La comunità ecclesiale di Cannizzaro, nelle sue due parrocchie ‘Maria Ss. Immacolata’ e ‘Stella del Mare’, gioisce per l’avvento del nuovo Pastore, il sac. Venerando Licciardello, già parroco, nei decorsi otto anni, della comunità di ‘San Michele arcangelo’ di Acireale e, dal 2012 e dal 2015, rettore, rispettivamente, delle chiese di San Domenico e San Martino della stessa città.
Padre Licciardello ha assunto ufficialmente la guida della sua nuova comunità nel pomeriggio di mercoledì 18 ottobre scorso, con una solenne cerimonia presieduta dal vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti.
Nell’occasione, la comunità cannizzarese salutava anche l’anziano parroco sac. Salvatore Scuderi, che lasciava la parrocchia retta sin dal 1978, dunque per quasi un quarantennio, nominato all’epoca in sostituzione del defunto primo parroco sac. Carmelo Barbagallo.
La solenne cerimonia, che si iniziava con la festosa accoglienza al vescovo ed al nuovo parroco sulle note dell’inno ‘Ecce sacerdos’, era subito seguita dalla concelebrazione eucaristica, cui presenziavano alcuni sacerdoti diocesani, tra i quali il rettore del Seminario sac. Marco Catalano, oltre ad una delegazione dell’Istituto ecclesiastico diocesano.
Erano presenti anche numerosi fedeli della parrocchia di San Michele e delle due chiese di cui don Venerando è stato rettore. Subito dopo il canto di ingresso, il sacerdote Orazio Greco, delegato dal vescovo in assenza del cancelliere vescovile, dava lettura del decreto di nomina del nuovo parroco, con decorrenza dal 5 ottobre scorso. Come già padre Scuderi, don Venerando assume, dunque, la guida spirituale delle due parrocchie cannizzaresi, nonostante ancora la comunità ‘Stella del Mare’ non abbia una propria sede fissa e si sia in attesa della costruzione del nuovo edificio (la parrocchia è, in atto, ospitata in locali provvisori).
Particolarmente adatta all’occasione la pericope evangelica del giorno, ovvero l’invio degli operai nella messe del Signore. Così Gesù esorta i propri discepoli nel vangelo: ‘La messe è molta, ma gli operai sono pochi, Pregate, dunque, incessantemente il padrone della messe, perché egli mandi operai nella Sua messe!’. Nella propria omelia, il vescovo accostava la figura del sacerdote all’esempio degli Apostoli, che ricevono dal Signore la forza per annunciare il Verbo divino nel mondo; allo stesso modo, infatti, il sacerdote è inviato quale Pastore buono alla comunità a lui affidata, per la cura delle anime attraverso l’annuncio del Verbo divino. Racconta, infatti, l’evangelista Luca, redattore del terzo vangelo sinottico e del libro degli ‘Atti degli Apostoli’, come la forza divina infusa dal Cristo sugli Apostoli sproni costoro a farsi senza indugio e senza paura portatori del lieto annuncio.
Con gli Apostoli, anche il sacerdote è, dunque, un umile strumento nelle mani di Dio: quanto più tale strumento si presenta malleabile, tanto più riesce a trasmettere il messaggio divino nella propria integrità e purezza e proprio tale esigenza di trasparenza è l’augurio che il vescovo rivolge a don Venerando.
Dopo l’omelia, il nuovo parroco rinnovava il proprio impegno sacerdotale e la totale obbedienza al vescovo, il quale gli affidava ufficialmente l’altare, segno di presidenza nella celebrazione dei misteri divini dinanzi all’assemblea dei fedeli.
A conclusione della santa messa, la comunità tributava il festoso benvenuto al nuovo parroco e l’altrettanto caloroso saluto a don Scuderi, nel cortile dell’oratorio parrocchiale.
Nando Costarelli