“Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro in albergo” (Lc 2,7). Il racconto della nascita di Gesù ci ricorda la condizione di forestieri di Giuseppe e Maria. In piena notte, non trovando alcun alloggio, i due si accontentano di un posto di fortuna: una grotta, lungo la strada. I genitori del figlio di Dio non avevano alcuna “dimora”, così come oggi accade per oltre 50mila persone che, secondo quanto rivela l’indagine nazionale “Follow up”, in Italia vivono in strada.
Lo studio è stato condotto dalla Federazione italiana organismi per le persone senza dimora nel corso del 2014 in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l’Istat e la Caritas italiana attraverso il coinvolgimento di un migliaio i volontari. In parallelo è stata realizzata anche la prima indagine nazionale sulle Unità di strada (UdS) che ha permesso di mappare 229 unità che offrono supporto relazionale e assistenza ai senza dimora. Tra queste fa parte anche la Caritas diocesana di Acireale, impegnata da tempo nel servizio ai senza dimora sia nella propria sede che in strada. A tal proposito abbiamo chiesto un focus sulla nostra diocesi a Giuseppe Gulisano, direttore della Caritas di Acireale. Dal 2011 a oggi sono stati 124 i passaggi registrati di cui 98 uomini e 26 donne. Di questi la maggior parte sono italiani (78), seguono i marocchini (14), i polacchi (11), i romeni (10), i tunisini (6), due argentini, un tedesco, uno srilankese, un mauriziano. Dei 124 in 69 hanno chiesto e ottenuto assistenza in sede o in strada da parte dei volontari della Caritas diocesana, di cui 49 uomini e 20 donne. Nel 2016, ha aggiunto Giuseppe Gulisano, prenderanno il via alcuni progetti a favore dei senza dimora tra cui “Housing first” e il nuovo progetto dell’8xmille “Insieme si può”. Scopo del percorso del network Housing first è diffondere una nuova cultura per un abitare sociale, sostenibile e inclusivo rivolto a superare il problema dell’homelessness (senzatetto) attraverso soluzioni innovative e sperimentali già attuate in alcuni paesi del nord Europa. Tornando all’indagine a livello nazionale, la metà dei 50.724 homeless viva al nord (56%), area del Paese dove è anche maggiore l’offerta di servizi. Per quanto riguarda la ripartizione geografica il 25% vive al centro e solo il 20% nel Mezzogiorno, dove peraltro rispetto al 2011 le presenze aumentano del 2%. La stragrande maggioranza dei senza dimora (85,7%) è uomo, gli stranieri sono poco meno del 60% (58,2%), l’età media è di 44,4 anni, in aumento anche in considerazione della diminuzione dei più giovani tra gli stranieri (diminuiscono gli under 34 da 46,5 al 35,6%). Chi è povero è sempre più povero: la stessa persona frequenta 5 volte alla settimana gli stessi servizi per mangiare e 3 volte a settimana gli stessi dormitori per dormire; e vive in strada da oltre quattro anni: sono circa 30mila le persone senza dimora croniche. Si stima, infine, che sono1.000 i poveri all’anno in più che si aggiungono ai marginali di sempre.
Domenico Strano