Diocesi / Il ricordo di Padre Strano e i colori del suo tessuto esistenziale

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Ogni uomo è storia, la sua storia. E con essa  – seppur colma di fatiche e di gioie, di limiti e opportunità –  partecipando alla storie delle altre persone, riesce così a dare un piccolo contributo alla macro storia del cosmo. Questo si potrebbe dire di Padre Salvatore Strano, il cui ricordo rimane ancora vivo nelle persone che lo hanno incontrato.
Nella propria storia singolare e concreta più fili colorati si intrecciano componendo il tessuto esistenziale originale di ciascuno. Con l’aiuto dei colori, vorrei cercare di descrivere questo tessuto esistenziale di Padre Strano, uomo di zelo e pastore di anime.


Filo viola, la stola della confessione: Padre Strano aveva sempre a portata di mano la sua stola viola nel suo studio che indossava al momento opportuno, oppure in Cattedrale o nella parrocchia “San Paolo” in Acireale. Con Padre Strano la confessione non si fermava all’elenco dei peccati ed all’assegnazione della penitenza, ma lui riusciva a trasformare questo momento in un momento di cambiamento e di crescita personale. Spesso mentre confessava, lui accompagnava la mano dietro l’orecchio per poter ascoltare meglio il penitente oppure giungeva le mani. Questa postura, che richiama quella della preghiera, con il tempo lo ha segnato anche nel corpo. Infatti quando era ormai anziano, parlando della sua scoliosi, credeva che fosse dovuta alla postura assunta per ore ed ore in confessionale.

“Pasci le mie pecorelle” Gv 21,17

Filo rosso, la passione per le anime: Padre Strano, chi lo ha conosciuto da vicino lo sa, aveva un’ammirazione personale per don Bosco. “Da mihi animas, cetera tolle”: pregava il prete torinese. Padre Strano ha vissuto proprio questo aspetto della pastorale: dedicava tanto tempo alle anime, al dialogo e soprattutto alla direzione spirituale (e non certo per vana gloria personale). Soleva ripete “il prete è un uomo mangiato” alla quale aggiungeva ironicamente e benevolmente questa frase in dialetto: “di cui non ne rimango neanche le ossa!” ciò indicava quanto la gente lo cercasse ed il tempo che, dilatato e senza limiti, gli donava.

Filo azzurro, la sete di cielo: Padre Strano era un sacerdote con una viva sete di Dio. Questo vivo desiderio di Dio lo animava nella preghiera, nelle parole che donava agli altri, nelle piccole azioni quotidiane che egli compiva. Questo desiderio di Dio abbracciava tutta la sua esistenza ed la sua spiritualità.

Filo giallo, l’Eucaristia: Questo desiderio trovava concretezza nell’incontro con Gesù Eucaristia che lui, in quanto sacerdote, celebrava ogni giorno. Padre Strano pregava per tutti i suoi figli figli spirituali ogni giorni dopo la Comunione.
Continuando potremmo ancora  distinguere altri colori: il filo verde (come la speranza e il coraggio che trasmetteva ai tribolati), il filo nero (come l’abito talare che indossava sempre), ecc…

L'incontro svoltosi il 15 febbraio a Dagala
L’incontro svoltosi il 15 febbraio a Dagala

Si potrebbe continuare a parlare di questo sacerdote, mosso da una profonda fede, illuminato da una sincera pietà. I suoi figli spirituali, che giorno 15 febbraio lo hanno ricordato con una celebrazione nel suo paese natale, ringraziano pieni di benedizioni per averli accompagnati, uno ad uno, in un cammino di crescita spirituale più profonda.

Riccardo Naty

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