La diocesi di Acireale, per il secondo anno consecutivo, apre le porte dell’Archivio Storico diocesano e ospita nell’open space della cultura il ciclo di incontri “Liberi di pensare”.
Immaginato col gusto retrò dei salotti in stile bohémien francese, l’open space non vuole essere solo uno sfondo per la vita artistica, intellettuale e mondana del cristiano ma fare assumere a ciascuna di queste sfumature un ruolo da coprotagonista con la fede.
L’evento nasce da un’idea di monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, e affidato alla direzione artistica di don Antonio Agostini, che così spiega l’iniziativa: “la Diocesi vuole avvicinare i cuori ai grandi temi della vita, costruendo una comunità fondata sul dialogo e sulla crescita reciproca”
Open space / Il primo ospite è don Fortunato Di Noto
Primo ospite del salotto culturale, giovedì 7 novembre, è stato il presbitero siciliano don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter che si batte in difesa dei minori e dei soggetti vulnerabili vittime di abusi.
Attraverso la storia personale del sacerdote di Avola i presenti hanno potuto accedere al mondo tristemente noto del deep e del dark web, pozzo nero nel quale trovare, tra le altre cose, materiale pedopornografico.
Con la delicatezza di chi sa bene quanto difficile sia il racconto di queste tematiche, don Fortunato ha accompagnato i presenti nei momenti che nella sua vita sono stati fondamentali per arrivare al “rivestire gli ignudi”, parafrasi della terza opera di misericordia corporale a cui il sacerdote è molto legato. La nudità di cui don Fortunato parla è duplice, perché se da un lato è quella concreta di chi è spogliato e violato, dall’altra è la raffigurazione di una dignità di cui viene sottratto l’abusato. Dunque nel suo “voler rivestire i nudi” c’è tutta la cura che l’associazione Meter mette nell’essere custode dei piccoli.
Open space / il tema del primo incontro
“Cyberdevianza e Crimini Digitali: prospettive e sfide per il futuro” è il tema proposto durante l’open space della cultura ai tanti intervenuti, interessati a comprendere quelle che sono i connotati positivi e negativi del mondo dei social, con particolare aderenza al problema della criminalità nel cyberspazio. Don Fortunato ha saputo rendere l’aspetto della cyberdevianza non solo una questione morale, ma è stato in grado di farla diventare una missione pastorale e civile che ha coinvolto tutta la sua vita. Nel suo dialogo a cuore aperto il sacerdote ha stimolato la riflessione sull’evoluzione che ha colpito la società negli ultimi vent’anni e sull’importanza del saper proteggere i più vulnerabili.
Se in passato la pornografia aveva un contesto reale in cui essere propagandata, con l’avvento dell’universo digitale gli spazi di diffusione del materiale pedopornografico sono diventati enormi. Abbattuti i confini fisici, dignità e sicurezza di ciascuno diventano labili e, come emerso dall’incontro, senza l’impegno di tutta la comunità diventa impossibile prevenire abusi e devianze digitali.
Liberi di pensare / Modera don Arturo Grasso, i saluti del dott. Guarnieri
A moderare l’incontro don Arturo Grasso, direttore dell’ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Acireale e della CESi, tra i membri del team organizzativo dell’open space della cultura.
“Questo tema è sentito e urgente” ha dichiarato il sacerdote, introducendo il dialogo con don Fortunato.
Ha poi proseguito: “Siamo qui per discutere di fenomeni inquietanti e attuali come il cyberbullismo, la devianza giovanile e il fenomeno delle baby gang digitali, che stanno cambiando il volto della nostra società e mettendo in pericolo soprattutto i più giovani. Attraverso l’opera di don Fortunato, la missione di Meter si svolge nelle “periferie digitali”, ovvero in quegli spazi del web dove spesso si nascondono crimini orrendi”.
A porgere i saluti iniziali il dott. Francesco Guarnieri, referente del servizio diocesano tutela Minori e Persone Vulnerabili. Nella sua breve introduzione ha inoltre avuto modo di ricordare che il prossimo 18 novembre si celebrerà la IV Giornata Nazionale di Preghiera per le Vittime e i Sopravvissuti agli Abusi, occasione che richiama l’urgenza di ricostruire i legami di fiducia che vengono meno quando si è vittima di abusi.
La riflessione di don Fortunato e la conclusione di monsignor Raspanti
“I minori che hanno subito delle ingiustizie non solo hanno avuto rubati i sogni, ma hanno vissuto delle situazioni che li hanno portati in alcuni casi anche al suicidio, come raccontano gli ultimi fatti di cronaca”, ha detto don Fortunato rilasciando l’intervista alla Diocesi.
“Questo significa che bisogna impegnarsi costantemente senza indietreggiare. Aiutiamo i minori affinché non naufraghino nel mondo digitale e parlare in queste occasioni, così col cuore aperto, favorisce la possibilità di costruire mondi nuovi e belli”.
In conclusione dell’incontro il vescovo Raspanti ha ringraziato don Fortunato per essere intervenuto e così si è rivolto alla platea: “l’impegno verso un mondo digitale più sicuro e giusto per i nostri giovani richiede il contributo di tutti. Proseguire insieme su questa strada, ciascuno nel proprio ruolo, è l’unica risposta concreta alle sfide che il futuro ci pone davanti”.
Chiara Costanzo