In Spagna, il premier socialista Pedro Sánchez ha annunciato l’intenzione del governo di varare una legge sull’oblio oncologico. Il provvedimento, che sarebbe dovuto entrare in vigore entro giugno, simboleggia l’urgenza di tutelare un diritto che, fino a questo momento, non è mai stato adeguatamente riconosciuto.
L’oblio oncologico come diritto da difendere e garantire
L’oblio oncologico è o non è un diritto? Questa è la domanda chiave, la cui risposta giustifica la ragione alla base della legge. È certo che le norme giuridiche di uno Stato mirino a tutelare i diritti cosiddetti “inviolabili” dei propri cittadini. Ma è altrettanto vero che la formulazione e approvazione di leggi preposte a tale scopo rivelano una possibile violabilità del diritto di riferimento.
L’oblio oncologico fa parte di quella famiglia di questioni transitorie che più di tutte necessiterebbero di tutela. La rivendicazione del suo pieno riconoscimento come diritto è l’oggetto della battaglia di uomini e donne che, nella condizione di ex pazienti oncologici, continuano a subire la negazione di opportunità e diritti fondamentali della persona. Anche a distanza di anni. Ingiustizie che si concretizzano nella difficoltà ad accedere a servizi finanziari, bancari o assicurativi. Ma anche nel mancato riconoscimento dell’idoneità a seguito di una domanda di adozione, sebbene questo sia ambito ancora più delicato guardando ai diritti del minore interessato.
Queste realtà talvolta discriminatorie investono persone che fortemente richiedono un trattamento che vada al di là delle difficoltà dovute a una malattia un tempo affrontata e poi superata. Tali considerazioni sembrerebbero suggerire un’urgenza nell’identificazione dell’oblio oncologico come un diritto che, in quanto tale, ha bisogno di una garanzia.
Diritti / La Spagna verso il riconoscimento dell’oblio oncologico
Sulla base di queste verità, il governo spagnolo ha deciso di proporre una legge apposita. Intende così offrire la possibilità di mettere un punto alle penalizzazioni subite da chi, in passato, ha vissuto il cancro. Pedro Sánchez ha esaustivamente messo in chiaro la sua posizione in proposito. “Le persone che hanno superato il cancro – ha detto il capo del governo spagnolo – non dovrebbero essere discriminate quando cercano un lavoro, un’assicurazione o una casa”.
Stando alle intenzioni di Madrid, la nuova legge dichiarerà “nulle tutte le clausole basate su precedenti oncologici che escludono o discriminano al momento dell’acquisizione di prodotti e servizi”. Essa proibirà di “tener conto dei precedenti oncologici” nella definizione delle condizioni di contratti di assicurazione. Infine, il provvedimento sancirà “il diritto di non dichiarare di aver patito un cancro quando si stipula un’assicurazione legata a un mutuo bancario”.
Diritti / La Spagna verso il riconoscimento dell’oblio oncologico: l’Italia?
Le istituzioni spagnole sembrano usufruire al meglio (o almeno in questo contesto) dei canali di comunicazione disposti tra governati e governanti. La proposta di legge, il cui testo è stato elaborato in accordo con le associazioni dei malati di cancro, non è altro che un output in risposta alle richieste avanzate dalla società. Ci si chiede a questo punto se, rispetto al tema, anche il governo italiano sia in grado di ascoltare e sostenere i bisogni del proprio popolo.
Soprattutto adesso che i nuovi casi di tumore sono in aumento, anche se si muore meno per queste patologie. Come dimostrano le statistiche del cancro pubblicate sul sito della Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Rispetto al 2020, nel 2022 è stato stimato un aumento dei nuovi casi di tumore dell’1,4 per cento circa per gli uomini. E dello 0,7 per cento per le donne. I dati in questione pressano affinché la questione dell’oblio oncologico diventi prioritaria nell’agenda di governo. E in effetti la proposta non è passata inosservata agli occhi dei nostri politici.
Diritti / Anche l’Italia verso il riconoscimento dell’oblio oncologico
Come spiega l’avvocata Elisabetta Iannelli, segretaria generale della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), in Italia ci sono 9 proposte di legge a riguardo. In attesa dell’approvazione di un testo unificato, è stato già comunicato il contenuto della norma. La legge prevedrà due scaglioni temporali entro i quali si avrà il diritto all’oblio oncologico. Nello specifico, dieci anni dopo il termine delle cure per chi ha avuto il cancro dopo i 21 anni. Cinque anni per chi lo ha avuto da più giovane.
In aggiunta, le proposte di legge che confluiranno nel testo unificato prevedono anche una Consulta con i ministeri competenti e le associazioni dei pazienti al fine di garantirne la corretta applicazione. “Il governo guarda con grande attenzione alle proposte di legge sull’oblio oncologico”. Ha detto così la premier Giorgia Meloni. Così, con il contributo del ministro della Salute Orazio Schillaci, l’intenzione è quella di formulare una norma “capace di dare risposte a un problema estremamente concreto e che incide molto sulla vita di tantissimi italiani”.
Si tratterebbe di un intervento che mette alla prova le capacità di ascolto e di soddisfazione del nostro governo. Un piano non di poco conto, che avvicinerebbe l’Italia alla Francia, ai Paesi Bassi e al Portogallo. In questi paesi, infatti, leggi specifiche difendono l’oblio oncologico. Sulla base di questi modelli, anche il governo italiano intende quindi concedere protezione e risposte a quella fetta di popolazione che, come non manca di sottolineare l’omonima campagna, grida forte #iononsonoilmiotumore.
Roberta Lazzaro