, è stata invece la voce materna che ha incoraggiato i ragazzi a non chiudersi nessuna porta, credendo nelle proprie potenzialità e ad inventarne di nuove.

Nella musica scelta un inno di amore e speranza

Fondamentale la scelta musicale che ha fatto da trait de union tra i vari momenti della festa. Se l’inizio è stato affidato alle canzoni sanremesi più frizzanti e leggere è nelle parole di “paleobarattolo” di Renato Zero che trova compimento la riflessione dettata da don Grasso. Non c’è festa senza musica e, come nella più gioiosa delle tradizioni, a lei è affidato un ruolo importante: sfumare e mitigare le parole ascoltate, lasciando ai ragazzi la possibilità di assimilarle anche cantando insieme.

“Più basso è il punto di partenza / Più alta è la salita / Ma spero che il panorama valga / Tutta ‘sta fatica/ Non so che cos’è l’amore / Ma a volte lo percepisco / In un tramonto uno sguardo un disco/ Se mi guardo attorno / Penso che son fortunato / Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato

Con le parole della canzone “sogna ragazzo sogna” nella versione di Roberto Vecchioni insieme ad Alfa si conclude il momento delle testimonianze. La benedizione finale delle penne e dei maturandi, affidato a don Orazio Sciacca e a mons. Russo, ha sancito la fine della festa tra gli applausi e i sorrisi dei ragazzi.

Il messaggio di monsignor Agostino Russo ai giovani

Don Agostino Russo Presente ad entrambi i momenti mons. Agostino Russo, vicario generale della Diocesi di Acireale, che nel dare i propri saluti prima di consegnare le penne ai maturandi così si è rivolto ai ragazzi presenti: “per voi è un momento importante quello che vivrete durante l’esame di maturità. Importante ma non decisivo nella vostra vita, però. Noi non sappiamo cosa avverrà di noi domani, ma siamo chiamati ad essere responsabili del futuro.

Cari giovani guardate al senso di questa responsabilità. Il Signore ci chiama a dare un piccolo ma prezioso contributo nel mondo. Siamo come i tasselli di un mosaico, ogni pezzo deve andare ad incastonarsi al posto giusto. Se questo tassello non si mette al suo posto l’insieme è incompleto. Siamo responsabili della completezza armoniosa di questo progetto. Cari ragazzi, tantissimi auguri“.

Chiara Costanzo

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