Si è concluso con la Veglia di Don Bosco, organizzata dal COORDA per i giovani animatori della Diocesi di Acireale, il terzo appuntamento della visita pastorale che mons. Antonino Raspanti sta effettuando nelle parrocchie della sua comunità ecclesiastica.
Entrata nel vivo già da qualche mese la visita pastorale si attesta come un incontro tanto atteso. In questa occasione la comunità parrocchiale può scommettersi e mettersi in gioco, dimostrando prima a se stessa e poi al vescovo le proprie capacità ed attinenze. È quindi un momento di autoanalisi in cui poter capire i punti deboli dai quali ripartire. Ma non solo: la sensazione che si ha vivendo questa esperienza, ci raccontano alcuni parrocchiani, è il sentore di felicità nell’accogliere in casa propria un amico. Si prende così parte ad una festa inaspettata dalla quale però non si può mancare.
Mons. Raspanti / in occasione della visita pastorale l’incontro coi giovani
A ricevere il vescovo e i sacerdoti che collaborano alla visita pastorale Padre Mauro Boscariol, canossiano in forze alla diocesi acese. Proprio le sue parole ci permettono di addentrarci pienamente nell’esperienza vissuta: “la visita pastorale è un’occasione davvero preziosa per la nostra comunità perché è stata fin dall’inizio percepita come un modo per poterci rimettere in discussione, in particolare nell’ambito pastorale. Abbiamo potuto riflettere sull’andamento della nostra parrocchia, sui nostri punti di forza e su quelli che invece dobbiamo rinforzare per migliorare.”
Un clima di fraternità nel quale si sono alternati gli incontri con i bambini della catechesi ed i loro genitori, con gli anziani e gli ammalati, con le realtà parrocchiali che a vario titolo collaborano con il prete in favore dell’intera comunità.
In seno a questa iniziativa la parrocchia dei Santi Apostoli di Riposto, nella popolosa zona di Quartirello, è stata location ideale per la veglia di don Bosco. Martedì 30 Gennaio centinaia di giovani animatori della diocesi hanno accettato l’invito fatto loro dal COORDA, facendo proprio lo slogan della serata: diventare sognatori sulle orme di un sogno.
Nel bicentenario del sogno dei nove anni di Don Bosco, che rimanda ad uno dei momenti cardine nella vita del santo piemontese, i giovani hanno scoperto come i suoi passi hanno ricalcato quelli di Abramo. In questo modo i due hanno camminato verso la propria “terra promessa”.
Veglia di don Bosco / Mons. Raspanti ai suoi giovani
Proprio ai suoi giovani si è rivolto Mons. Raspanti con queste parole: “L’oratorio ha due cammini che si intrecciano: quello civile e quello ecclesiale. Sono questi cammini che possono fare dei ragazzi “onesti cittadini e buoni cristiani”. L’oratorio incarna la Chiesa che esce. Camminiamo allora sulle orme del patriarca Abramo accompagnati dai sogni profetici di Don Bosco. Ai nostri giovani, aperti al mondo, consegniamo il presente affinché possano aprirsi al futuro. E non tutti lasciamoci prendere per mano e portare da Dio dove vuole. Ci vuole coraggio e libertà per affidarci a Lui. È più semplice di quanto noi pensiamo: basta fare entrare Gesù nel nostro cuore. Chiediamoci se crediamo veramente che Dio ci guida e vuole fare giungere ognuno di noi alla meta. Lui ci indica la strada che ci mostra così come ha fatto con Abramo.“
Ospite di questo momento di preghiera intenso è stato Fratel Alessandro La Rosa, che ha portato la sua testimonianza. Proprio il giovane camilliano ha professato i suoi voti solenni nei giorni precedenti alla veglia. Sogni e vocazione sono stati quindi protagonisti del suo racconto. Una testimonianza emozionante in cui il sogno di Dio e quello del giovane camilliano si sono sovrapposti. Un invito, il suo, a fidarsi dei propri sogni con la certezza che Dio guiderà i passi di ciascuno come fatto con Abramo.
Veglia Don Bosco / Dai cantieri per i giovani animatori al momento di preghiera guidato dal vescovo Raspanti
A spiegare il percorso fatto fin qui Don Orazio Sciacca, assistente spirituale del coordinamento diocesano degli oratori: “Nel 2023 gli animatori sono stati guidati nei nostri cantieri a meglio conoscere la figura di Abramo. Egli è incarnazione della Chiesa in uscita: riceve la chiamata di Dio e l’ascolta senza dubitare nemmeno per un attimo delle sue parole. Si fida e si affida a Lui, non tentenna e non teme di lasciare tutto per seguirlo. Abramo per primo mette nelle mani di Dio il suo sogno e lascia che il Signore lo modelli.
Continua: “Abramo incarna la speranza e la fiducia in Dio, diventando esempio per quella Chiesa in uscita che Papa Francesco tanto invoca come via da intraprendere: una Chiesa che cammina verso la strada indicata dal Signore. Gli stessi santi fondatori degli oratori, San Filippo Neri, Don Bosco e Maddalena di Canossa, hanno scelto di incamminarsi verso il futuro per consegnarlo a noi, rendendo gli oratori base di lancio per piccoli, ragazzi, giovani e adulti che con i loro carismi possono rendere il proprio territorio quella “terra promessa” tanto ambita.
Conclude: “L’intuizione geniale di questi grandi santi è esattamente questa. E noi siamo entusiasti di poter proseguire il loro cammino e collaborare in questo modo ad una società che vuole sempre migliorarsi.”
Chiara Costanzo