La comunità di Bongiardo in Santa Venerina, assieme al suo parroco, don Carlo Palazzolo, domenica 12 gennaio, ha accolto con emozione e gioia la reliquia del Velo di Sant’Agata.
Nella prima parte della mattinata di domenica, la “Peregrinatio” ha inizio nella Basilica Cattedrale di Catania, presieduta dall’arcivescovo monsignor Luigi Renna. Muove poi verso Bongiardo, dove tanti fedeli aspettano l’arrivo con spirito di raccoglimento.
Nella piazza, durante una breve sosta di fronte la chiesa “Santa Maria del Carmelo”, ancora chiusa da ben 23 anni per il sisma del 2002, monsignor Renna esclama: “In qualsiasi luogo venga celebrata l’Eucaristia, li si trova Agata. Ogni luogo è centro, non esistono periferie”.
Il Velo di Sant’Agata in processione fino all’Oratorio di Princessa
Si proseguirà in processione, aperta dagli stendardi “Associazione Madonna di Lourdes” e “Confraternita San Sebastiano”; presenti alcuni confratelli della “Confraternita Santa Venera”, patrona del Comune. Si arriva all’Oratorio di Princessa, dove da tantissimi anni ormai la comunità di Bongiardo partecipa alla santa messa.
Presente alla solenne celebrazione, assieme al sindaco di Santa Venerina Santo Raciti, è anche quello di Zafferana Etnea, Salvo Russo. Questa partecipazione di entrambe le autorità civili vuole rappresentare lo spirito di unione cristiana e comuni intenti.
Presenti anche i parroci delle altre comunità di Santa Venerina.
Ha animato la funzione il coro parrocchiale “Fior del Carmelo”, diretto da Manuela Torrisi.
Il Velo di Sant’Agata bandiera di fede
Mons. Renna inizia l’omelia parlando del Vangelo di domenica incentrato sul Battesimo di Gesù, che entra nelle acque per preannunciare la Salvezza e darci le più autentiche speranze.
Parlando poi della Santa Martire aggiunge: “E’ stato bello vedere assieme, il 28 e 29 dicembre, le reliquie ed i corpi di Sant’Agata e Santa Lucia. Ciò ci fa riflettere che la Santità è generativa. Se ci si nutre di modelli Santi, la nostra vita si accresce nello Spirito”.
Spiega che Agata indossava il velo purpureo, perché era consacrata a Dio. “Agata aveva consegnato la vita al Signore, ed il Velo è bandiera della nostra Fede, di chi crede nella Resurrezione”.
Riferendosi al tema del Giubileo 2025, suggerisce di “Sperare” come lei, di porci costantemente una domanda: “qual è la qualità della mia Speranza?”. Da essa dipende la qualità della nostra fede e carità”.
Continua: “Non dobbiamo sperare nelle piccole cose, ma vivere tutto come missione. Definisce Sant’Agata “Pellegrina di Speranza”, che ci fa comprendere quanto il dono della Pace con i fratelli sia fondamentale per essere veramente in relazione con Dio”.
Sant’Agata e la Madonna due modelli da seguire
Alla fine della celebrazione prende la parola la catechista Marilena Barbagallo, segretario del Consiglio Pastorale, che ha dato il benvenuto al vescovo a nome della parrocchia. Sottolinea che “l’emozione è palpabile in questo momento”. Accosta poi la Santa Martire a Maria. Entrambe due ragazze, apparentemente fragili, ma chiamate ad una importante “missione”. Infine conclude: “Come mamma e catechista, auspico che i nostri ragazzi seguano come modelli queste importanti figure”.
Salvatore Raciti, profondo conoscitore della storia di Santa Venerina e scrittore di diversi testi sul suo paese ci racconta che: “Pietra miliare del legame con la Chiesa catanese è la devozione verso Sant’Agata. La chiesa Santa Maria del Carmelo ha posseduto due statue in passato. Una era in cera e riproduceva fedelmente, per dimensioni e fattezze, il busto reliquiario di Catania, compresa una fedele riproduzione dei gioielli. Ma le inopinate e facili pulizie sessantottine, ce ne hanno privato. L’altra statua, che stava stabilmente esposta in chiesa, è questa che vediamo oggi”.
Monsignor Maugeri e monsignor Licciardello tennero vivo il legame con Sant’Agata
Racconta ancora Raciti: “Il legame è stato rinsaldato attraverso due figli di questa comunità, custodi di tanta santità. Monsignor Giovanni Maugeri, protonotario apostolico, per oltre quarant’anni insegnò in Seminario Sacra Teologia, poi tesoriere e quindi fino alla morte Priore del Capitolo della Basilica Cattedrale e custode delle Reliquie della nostra Santa. Ben due volte eletto vescovo, per grande umiltà vi rinunciò. Di lui serbiamo un grande ricordo, ed anche la sua eredità, il terreno dell’Oratorio era sua proprietà. Morì santamente nella metà degli anni ’50.
La seconda figura è monsignor Innocenzo Licciardello, per diversi decenni professore di Sacra Scrittura presso il nostro Seminario. Per tanti anni fu parroco della Basilica Cattedrale. Dopo le dimissioni, concluse i suoi giorni in mezzo a noi, come semplice vice parroco di questa comunità, parlando sempre della sua Agata. Morì nel 1991”.
La “Peregrinatio” a Bongiardo è stata la prima tappa di altre in preparazione alle ormai vicine Feste Agatine che ogni anno riempiono di gioia il cuore di tantissimi fedeli.
Adele Maugeri