“Sui diritti umani non si torna indietro, ma si deve andare avanti”: è questo lo slogan di cui si fa portavoce il Manifesto proposto da Amnesty International. Reso noto il 4 Agosto 2022, è stato già sottoposto ai leader e alle leader delle coalizioni e dei partiti candidati alle elezioni del 25 settembre scorso. L’obiettivo è promuovere l’impegno della politica a rispettare i princìpi fondamentali di cui “un paese come l’Italia non può privarsi”.
Diritti umani / Il Manifesto di Amnesty International
Il Manifesto è teso ad assicurare il sostegno e la salvaguardia dei diritti di tutte le persone in un panorama nazionale (e internazionale) attualmente incerto. Dove la questione è esposta all’attenzione di tutti in modo costante. In un momento storico-politico così delicato, Amnesty International si serve di questo strumento per proseguire la missione intrapresa più di 60 anni fa. Fondata nel 1961, l’ONG è occupata infatti a stimolare l’osservanza e prevenire eventuali violazioni dei valori assoluti sanciti dalla “Dichiarazione fondamentale dei diritti umani” (1948). E dunque del diritto internazionale che ne è derivato.
Sulla base di questa causa, l’organizzazione ha chiesto ai candidati delle elezioni politiche del Settembre 2022 di aderire al Manifesto e di battersi per la sua attenzione. Si tratta di un modo per ricordare alle istituzioni di supportare i traguardi raggiunti negli ultimi anni al di là dei cambi di potere. Perché i diritti non possono essere oggetto di negoziazione. In dieci punti, Amnesty International ha così invitato ad includere nell’agenda di governo quei princìpi e libertà ineliminabili in vista di una “solidarietà, equità e dignità” sempre crescenti.
Diritti umani / Il Manifesto di Amnesty International: i dieci punti
Il contenuto del Documento si esprime attraverso dieci punti, ciascuno dei quali dedica uno spazio ad una specifica area tematica.
- Promozione dei diritti economici e sociali. Inclusi il diritto alla salute, al lavoro, alla sicurezza sociale e a un alloggio adeguato.
- Tutela dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne. Gli obiettivi sono quelli di diffondere la cultura del consenso. Adeguare il codice penale italiano al diritto internazionale. Garantire servizi sanitari appropriati e accessibili.
- Istituzione di strumenti efficaci a contrastare l’abilismo, la misoginia e gli atti discriminatori nei confronti della comunità LGBTQIA+.
- Riforma della legge n. 91/1992 sull’acquisizione della cittadinanza.
- Adozione di misure positive al fine di prevenire e combattere la profilazione razziale e etnica e le forme di discriminazione correlate.
- Rispetto del diritto alla libertà di riunione pacifica. In questo modo, si aspira a porre fine alla criminalizzazione di chi manifesta. Ad escludere l’uso illegale della forza e delle armi meno letali da parte delle forze di polizia e l’uso della sorveglianza di massa illegale e mirata.
- Tutela delle persone che necessitano di protezione. Abolire perciò il memorandum di cooperazione con la Libia e fermare la discriminazione e la criminalizzazione dei migranti e delle persone e organizzazioni che li assistono.
- Centralità delle persone e dei diritti umani nel dibattito sul cambiamento climatico. Attraverso un impegno concreto per la riduzione dei gas serra, azioni per il contenimento dell’aumento della temperatura globale entro 1,5 °C e l’imposizione di misure di tutela conformi al rispetto dei diritti dell’uomo.
- Difesa della giustizia e del rispetto dei diritti umani nell’ambito delle crisi internazionali. Quindi, porre al centro dell’agenda di politica estera la salvaguardia delle popolazioni civili nelle zone di conflitto.
- Creazione di un’autorità nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani.
Diritti umani / Il Manifesto di Amnesty International: “Non si torna indietro”
Il Manifesto espone in modo schematico ed esaustivo i propositi di un mondo che necessita di evolversi e “fare passi avanti”. È la voce di chiede che le scelte strategiche della politica prendano in considerazione l’essere umano e la sua storica lotta per l’ottenimento dei diritti e delle libertà fondamentali. Senza tornare indietro. Ci si aspetta dunque la coerenza da parte del Governo Meloni, in carica dal 22 Ottobre, chiamato ad affrontare ed attuare l’agenda rispetto al contesto italiano. Tenendo conto della delicata intersezione tra il piano nazionale e quello globale.
Roberta Lazzaro