Diocesi / Il nuovo parroco don Mario Fresta s’insedia nella Cattedrale di Acireale

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L’inizio del ministero di un Parroco è sempre un momento di particolare rilevanza spirituale ed è quanto la Basilica Cattedrale parrocchia ‘Maria SS. Annunziata’ e la consorella vicina parrocchia ‘Santa Maria dell’Itria’ hanno vissuto nel tardo pomeriggio di mercoledì 10 ottobre con l’insediamento ufficiale del nuovo pastore, l’arciprete sac. Mario Cateno Giovanni Fresta, originario della frazione giarrese di San Giovanni Montebello e proveniente dalla decennale esperienza vissuta alla guida delle comunità parrocchiali di Macchia di Giarre e di Tagliaborse.
La solenne cerimonia di insediamento, in Cattedrale, alla presenza dei sindaci di Acireale e Giarre ing. Stefano Alì ed avv. Angelo D’Anna, ed anche delle autorità cittadine acesi, del cardinale Paolo Romeo, di alcuni presbiteri diocesani, degli alunni del Seminario con il rettore sac. Marco Catalano e di numerosi fedeli che gremivano il sacro tempio in ogni ordine di posto, si apriva con l’accoglienza del nuovo parroco, al canto dell’Inno ‘Ecce Sacerdos’. Don Mario era stato nominato lo scorso 12 agosto dal vescovo mons. Antonino Raspanti, nell’ambito dei movimenti che hanno interessato il presbiterio diocesano, per far fronte alla ‘vacatio’ dovuta al recente trasferimento di don Roberto Strano alla guida della comunità parrocchiale di Aci San Filippo.
Nella successione e nella continuità del ministero si esprime l’indole pastorale della Chiesa Universale, la sollecitudine con cui il nuovo parroco assume la guida della porzione di popolo di Dio affidatagli dal vescovo. Con i riti esplicativi iniziali, il novello pastore aspergeva i fedeli come segno di guida dei discepoli di Cristo Signore nel cammino della verità e della vita lungo i sentieri della storia.

Il cancelliere vescovile don Alfio Privitera, tra l’altro successore di don Mario Fresta alla guida delle due comunità giarresi, dava poi lettura del decreto vescovile di nomina, con l’augurio di un sempre fecondo ministero pastorale. Nell’assemblea dei fedeli, il parroco è espressione della preghiera che tutto il popolo rivolge a Dio attraverso la mediazione di Cristo Signore; a tal uopo, egli riceveva in consegna dal vescovo il lezionario, con cui avrà cura di provvedere, insieme con i collaboratori che lo affiancheranno nel ministero, alla proclamazione della Parola di Dio.

Nell’omelia, il vescovo evidenziava come il novello parroco sin da bambino avesse avvertito, accettando gioiosamente e senza riserve di aderirvi, la chiamata del Signore, il quale invita il presbitero al servizio ministeriale e gli si fa accanto con la sua paternità spirituale. Ogni giorno, ogni istante, il presbitero alimenta con la preghiera l’incessante rapporto con Dio, il quale lo ha generato alla figliolanza spirituale. Il tema della paternità spirituale, proprio della pericope evangelica nell’occasione proclamata, invitava il Parroco ad esortare, ammonire, correggere, stimolare i fedeli, portando loro il Verbo divino ed insegnando a chiamare Dio con l’appellativo di ‘Padre’, come Gesù insegnava ai propri discepoli.

Di seguito all’omelia, il nuovo parroco è stato chiamato a rinnovare le promesse sacerdotali fatte nel giorno della propria ordinazione; dopo la proclamazione della ‘preghiera dei fedeli’, ha avuto inizio la liturgia eucaristica con il momento in cui il vescovo affida al novello parroco l’altare, segno di presidenza del banchetto eucaristico della famiglia di Dio a lui affidata.

Nando Costarelli

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