La solennità della pentecoste è per la nostra Diocesi un giorno davvero particolare, perché si celebra la Giornata pro-Seminario. Negli anni della formazione il Rettore, da eccellente biblista, metteva sempre in evidenza il binomio Pentecoste-Seminario, evidenziando come il Seminario si identificava con il Cenacolo Apostolico e sottolineava che ognuno di noi, tra quelle mura, attraverso la preghiera, lo studio e la vita di comunità attendeva la Pentecoste della propria ordinazione sacerdotale.
Ognuno di noi Sacerdoti, guarda al Seminario come il luogo in cui, sotto la guida di sapienti e saggi educatori, è cresciuto giorno dopo giorno nella conformazione a Cristo, avvenuta sacramentalmente nel giorno della propria ordinazione. Lo ricorda con affetto e con gratitudine. Ritornarvi, nel tempo, è sempre una festa !
La Giornata per il Seminario, però, non è un fatto esclusivamente sacerdotale, essa deve coinvolgere l’intera comunità diocesana, che è chiamata a guardare a quel luogo, santo e benedetto, con fiducia e speranza. Nel 1983, durante il Convegno vocazionale, la compianta Camilla Bella, allora Presidente diocesana di Azione Cattolica, voce del laicato, iniziò la sua relazione con queste parole: “Inizio pensando che in questo momento tutti i Seminari del mondo sono stati chiusi. Per molti la notizia non desterà nessuna preoccupazione, per moltissimi è come se fosse morta la speranza”. Il Seminario, infatti, formando i futuri Presbiteri, assicura alla comunità cristiana le guide necessarie le quali, con tutte le fragilità umane, si sforzano di essere icona di Cristo, Pastore buono.
Scorrendo e leggendo le pagine del “Solco” (Periodico del Seminario stampato in occasione della giornata), ho goduto spiritualmente leggendo le testimonianze dei giovani seminaristi che si preparano al Sacerdozio, le testimonianze dei novelli Sacerdoti, così come i preziosi contributi offerti dai Superiori, a cui va la stima e l’affetto di tutti per il delicato compito che sono chiamati a svolgere. Mi ha rattristato non poco vedere le esigue offerte versate in occasione della giornata. Amare il Seminario (soprattutto per noi Presbiteri) significa sostenerlo con la preghiera, ma anche “materialmente” con la nostra generosa offerta alla partecipazione della vita ordinaria di esso.
Parliamo del Seminario alla nostra gente, invitiamo tutti alla preghiera incessante perché “il Padrone della messe mandi operai alla sua messe” (Lc 10). Una comunità parrocchiale è feconda quando sa esprimere anche vocazioni di speciale consacrazione che, unitamente alle altre, compongono la varietà di ministeri e carismi di cui è ricca la Santa Madre Chiesa. Amiamo il Seminario contribuendo generosamente alla sue esigenze, certi che “il Signore ama chi dona con gioia” (At).
Valga per tutti, presbiteri e laici, il monito del Decreto del Concilio Vaticano II, Optatam Totius, sulla formazione sacerdotale: “Tutti i sacerdoti considerino il seminario come il cuore della diocesi e ad esso volentieri diano il proprio aiuto” (5).
Don Roberto Strano