Si è svolto venerdi, nel salone Tau della parrocchia di San Francesco al Carmine di Giarre, un incontro di sensibilizzazione alla partecipazione politica, promosso dalla Diocesi di Acireale, tramite il Servizio diocesano per la pastorale giovanile e l’Ufficio per la pastorale della cultura, in collaborazione con l’Associazione e testata giornalistica “La Voce dell’Jonio”, dal titolo “Elezioni, cosa ti hanno promesso?”.
L’evento ha avuto inizio con l’intervento del moderatore Mario Agostino che ha introdotto l’argomento della serata dicendosi preoccupato da una percentuale sempre più alta di astensionismo derivante da un sempre crescente disinteresse alla vita politica.
Il dibattito, su cui si sono confrontati Salvo Leotta, presidente dell’Associazione “L’impulso” e responsabile del “Progetto Policoro” della diocesi di Acireale, Domenico Strano, già presidente della Fuci e collaboratore de “La Voce dell’Jonio, Andrea Romeo, vicepresidente diocesano del settore giovani di Azione Cattolica, Carmelo Spina, per l’associazione YouPolis di Giarre, e Mario Indelicato, incaricato alla Branca EG per l’Agesci, si è svolto sulla base di tre domande poste dal moderatore: “Perché interessarsi alla politica e perché votare?” , “Cosa rende credibile un candidato?”, “Cosa chiediamo alla politica?”.
Il dibattito si è svolto con toni assolutamente pacati e costruttivi, in totale controtendenza con le logiche della campagna elettorale appena conclusasi. Ogni intervenuto ha avuto un tempo preciso entro il quale ha potuto dare risposta alle domande sopra indicate tramite argomentazioni sintetiche ma esaustive. Ne è emersa la voglia di dare consapevolezza alle giovani generazioni del fatto che solo attraverso la partecipazione attiva alla vita politica, non ridotta al mero momento della votazione, ma intesa piuttosto come atto responsabile, si possa raggiungere l’autocoscienza dell’individuo e, in tal modo, guadagnare l’opportunità di esercitare la propria libertà esprimendo una preferenza che rappresenti le proprie idee e non meri interessi utilitaristici. Sulla credibilità del politico ci si è soffermati a partire dal concetto di onestà, chiedendosi in particolare se questa possa rappresentare la caratteristica necessaria e sufficiente del buon politico. In questo senso si sono susseguite delle opinioni secondo cui la credibilità del politico è verificabile solo ex post ed è per questa ragione che va valutata l’esperienza precedente del politico stesso. A seguire, interventi un po’ più disillusi hanno messo in discussione gli stessi concetti di credibilità e onestà ricordando come, da Tangentopoli in poi, tutti i movimenti politici si sono dichiarati incontrovertibilmente onesti.
Tutti i relatori si sono detti concordi nel chiedere con insistenza alla politica una maggiore attenzione alla persona e al cittadino, come atto di responsabilità vicendevole, così da ripristinare quel contratto sociale di Rousseau scioltosi ormai da troppo tempo
Nel nome dell’appena citata responsabilità si è auspicata una lungimiranza nelle scelte, oltre che una progettualità che percorra i binari di quella politica e di quella sociale, rimarcando la necessità di riprendere le scuole di formazione politica e di creare un sistema eco-sociale in cui vi sia una razionalizzazione delle competenze per il risaputo concetto della “politica di tutti ma non per tutti”. L’incontro è poi continuato con la partecipazione attiva e con le domande di alcuni dei presenti al salone parrocchiale di San Francesco al Carmine di Giarre. La serata è stata inoltre arricchita dall’ascolto dei testi musicali, mai banali e ricchi di spunti di riflessione, come “Libertà e partecipazione” di Giorgio Gaber, “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni e “La storia siamo noi” di De Gregori.
La sensazione che si è avuta al termine del dibattito è stata quella di aver assistito ad un vero e proprio laboratorio di ascolto e partecipazione attiva caratteristiche fondamentali per il processo di formazione di nuove idee e per la piena realizzazione dell’individuo.
Stefano Grasso