La Comunità cristiana di Linguaglossa, in occasione del 70esimo compleanno del parroco, arciprete don Orazio Barbarino, riunisce i suoi figli per ringraziare il Signore per il ministero sacerdotale dei suoi ministri e per crescere nell’esercizio vitale della memoria e della gratitudine.
In tale circostanza, fino al 23 gennaio, l’Associazione Cattolica invita tutti i credenti nell’accoglienza gioiosa del dono del Reliquiario delle lacrime della Madonna di Siracusa, che quella Chiesa sorella ha voluto prontamente e generosamente offrire. E che è accompagnato autorevolmente da don Raffaele Aprile, presbitero del Santuario siracusano, coadiuvato da due devoti.
Tali eventi bene si incastonano tra di loro e provvidenzialmente aiutano la nostra Comunità con questa straordinaria visita della Madonna, ad accogliere l’annuncio del Regno di Dio, fatto dal Figlio suo, Gesù di Nazareth.
È questo lo scopo principale che la Chiesa Cattolica, ultimamente, indica ai suoi figli, con la proposta di camminare insieme nella fede, attraverso il Sinodo.
L’influenza del reliquiario della Madonna delle lacrime sulla comunità
In particolare, con la visita del prezioso Reliquiario vogliamo sottolineare tre esigenze, riassumendole con tre verbi: ricordare, vedere e prendersi cura.
Ricordare innanzitutto, ciò che Dio ha fatto per il passato e che continua a fare nel presente per il suo popolo. La Madre di Gesù attualizza la chiamata a convertirci, a cambiare radicalmente direzione, vivendo la vita nuova delle beatitudini e del Magnificat. Noi, accogliendo il Reliquiario, vogliamo ricordare quanto è accaduto a Siracusa il 29 agosto 1953. Allora, sul volto di un piccolo quadro di gesso della Madonna furono viste scendere delle lacrime. Tutto ciò si ripeté per quattro giorni e gli esami eseguiti da competenti confermarono la natura umana delle lacrime.
Vedere: la Madre, a Siracusa, non si espresse con il linguaggio delle parole, ma scelse il linguaggio del cuore, gli occhi pieni di lacrime. Per questo dobbiamo ricominciare a vedere tutto con occhi nuovi, la vita degli uomini sottoposta a tanti pericoli e le sue aspirazioni di bene.
Il reliquiario sia di stimolo ad una rinnovata fraternità
Prendersi cura, infine, farsi presenza per l’altro. Oggi, siamo ricolmi di parole e poveri di presenza, soprattutto nella forma in cui questa si fa tenerezza, sollecitudine ed invito a non indugiare il giorno della nostra conversione, come metanoia evangelica. È tempo di scendere dai piedistalli ed offrire a tutti sincera amicizia e nuovo sentire. Puntando con lo sguardo verso un nuovo orizzonte e allo stesso tempo rimanendo con i piedi ben saldi su questa terra. Perchè qui tutti siamo ospiti e non padroni.
Dio ha squarciato il suo cielo ed è disceso in mezzo a noi; ora, chiede a noi di rompere ogni indugio per aprirci ad una fraternità ritrovata. E in una vita riconciliata nel perdono e nell’amore che non delude mai.
Le donne e gli uomini di Linguaglossa, le generazioni legate tra di loro, nei giorni 21, 22, e 23 gennaio prossimi, nella chiesa Madre della città, potranno aprirsi ad una nuova vita secondo Dio con la speranza di ritrovare così la sorgente dalla quale attingere per ridare fiato al legame sociale che tiene uniti tutti gli uomini. E con la speranza di restituire nuova luce ad un futuro divenuto tanto cupo e incerto.
L.V.