Giovani in cammino, nella notte di Riposto, per riscoprirsi “Da vagabondi a testimoni”. A rispondere all’invito delle suore dell’apostolato cattolico, presenti nella città di Riposto, decine di giovani spinti dal desiderio di scoprire come quei passi che spesso rendono vagabondi possono invece diventare passi di crescita sulle orme di testimoni credibili. Essere custodi della realtà del proprio tempo è l’imperativo che San Vincenzo Pallotti, fondatore dell’ordine, ha posto come base alla missione pallottina. Custodire il tempo, la bellezza, la capacità di essere parte attiva del qui ed ora è quindi la via maestra che seguono le suore nelle loro proposte ai giovani. Proposta che possiamo riassumere, in questa occasione, in tre parole chiave: giovani, cammino e notte.
Il cammino nella notte ripostese / una via di fuga dall’apolidia emozionale
Oggi rifuggire ogni sorta di appartenenza è una scelta che accomuna tanti giovani. Essi si sentono investiti di una libertà che si traduce principalmente nel non avere legami fissi, né con persone né con ideologie. Una sorta di apolidia emozionale in cui ci si imbatte sempre più spesso. Il senso di appartenenza, dicono gli esperti, è debole ed incapace di fronteggiare le ideologie dominanti spesso influenzate dai mass media. L’insofferenza verso i legami è palese, inequivocabile; eppure negli sguardi dei ragazzi che hanno deciso di camminare insieme e percorrere le vie di questo cammino notturno si evince chiaramente la fame e la sete del trovare al traguardo l’abbraccio del Padre.
Il giovanile reclamo della meta predomina quindi il freddo di una sera di gennaio a camminare per strada, tutti insieme, tra canti e preghiera. Quella della Veglia Giovani Itinerante, come racconta la madre superiora suor Beniamina Tropiano, è la forma pura della missione con cui entrare nel cuore del sinodo. Mettersi in cammino nella notte, con il peso della propria gioventù, è scommettersi per un amore più grande.
La veglia ha interessato tutto il quarto vicariato e lo ha fatto coinvolgendo le parrocchie che hanno aderito alla proposta giovani. Per questo a camminare accanto ai propri ragazzi erano presenti tanti sacerdoti, che hanno vissuto con la parte giovane delle proprie parrocchie la fatica del cammino ma anche la gioia della condivisione.
Il cammino nella notte ripostese / l’invito delle suore nel quadro dell’ottavario dell’Epifania
La proposta giovanile si inquadra nell’ottavario dell’Epifania 2024. L’Ottavario dell’Epifania è uno dei momenti più importanti dell’anno per la famiglia pallottina. Seguendo le volontà di San Vincenzo Pallotti infatti si celebrano ancora oggi queste giornate all’insegna della comunione e della spiritualità. La celebrazione dell’ottavario ha la volontà di ravvivare e riaccendere la fede. Attraverso preghiera, celebrazioni eucaristiche e la riunione di parrocchie e gruppi religiosi cittadini si vuole vivere davvero quell’unità dei cristiani tanto bramata.
I numerosi giovani, che hanno iniziato il cammino dai piedi della chiesa di San Pietro a Riposto, ha percorso nella notte le stradine che portano fino alla parrocchia dell’Immacolata di Lourdes. Proprio nella chiesa dedicata a Maria si è tenuto il momento finale attorno al fuoco e successivamente l’Adorazione Eucaristica.
Qui anche la testimonianza di un ospite speciale: Carlo Lambertucci, uomo nato poco prima dello scoppio della guerra, che ha raccontato l’esperienza della fame, della povertà e dell’analfabetismo, fino ad arrivare alla sua conversione e alla scoperta di Cristo avvenuta in età adulta. Un racconto emozionante che non ha mancato di commuovere la platea, accompagnando la riflessione di ciascuno dei presenti.
Il cammino nella notte ripostese / presente a supporto dell’iniziativa l’ufficio diocesano per la pastorale giovanile
A promuovere l’iniziativa l’ufficio diocesano per la pastorale giovanile, guidato da Don Orazio Sciacca. Con le sue parole ha voluto sottolineare la bellezza di vedere tanti giovani radunati insieme, intenti a compiere gli stessi passi verso la stessa meta.
“L’esperienza del cammino – ha detto don Orazio Sciacca- è emblema della vita stessa. Imparare a fare i passi giusti è fondamentale per percorrere le strade del mondo insieme agli altri. I giovani che si mettono in cammino lo fanno perché dentro di loro alberga il desiderio di ascoltare e ascoltarsi. Per farlo sono pronti a sfidare la notte, il freddo e la strada. Noi abbiamo camminato insieme, pregando e lodando il Signore fino a raggiungere l’ultima parte del nostro cammino che è stato diviso in due momenti: alla fine del percorso abbiamo trovato un fuoco che ardeva al quale riscaldarci. Il fuoco che ci ha ridato forza e a cui, nel silenzio generale, abbiamo consegnato i nostri pensieri e le nostre paure. Il secondo momento è quello della riflessione. Inginocchiati davanti al Santissimo abbiamo potuto sentire lo stesso calore stavolta non ardere vicino al nostro corpo, ma dentro al nostro cuore che si è spalancato nell’incontro con Gesù.”
Chiara Costanzo