Uno degli eventi che per una diocesi assumono sicuramente rilevanza storica è, sicuramente, l’inaugurazione di una chiesa. E’ quanto la frazione acese di San Cosmo ha vissuto con l’apertura al culto e la concomitante consacrazione dell’altare maggiore del nuovo grande e moderno complesso parrocchiale intitolato ai Santi medici Cosma e Damiano. Sorto a pochi passi dalla piccola storica chiesa della popolosa frazione, il nuovo edificio viene a colmare la lacuna degli spazi assai ristretti dell’antico tempio in una zona a forte espansione edilizia grazie al progressivo sorgere di nuovi complessi residenziali.
Un triduo di preparazione, predicato dai sacerdoti Antonio Pennisi e Giambattista Rapisarda, rispettivamente su ‘La Chiesa realtà visibile e spirituale’ e ‘La Chiesa assemblea santa’, e dal Vicario generale della diocesi mons. Guglielmo Giombanco, sul tema ‘La Chiesa: comunità al servizio dell’uomo’, quotidianamente seguito dalla celebrazione eucaristica, animata da diverse comunità parrocchiali, introduceva la solenne giornata della consacrazione della nuova chiesa. Nonostante le avverse condizioni climatiche lasciassero presagire una serata di forte pioggia, rischio poi fortunatamente scongiurato, una gran folla di fedeli presenziava alla cerimonia, presieduta dal vescovo mons. Antonino Raspanti. Alla presenza delle massime autorità cittadine, in primis il sindaco avv. Nino Garozzo ed il comandante del Corpo di Polizia Municipale, col. Alfio Licciardello, concelebravano mons. Guglielmo Giombanco, il cerimoniere vescovile can. Roberto Strano, l’amministratore della Basilica Collegiata San Sebastiano can. Carmelo Sciuto, il vice rettore del Seminario don Alfio Privitera, mons. Vincenzo Castiglione e, don Mario Arezzi ,parroco della locale comunità ecclesiale, che faceva gli onori di casa. Animavano la celebrazione liturgica con i canti sacri i giovani della comunità parrocchiale ‘San Nicola’ di San Nicolò, frazione di Acicatena, diretti dal parroco sac. Stefano Panebianco d.O.
Proprio il parroco don Arezzi, nel dare il benvenuto a tutti i presenti per una cerimonia che ufficializzava un momento atteso da ben vent’anni (tanto è, infatti, complessivamente durato l’iter per la costruzione del nuovo tempio, sin dalla progettazione), porgeva un sentito ringraziamento a quanti a vario modo e titolo si sono nel tempo adoperati perché la nuova costruzione prendesse progressivamente corpo e divenisse oggi una splendida realtà.
Un vorticoso succedersi di attese, speranze e delusioni ha segnato il cammino verso l’agognata meta finale. La gioiosa trepidazione cedeva talora il passo allo sconforto, tanto che sembrava che questo momento di gioia fosse ancora di là da venire. Un ringraziamento è stato rivolto al Signore Gesù, artefice di ogni cosa, ma un grato pensiero non poteva mancare anche per i vescovi mons. Malandrino, mons. Gristina, mons. Vigo e l’attuale mons. Raspanti ed ai vicari generali (mons. Paolo Urso, mons. Armando Magro, mons. Rosario Di Bella e l’attuale mons. Giombanco) che nel tempo hanno seguito ed incoraggiato l’iter. Un caloroso ringraziamento, inoltre, era tributato ai giovani di San Nicolò che animavano la liturgia e che di seguito hanno allietato la serata con un concerto.
Nel corso della celebrazione eucaristica, dopo l’omelia, seguiva il momento tanto atteso: la dedicazione del tempio e la concomitante consacrazione dell’altare maggiore. Il vescovo faceva cadere alcune gocce del Sacro Crisma sulla mensa eucaristica poi spargendole uniformemente su tutta la superficie, a suggellare come se da quel momento Cristo Signore prendesse ufficialmente dimora nella nuova chiesa. Sempre con il Crisma il vescovo ungeva le dodici croci che, appese alle colonne del sacro edificio, simboleggiano l’autorità che gli apostoli ed i vescovi loro successori esercitano nel governo della Chiesa universale.
Nando Costarelli