“Una sfida per tutti”. Si era capito, già dalla locandina, che al convegno sul tema “Dispersione scolastica e conseguenze” ci sarebbe stato poco spazio per le banalità o per le frasi scontate. E lo stesso vescovo Raspanti, intervistato dai giornalisti all’ingresso della splendida sala “Anderhub” della sede AIAS di Acireale, l’aveva lasciato intendere.
Il vescovo Raspanti: una società civile, pacifica, educata non viene fuori con il 22% di dispersione scolastica
“Noi, le tre Diocesi della Provincia, ci siamo dentro in questa azione e metteremo a disposizione le nostre strutture. Ma il compito delle Diocesi è quello di animare, sensibilizzare, non fare passare il problema inosservato. Perché spesso è un grandissimo problema e non viene messo a tema dalle Istituzioni e dalla pubblica opinione. Bisogna però stare attenti perché questo pone le premesse per il futuro sia democratico sia della società civile. Una società civile, pacifica, educata non viene fuori se abbiamo il 22% di dispersione scolastica accertata nella Provincia di Catania con le conseguenze, terribili, di derive delinquenziali e di ghettizzazione di buona parte della popolazione…”.
Il prefetto Librizzi: servono iniziative per intercettare i ragazzi e offrire loro opportunità diverse
Assist lanciato, replicato nella breve prolusione che ha preceduto gli interventi dei relatori, Elena Bonetti, ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia, e Maria Carmela Librizzi, prefetto di Catania, ottimamente coordinati dal collega Salvo Fallica. “Devo sottolineare – ha esordito il Prefetto – la grande sensibilità del Ministro che ha subito compreso il significato di questa iniziativa ma devo anche ricordare l’impegno del prefetto Sammartino con il quale si sono avviate le prime interlocuzioni per un protocollo d’intesa sulla questione della devianza minorile. Devianza che sfocia nel criminale e nel mafioso, ponendo l’attenzione sulla formazione scolastica dei giovani che costituisce il presupposto per il suo superamento”.
La proposta: il recupero dei quartieri a rischio in un’azione di rigenerazione urbana
E ha aggiunto: “Servono iniziative per intercettare i ragazzi, per offrire loro opportunità diverse e per evitare il pericolo che siano calamitati dalla malavita. La mappatura del territorio, dei quartieri a rischio in particolare, non può però prescindere da un’azione di recupero culturale di questi quartieri, di vera e propria rigenerazione urbana, attività che peraltro è già prevista dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza): non a quartieri dormitorio, sì a quartieri vivibili”.
Protocollo tra strutture giudiziarie e INPS: il reddito di cittadinanza per contrastare l’evasione scolastica?
“Un protocollo tra strutture giudiziarie e INPS – ha concluso il Prefetto darà la possibilità di mettere in relazione il profilo del buon cittadino con il diritto al reddito di cittadinanza: se non mandi tuo figlio a scuola non sei un buon cittadino e non hai diritto al reddito. E ancora: l’individuazione di situazioni-sentinella (chi spaccia, chi fa da palo…), l’analisi demografica dei ragazzi in età scolare e riscontro con gli iscritti nelle scuole per successiva segnalazione alla Procura, l’apertura pomeridiana delle scuole”.
Il ministro Bonetti: serve alleanza tra soggetti istituzionali
E’ toccato, quindi, al ministro Bonetti. Parole semplici e chiare le sue. Nel cuore del problema, senza esitazione alcuna: “Serve una comunità educante che si faccia carico di ricucire le lacerazioni sociali. Questo tempo (il tempo della pandemia, ndr) ha acceso un faro e reso visibili certe ferite. Bisogna riconoscere dignità alla persona umana e attivare tutti i percorsi che possano garantire libertà e uguaglianza”. E ha aggiunto: “Serve alleanza tra soggetti istituzionali, alleanza tra Stato, Forze dell’Ordine e Scuola. E’ compito di tutti offrire un’opportunità di prospettiva, dalla scuola deve scaturire una tessitura di opportunità per l’integrazione. Non servono scuole belle se prive delle voci di chi le ha abbandonate”.
Il presidente del Tribunale dei Minori, Di Bella: “Un’evasione al 22% è una bomba sociale”
Quindi, gli interventi del dott. Emilio Grasso, dirigente dell’Ambito Territoriale di Catania, ex ufficio scolastico provinciale. “Il fenomeno della dispersione, diffuso in tutta la provincia, è stato aggravato dalla pandemia: bisogna recuperare i ragazzi e le famiglie”. E del presidente del Tribunale dei Minori, Roberto Di Bella. “Catania ha i più elevati livelli di devianza giovanile, il 22% dei ragazzi che eludono l’obbligo scolastico rappresenta una bomba sociale”. Le repliche dei relatori e l’intervento finale del vescovo Raspanti, che ha ringraziato i presenti, hanno chiuso i lavori: la sfida è lanciata, adesso le azioni!
Giovanni Lo Faro