Diocesi / Ieri ad Acireale si è celebrato il Giubileo dell’ammalato. Mons. Raspanti “Offrite le sofferenze a Cristo. Egli ci guarda ed ha misericordia”

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Ieri, venerdì 12 febbraio, si è celebrato il Giubileo dell’ammalato e del sofferente nella diocesi di Acireale.
La prima parte della  celebrazione è avvenuta nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo con l’accoglienza e il rito della statio, poi, in seguito alla processione giubilare, in Cattedrale, dove mons. Antonino Raspanti ha celebrato la messa e conferito il sacramento dell’unzione agli ammalati e ai sofferenti.

Basilica dei Santi Pietro e Paolo
Basilica dei Santi Pietro e Paolo

Prima della celebrazione nella Basilica, abbiamo parlato con Vera Presti, direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della salute.

«Quest’anno abbiamo organizzato il Giubileo dell’ammalato e del sofferente – ci ha spiegato-Non l’abbiamo fatto giovedì 11, perchè, come tradizione, abbiamo celebrato la giornata mondiale dell’ammalato nella chiesa di S. Giuseppe con padre Lanzafame. D’accordo con il vescovo abbiamo deciso di farlo svolgere giorno 12 ed è il continuo della giornata mondiale dell’ammalato.

Il simulacro della Madonna di Lourdes con i segni dell'acqua, della luce e della roccia
Il simulacro della Madonna di Lourdes con i segni dell’acqua, della luce e della roccia

La Pastorale della salute, assieme a varie associazioni, ha organizzato il Giubileo dell’ammalato e del sofferente.
Noi, come Pastorale della salute, stiamo realizzando dei corsi di formazione –rivolti a tutta la comunità diocesana–, sia per quanto riguarda i ministri straordinari della comunione, sia per tutti coloro che sono sensibili alla sofferenza. Due incontri li abbiamo già tenuti».

– Come si svolgerà questo Giubileo?

«Nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo ci sarà l’accoglienza dei sofferenti, degli ammalati. Insieme al vescovo, ci saranno autorità e associazioni.

Processione giubilare
Processione giubilare

Io introdurrò, interverrà anche il vescovo. Ci sarà il rito della statio, la proiezione su Lourdes e poi, in processione, con il simulacro della Madonna di Lourdes, attraverseremo la Porta

Santa e andremo in Cattedrale, dove ci sarà la celebrazione dell’Eucarestia, l’unzione degli ammalati con il vescovo e i sacerdoti presenti. Alla fine della messa, ci sarà un momento di adorazione e varranno portati i simboli dell’offertorio all’altare dagli ammalati stessi – alcuni simboli verranno portati anche nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo –. Verrà distribuita la preghiera dell’ammalato che tutti reciteremo insieme, il vescovo darà la benedizione agli Procesammalati come si fa a Lourdes».

P. Mario, tra l’altro, ha aggiunto «A S. Pietro ci sarà un momento animato dalla Pastorale giovanile che rievocherà i segni principali del messaggio di Lourdes, un messaggio che è collegato alla speranza sulla sofferenza. I segni sono l’acqua, la luce e la roccia. Con questi segni vogliamo far capire che, nonostante il dolore e la sofferenza che ognuno porta nel proprio corpo, Cristo è la roccia alla quale aggrapparsi, è la luce che illumina il cammino, è l’acqua che con la sua presenza di amore, disseta il desiderio di amicizia che ognuno ha, visto che tanti ammalati vivono l’esperienza della solitudine e dell’abbandono da parte degli altri».

Riguardo al rito della statio?

«È un rito che attraverso l’affidamento a Maria, rievocherà i segni dell’apparizione di Lourdes e li metterà a contatto con l’esperienza del Vangelo».

In Cattedrale
In Cattedrale

Momento commovente quello della processione giubilare, con il simulacro della Madonna di Lourdes, durante il quale diversi ammalati sono stati trasportati in Cattedrale, attraversando così la Porta Santa, – aiutati anche da membri di varie associazioni – mediante le carrozzine, altri a braccetto.

Durante l’omelia in Cattedrale, il vescovo Raspanti ha ricordato, in un primo momento, il messaggio di Papa Francesco, affermando che «Il mistero della sofferenza e della malattia, è profondo, difficile da capire. Questa è l’occasione per comprendere il senso della vita di chi è malato e di chi è sano», in seguito

Unzione degli infermi
Unzione degli infermi

ha aggiunto « Tutto ciò ci richiede silenzio per approfondire. Tanti di voi siete sulle carrozzelle, bisognosi degli altri. Il malato è uguale al sano, fragile e creatura di Dio. La forza o la debolezza, non risiede nell’efficienza o nell’improduttività. Solo se ci mettiamo accanto a chi è bisognoso e dipendente dagli altri, comprendiamo un po’ e ci accorgiamo che il battito del nostro cuore non dipende da noi ma dalla misericordia del Padre, solo da Lui. Dipendiamo in tutto dalla Provvidenza del Padre eterno. Vi chiedo che la sofferenza, di sani e malati, sia offerta a Cristo per la riparazione dei peccati. Offrite, fratelli e sorelle, Unzione 2tutto il dolore che avete nel cuore, dolore che non si sopporta, che fa gridare, disperare, dolore il cui grido raggiunge il cuore di Cristo. Offritelo a Cristo e la vostra sofferenza sarà più preziosa di ogni cosa , Gesù Cristo ci guarda e continua ad avere pietà e misericordia
verso di noi».

Il vescovo e i sacerdoti hanno compiuto l’unzione degli infermi. Momenti toccanti, accompagnati dai canti della corale “Cappella musicale del Duomo e dell’Annunziata”.

Dopo l’Eucarestia, la lettura della Preghiera per la XXIV Giornata Mondiale del Malato che tutta la comunità ha ricevuto.

Graziella De Maria

 

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