“La gratitudine è la memoria del cuore”. Questo aforisma mi risuonava martedì scorso, 16 maggio, mentre all’OASI Maria SS.ma Assunta di Aci Sant’Antonio, si inaugurava la sala dedicata all’indimenticabile mons. Alfio Donzuso che, di quella casa, fu il terzo direttore.
Un quadro, raffigurante mons. Donzuso, dipinto con arte ed autentica maestria dal maestro Antonio Pulvirenti di Catania, domina in quella sala, interamente ripulita e abbellita. Come, magistralmente, ha detto il direttore, don Gianpaolo Bonanno, il dipinto non vuole celebrare una persona, la quale risplende di luce propria, ma esprimere gratitudine e conservare una memoria.
A chiunque, nel tempo, entrerà all’OASI e chiederà (perché la curiosità è la prima dote di ogni persona), chi è stato mons. Alfio Donzuso, ognuno potrà rispondere, con le stesse parole scritte a tergo dell’immaginetta-ricordo. Che è stato “uno dei sacerdoti esemplari che la Diocesi di Acireale nei suoi 150 anni di vita ecclesiale ha annoverato nel suo presbiterio”.
Monsignor Donzuso: un ministero sacerdotale esemplare
Mons. Alfio Donzuso era nato a S. Venerina il 21 giugno1936, e ordinato Sacerdote da mons. Pasquale Bacile, il 15 marzo1964. Dopo una breve parentesi di vicario parrocchiale nella Parrocchia “Maria SS.ma Annunziata” di Calatabiano, ricevette la nomina di vice-rettore del Seminario Vescovile di Acireale, accanto ai rettori Costanzo e Gangemi. Nel 1983 fu nominato parroco della Parrocchia San Giovanni Evangelista in Acireale e nel 1992, a seguito della tragica morte del compianto can. Giovanni Licciardello, direttore dell’OASI “Maria SS.ma Assunta” in Aci S. Antonio e successivamente canonico del Capitolo Cattedrale.
Un ministero sacerdotale esemplare, quello vissuto ed esercitato da mons. Donzuso. La sua mitezza, bontà, stile, accoglienza, umiltà, obbedienza, trasparivano dalla sua persona, egli insegnava non con le parole, ma con la stessa vita. Anche nei momenti di sofferenza e di incomprensione il suo animo è rimasto imperturbabile, senza mai proferire parola alcuna di lamentele o di giudizio.
Dedicata una sala a monsignor Donzuso in segno di gratitudine
Il giorno della sua morte, 19 febbraio 2022, un seminarista mi inviò un messaggio e mi scrisse: “oggi è morto un Santo”. Nessun elogio più grande poteva essere fatto per quel sacerdote che aveva sempre rifuggito dalle prime pagine e dai palcoscenici. Ma, dietro le quinte, aveva insegnato e testimoniato la bellezza dell’essere prete ed era riuscito a contagiare di tanta bellezza, vivendolo e testimoniandolo, nella semplicità del quotidiano.
Dedicargli una sala e un dipinto, pertanto, è stato un semplice attestato di gratitudine da parte di Vescovi, del presbiterio diocesano e di laici che lo hanno stimato e amato, per dire grazie; per dire che il suo ricordo resta in noi come una delle cose più care; per dirgli che lo abbiamo e continuiamo a volergli bene.
Don Roberto Strano