Diocesi / Intitolato a don Salvatore Messina l’Oratorio del Santuario Maria SS. delle Grazie di Acireale

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La chiesa acese di S. Maria delle Grazie, alla periferia sud della città

Domenica 1 luglio, ad Acireale, nel Santuario di Maria SS. delle Grazie, vigilia della festa, dopo la Santa Messa pomeridiana, allietata dai meravigliosi canti del coro, con l’incisiva omelia del nuovo parroco, don Roberto Fucile, l’evento molto atteso dai parrocchiani: l’ intitolazione dell’Oratorio a don Salvatore Francesco Messina, primo parroco, in occasione del centenario della sua nascita.

Don Salvatore Messina

Don Roberto comunica che ha preso questa decisione, in seguito ad incontri con famiglie della parrocchia, in cui il discorso verteva sul nostalgico ricordo di don Salvatore Messina.

Il prof. Mauro Pulvirenti, fedele parrocchiano sin dagli anni dell’adolescenza, ne fa la commemorazione, riportando episodi molto  significativi e anche di sostanziale efficacia, proponendo d’immaginare la presenza di don Salvatore lì, assieme a tutti. Con stile suggestivo e ricco di parole dense di sentimenti, traccia la biografia di padre Messina,parroco esemplare per il forte impegno e la capacità di relazionarsi con i parrocchiani come un vero padre, pur avendo egli iniziato la sua attività nella parrocchia all’età di ventiquattro anni, pieno di ardore e di entusiasmo, confidando fiduciosamente nella Vergine Maria.
Nato il 6 giugno 1918 in una famiglia cattolica, don Salvatore da ragazzo frequenta l’Istituto delle Scuole Cristiane di San Luigi; riceve i sacramenti dell’Eucarestia e della Cresima nella basilica di San Sebastiano, nel 1925. Durante la seconda guerra mondiale, è esonerato dal servizio militare. Il 25 luglio 1941 viene ordinato sacerdote: assegnato viceparroco a San Michele, nel 1942 è trasferito a Santa Maria delle Grazie, l’antica chiesa del 1638, padronale, ovvero di una famiglia di Acireale, che nel 1945 passerà sotto la giurisdizione diocesana.
Il primo luglio 1943 il territorio subisce un devastante bombardamento, che colpisce però soltanto le campagne; nella chiesa vi sono relativi ex voto. Il relatore riporta la storia della tela di Maria SS. delle Grazie, che troneggia nell’altare maggiore: si trovava nell’antica chiesa e veniva portata in processione nella chiesa nuova, ancora incompleta, senza il grande Crocefisso e senza il campanile, solo nei giorni della festa e poi riportata nella sua sede. La tela, restaurata nel 1950, in seguito alla consueta processione, rimane nella chiesa nuova per sempre, dato che Maria SS. delle Grazie viene dichiarata patrona principale della parrocchia, mentre compatrona è Santa Gemma Galgani, canonizzata da Pio XII.

La chiesa acese di S. Maria delle Grazie, alla periferia sud della città

Il relatore apre una parentesi sulle vicende del sorgere del culto di santa Gemma, introdotto da padre Fichera; autore dell’attuale bel quadro, raffigurante la giovane santa di Lucca, è il pittore Pippo Privitera, nativo della parrocchia, ma residente in America.  Pulvirenti descrive, tra gli altri, tanti episodi riguardanti l’insonne attività di don Salvatore Messina: costruzione di quattro aule e  introduzione di asilo infantile, scuole elementari e medie; la piccola biblioteca; piante che adornano spazi attorno alla chiesa; scritte sul selciato, fatte di notte, per attenzionare i pericoli della strada molto trafficata, dove avvengono gravi incidenti; la distanza dalla politica, senza mai concedere il salone per campagne elettorali; la proposta di una piazza di fronte alla chiesa.
Seguono gli interventi  di altri parrocchiani. Rita Gambino, Agata Leonardi, Maria Leonardi parlano delle attività religiose e ricreative di don Messina, imperniate sull’amore verso il prossimo, atte ad offrire l’opportunità di belle amicizie e a contribuire alla crescita umana e spirituale. Interessanti, il racconto di vari aneddoti e la recita di originali poesie. Salvatore Privitera, nipote del pittore della tela di Santa Gemma, rievoca  iniziative particolari del parroco Messina, mirate ad attrarre i ragazzi alla vita comunitaria, specie a diventare chierichetti, con organizzazione di appositi corsi, diretti da P. Salvatore Strano; inoltre, descrive la bellezza del giorno della festa della Madonna, in cui è impossibile poter parlare con lui, sempre impegnato. Conclude con il richiamo di don Salvatore Messina: far tesoro delle virtù teologali, fede, speranza e carità. Infine, la testimonianza di una nipote di don Salvatore, riguardante la vita familiare e civica.
L’iniziativa di don Roberto Fucile è destinata a dare i migliori frutti per la vita di questa parrocchia, così promettente, e del Santuario molto amato dai cittadini acesi.

Anna Bella

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