Nella chiesa “San Giovanni Nepomuceno” di Stazzo, il Coorda (Coordinamento oratori diocesi Acireale) si è radunato per ricevere il mandato degli anima-educatori dal vescovo mons. Antonino Raspanti. I giovani sono partiti dallo slargo di via Torrisi per raggiungere la chiesa, compiendo un percorso di riflessione insieme al vescovo. In seguito all’ascolto del mandato, due educatori del centro “Padre Nostro” del quartiere Brancaccio di Palermo hanno spiegato l’operato di don Pino Puglisi.
Abbiamo incontrato Angelo Grasso, responsabile dell’oratorio di Aci Platani e vice coordinatore degli oratori per saperne di più sullo svolgimento dell’incontro e gli abbiamo posto alcune domande.
– Come si è svolto l’incontro?
«Quest’anno è stato itinerante, abbiamo percorso il lungomare di Stazzo sviluppando tre tappe del sussidio, fino ad arrivare nella chiesa di “San
Giovanni Nepomuceno”. Prima di entrare in chiesa abbiamo ballato l’inno dell’oratorio estivo che s’intitola “Credici”. In chiesa ci è stato dato il mandato dal vescovo e abbiamo ascoltato delle testimonianze».
– Quali i punti principali del mandato?
«Il vescovo ci ha raccomandato di essere umili e servitori dei più piccoli, di avere pazienza l’uno con l’altro e anche di curare bene gli
ambienti per accogliere i ragazzi; è bello trovare gli spazi ordinati, ci fa sentire a casa, in famiglia».
– In merito alle testimonianze?
«Abbiamo ascoltato due educatori, tra cui il direttore del centro “Padre Nostro” del quartiere Brancaccio di Palermo che ci ha parlato di don Pino Puglisi e del suo amore per don Bosco. Don Puglisi, arrivato a Brancaccio, ha studiato le esigenze e la cultura del territorio per poi programmare come intervenire, chiedendo collaborazione per il bene di Brancaccio e spendendosi molto per i ragazzi. Il centro accoglie tutte le fasce di età, dai bambini agli anziani, gratuitamente. Siamo stati anche invitati a visitare il centro». “Si va in scena” è il tema di quest’anno. A cosa ci si riferisce?
«È basato sul convegno di Firenze e quindi sulla bellezza delle arti; ognuno in oratorio può mettere in atto e sviluppare il proprio talento. Ogni arte è abbinata ad una parabola».
– Quanti i presenti?
«Eravamo circa 25 oratori, se non di più e oltre 300 persone, tra anima-educatori, sacerdoti e alcuni ragazzi del seminario».
Graziella De Maria