Diocesi / La lunga notte delle chiese, itinerario culturale e di meditazione

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lunga notte delle chiese Acireale

“Dove sei?” chiedono gli occhi del bambino che cerca la madre; “dove sei?” è la domanda ricorrente che l’amante rivolge all’amata. “Dove sei? “ è il grido di dolore nei giorni bui della profonda sofferenza, “dove sei?” è la domanda che Dio, dai giardini dell’Eden, rivolge all’uomo e alla donna.

“Dove sei?” è il tema dell’ottava edizione della Lunga notte delle chiese, celebrata in tutta Italia il 9 giugno.   Questa iniziativa è nata per la prima volta a Belluno nel 2016, a cura della pastorale giovanile della diocesi, ad imitazione della “Lange Nacht der Kirchen” che, da molti anni, si svolge in Austria e Alto Adige.

Negli anni successivi, l’iniziativa si diffonde con sempre maggiore adesione e successo, in molte regioni italiane. Per la diocesi di Acireale, questa, è la quinta partecipazione: quattro volte è stata realizzata a Giarre(2019-2022), per iniziativa della chiesa madre S. Isidoro Agricola e, quest’anno per la prima volta, ad Acireale.  Promotori dell’iniziativa sono: il museo diocesano, l’associazione “Cento Campanili”, la basilica Cattedrale, e l’associazione del Presepe settecentesco.
L’evento, è dedicato alla comunità, e si caratterizza per la varietà delle iniziative proposte: concerti, meditazioni, letture, danze, visite guidate all’interno di alcuni luoghi religiosi.

Angelo Trovato illustra restauro
Angelo Trovato illustra il restauro di alcune statue

Lunga notte delle chiese: prima tappa il museo diocesano

Il primo appuntamento è al museo diocesano, dove fino al 30 luglio 2023, è possibile visitare la mostra “Da 150 anni camminiamo insieme” (1872 – 2022), che ripercorre la storia della diocesi di Acireale. Prima dell’inizio della manifestazione, i visitatori che sono arrivati in anticipo, hanno avuto la possibilità di assistere ad un interessante fuori programma: vedere alcune statue di santi in fase di restauro, conoscere periodo storico e provenienza, parlare con Angelo Trovato, esperto nel restauro di opere d’arte religiose. Grazie ai fondi dell’otto per mille, anche ad Acireale, alcune tele, statue, paramenti, riacquistano bellezza, luce e colore. Fra le statue in fase di cura, anche un busto di S. Venera, proveniente dall’omonima chiesetta di S. Venera al Pozzo.

Alle 20, dopo i saluti dei promotori: mons. Giovanni Mammino, responsabile del Palazzo della cultura diocesana e del Seminario, don Mario Fresta, parroco della Cattedrale, coadiuvato dal vice don Antonio Agostini, Maria Rosa Licciardello, presidente dell’associazione Cento Campanili, inizia il cammino di riflessione, arte, bellezza.

La prima tappa è affidata a don Francesco Mazzoli, parroco di Santa Maria la Scala e assistente nel carcere minorile. Dialogare con Dio significa andare “oltre” il conosciuto, il prevedibile, il rassicurante. Ognuno ha una personale modalità espressiva, tanto più efficace, quanto più autentica, come quella, che subito dopo ci propone l’acese Giuseppe Marino, in arte Alosha, mimo e danzatore, premio UNESCO 2019, quale messaggero di pace e cultura siciliana nel mondo.
“Per me danzare è pregare, la sua forza sta nell’allenare il cuore”. La sua performance è accompagnata da antichi canti siciliani e dalla lettura di brani, recitati dalla moglie Paola Bontà.Notte delle chiese

Lunga notte delle chiese: seconda tappa la chiesa Madonna dell’Idria

Accompagnati dai promotori continua il nostro cammino. E raggiungiamo la chiesa della Madonna dell’Idria, la Madonna della retta via, patrona della Sicilia. Nella penombra veniamo accolti dall’odore della mirra, che si spande lungo la navata, avvolgendoci in una leggera e impalpabile nebbiolina.

“Dove sei?”, questa volta la domanda mette a nudo e ci costringe ad un confronto con l’umanità di Dio. Ad aiutarci nel percorso don Antonio Agostini, attraverso la descrizione di due tele: la prima raffigura l’Adorazione dei Magi del pittore Giuseppe Platania, realizzata nel 1830. I re magi sono i cercatori di Dio, vengono dall’oriente, e sono guidati da una stella che li conduce verso la luce: Gesù, un bimbo fragile fra le braccia della madre. A lui offrono in dono l’oro, simbolo di regalità; l’incenso, simbolo della spiritualità; e infine la mirra, quale espressione dell’umanità. Ed è con la mirra, acquistata da Nicodemo, che viene trattato il corpo di Gesù, prima della sepoltura.

L’altro quadro, attribuito alla scuola di Paolo Vasta, ha come oggetto di riflessione, la pietà: Gesù è morto e giace fra le braccia della madre. L’alfa e l’omega della sua vita hanno in comune una madre, la sua, che lo accoglie e sostiene fra le sue calde ed umane braccia.
I due quadri ci parlano dell’umanità di Dio che, per amore, si è fatto uomo, dell’umanità della Madonna e, per tramite suo, anche di quella degli uomini e delle donne, capaci di aprire le braccia all’accoglienza, di provare compassione, di amare senza secondi fini.

Adorazione dei Magi di Giuseppe Platania
Adorazione dei Magi di Giuseppe Platania

L’amore gratuito è l’amore che trasforma il corpo e l’anima. Questo il tema trattato da Fra Roberto Fusco della Fraternità francescana di Betania. Un amore profondo e trasformativo, come quello vissuto e descritto da alcuni mistici, e da S. Francesco d’Assisi: “l’amore aveva reso il corpo dell’amante, simile a quello dell’amato”. Il simbolo dei francescani è rappresentato da due braccia incrociate, i palmi delle mani aperte con le stimmate: uno appartiene a Gesù, l’altro a san Francesco.  Questa tappa si conclude con Il Largo di Haendel per organo e violino.

Lunga notte delle chiese: terza tappa la chiesetta di S.Antonio di Padova

La chiesetta di S. Antonio di Padova ci accoglie per la terza tappa.
Qui la domanda “dove sei?” ha il sapore acre del dramma, dell’angoscia, della paura dell’abbandono. La prima riflessione è affidata a Donatella Sciacca che legge un brano tratto dal diario di Etty Hillesum ( 1914-1943), scrittrice olandese ebrea, morta in un campo di concentramento, in Polonia.
Etty si rivolge al Dio che abita in lei:  “Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso prometterti nulla …. L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, ed è anche l’unica che conti veramente, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio… non ti porto soltanto le mie lacrime e le mie paure, ma ti porto, persino in questa domenica mattina, grigia e tempestosa, un gelsomino profumato… Voglio che tu stia bene con me, che non mi abbandoni”.

Prosegue la riflessione don Salvo Grasso: anche Gesù nell’orto del Getsemani, chiede aiuto a Dio, così come sulla croce, negli ultimi istanti prima della morte. A meta navata, in alto, spesso ignorato dai visitatori c’è un quadro: “Ecce Homo”, dipinto da Giacinto Platania nella seconda metà del seicento.
Se davanti al dolore, le parole si arrestano, l’arte va oltre, e comunica che quell’ ”Ecce Homo”  ha donato all’umanità, una vita che sarà per sempre. Così come il quadro che rappresenta S. Pietro d’Alcantara, probabile scuola di Paolo Vasta, ci invita a guardare dentro il nostro cuore. E, nella parete opposta, il quadro con San Cristoforo ricorda che lungo il cammino, c’è qualcuno che protegge i viandanti. La tappa si conclude con l’ascolto della canzone Buongiorno Principessa, tratto dalla colonna sonora, composta da Nicola Piovani per il film di Roberto Benigni, “La vita è bella”.

Acireale,notte delle chiese
Nel museo diocesano

La lunga notte delle chiese: ultima tappa la Cattedrale

Nell’ultima tappa del cammino, in Cattedrale, la domanda “Dove sei?” diventa duplice: nell’Eden, Dio la rivolge ad Adamo ed Eva che si nascondono, dopo aver mangiato la mela dell’albero proibito.  Nel secondo caso, Dio chiede a Caino “dov’è tuo fratello?”. Nella parete sinistra del transetto è possibile ammirare, due medaglioni affrescati da Pietro Paolo Vasta, intorno alla metà del ‘700. Uno raffigura l’uccisione di Abele da parte di Caino, l’inizio cruento della storia dell’umanità; il secondo è dedicato al sacrificio di Isacco.

Don Carmelo Raspa, affronta il tema molto impegnativo della presenza del male e del sublime dentro tutti gli uomini e le donne che abitano la terra. Un diapason capace di esprime tutta la gamma del suono dei sentimenti.  Caino non parla, è invidioso per il gradimento che Dio riserva alle offerte di Abele, e la sua rabbia diventa violenza. “L’uomo raramente si flagella per i propri errori”, ed infatti Adamo del Eva, non si assumono la responsabilità delle azioni commesse, accampano scuse e scaricano su altri le colpe.  Caino, con arroganza e fastidio risponde a Dio: “Sono forse io il custode di mio fratello?”

“L’uomo è vigliacco, continua don Carmelo, ma capace di cose meravigliose”, da qui l’importanza di imparare a conoscere la nostra umanità, non solo in presenza delle cose belle e grandiose che facciamo, ma anche in quelle dove, ad emergere e prevalere, è il fango e la nostra nudità. Il cammina diventa: da dove sei, all’esserci; da dov’è tuo fratello, al prendersi cura dell’altro, del fratello.

Ancora una volta sono gli artisti che ci aiutano a visualizzare questi due estremi. Se a sinistra abbiamo l’omicidio del fratello, nella parete destra del transetto è possibile ammirare lo splendore della cappella reale di S.Venera: i tenui colori degli affreschi dei fratelli Filocamo, l’espressività degli angeli che ricordano quelli del Serpotta, la luminosità delle cornici dorate, il busto cesellato dagli argentieri messinesi della santa. Ad unire i due estremi del transetto, un raggio di luce che, illuminando l’ottocentesca meridiana posizionata sul pavimento, indica lo scorre del tempo, l’alternarsi delle stagioni, la vita.

Notte delle chiese,musica in Cattedale
Musica in Cattedrale

La lunga notte delle chiese: spazio anche alla musica

“La Vergine degli angeli” è il brano scelto, per concludere questa riflessione. Tutti i brani musicali della serata, sono stati eseguiti, con abilità e passione da: Angelo Maria Trovato all’organo, Simona Postiglione e Martina Ferlito al violino.

Nel programma della serata, anche la possibilità di visitare il presepe settecentesco della chiesa di Grotta, grazie all’impegno e disponibilità di Paola Riccioli e Giuliana Pistarà.
Nei volti degli organizzatori, alla fine, si legge la soddisfazione aldilà delle aspettative, come da loro stessi dichiarato, per l’adesione numerosa di un  pubblico attento, interessato, partecipe.

In attesa dell’edizione del 2024, una frase del mistico Angelus Silesius (1624-1677), tratta dal libro di Fra Roberto Fusco “Sfrontati e impertinenti cercatori di Dio”: “Amico, basta ormai. Se vuoi leggere ancora, va’ e diventa tu stesso, la Scrittura e l’Essenza” . Buon cammino.

                                                                                              Rosa Maria Garozzo

 

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