“Cristo vive e ti vuole vivo!” E’ stato questo il tema del Ritiro diocesano dei Giovani svoltosi gli scorsi 11 e 12 maggio presso la casa “Don Milani” in Pozzillo. Un tema forte, tratto dalle prime righe dell’esortazione postsinodale “Christus vivit”, firmata dal Papa lo scorso 25 marzo nella Santa Casa di Loreto.
Il fulcro di questa esperienza sono state le meditazioni sui capitoli III “Voi siete l’adesso di Dio”, guidata da don Giuseppe Pavone, e IV “Percorsi di Gioventù”, guidata da Rosario Pappalardo, che verrà ordinato Diacono dal nostro Vescovo il prossimo 3 luglio.
Il ritiro si è svolto in un clima familiare, vista la partecipazione di alcuni dei giovani dell’equipe diocesana di pastorale giovanile e di pochi altri giovani.
Il punto di partenza del ritiro è stato il prendere coscienza che noi siamo il presente, nella Chiesa e nella società, non il futuro come vogliono farci credere in tanti, in troppi, e che è questo il momento di dare senso alla nostra vita.
In questa due giorni ci sono stati consegnati due messaggi importanti che vogliamo condividere con voi. Il primo è che “noi giovani non siamo chiamati a riflettere la luce di Dio ma a rifrangerla”, la rifrazione è infatti è quel fenomeno che si osserva quando un fascio di luce attraversa un mezzo diverso: esso cambia direzione, cambia la lunghezza d’onda, si “personalizza” in base alle caratteristiche del mezzo attraversato. Dio non vuole che siamo delle sue fotocopie bensì che riusciamo ad essere noi stessi, sporcandoci le mani e individuando dove sta il nostro tesoro “perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6, 21).
Il secondo è che “noi non siamo i nostri limiti ma siamo ciò che siamo in grado di fare, l’amore che riusciamo a donare ai fratelli” e che “se mettiamo Gesù come mèta del nostro cammino, tutto acquista senso in Lui, anche ciò che potrebbe sembrare lontano dal mondo cristiano, come l’andare in discoteca. Mettere Cristo al centro della nostra vita non significa farsi prete o suora ma significa sceglierlo come mèta finale e vivere ogni esperienza della nostra vita, le tappe intermedie, sentendolo sempre accanto a noi, anche quando sbagliamo strada”.
Abitare i nostri limiti, scoprire i nostri punti di forza, questo ci permette di conoscerci e quindi di scoprire se i nostri sogni sono davvero nostri e se coincidono con il sogno che Dio ha su di noi, dando senso alla nostra vita.
Una provocazione forte ci è stata lanciata con la lettura del brano della Scrittura noto come la chiamata di Samuele (1 Sam 3): che idea abbiamo noi adesso della Chiesa? Nel brano, Eli, l’anziano, dorme e non sente più la voce del Signore, Samuele dorme, sente la voce del Signore, ma senza Eli non sa riconoscerla. Quante volte viviamo i contesti parrocchiali senza aver incontrato Dio nella nostra vita?
Queste sono le riflessioni che abbiamo meditato in un deserto atipico: lo scalo di Pozzillo al tramonto. Un’atmosfera ricca di pace, di serenità dove i nostri pensieri sono stati cullati dal suono del mare, dai colori del tramonto che sono penetrati nei nostri cuori e che ci hanno permesso di contemplare quanto ci era stato consegnato dinnanzi alla meraviglia del creato.
Nella notte fra il sabato e la domenica, abbiamo adorato e contemplato Gesù Cristo nella cappella della casa dove si è svolto il ritiro, guidati dal brano del Vangelo noto come “I discepoli di Emmaus”: un momento intenso dove i nostri cuori si sono aperti all’incontro con Cristo.
Denso di significato anche il contributo dato alla giornata di domenica dalle suore dell’Eremo di Sant’Anna (Valverde): con la loro gioia dirompente ci hanno fatto lodare Dio nel canto e nel ballo, con un cuore solo.
Il mandato si è concretizzato nella consegna dell’esortazione apostolica sulla quale abbiamo riflettuto insieme per poter continuare il cammino iniziato e capire ciò che il Papa ci restituisce a conclusione dei lavori del Sinodo.
Il ritiro si colloca nel contesto del cammino diocesano dei giovani “Segui i passi dell’amore – Il Vangelo si fa strada”, la cui prossima tappa vede come protagonisti i giovani maturandi con la festa loro dedicata, il prossimo 5 giugno alle ore 12.00 presso la chiesa “Gesù Lavoratore” in Giarre, durante la quale ci saranno diverse testimonianze e la benedizione delle penne della maturità.
In estate, a partire dal 16 di agosto, rivivremo l’esperienza del cammino diocesano dei giovani sulle orme dei Santi Alfio, Cirino e Filadelfo, con qualche variante sul percorso, quindi l’invito è: anche se lo avete fatto lo scorso anno, non prendete impegni dopo ferragosto così da poter partecipare a questa bellissima esperienza estiva!
Grazia Spinella