Don Lorenzo Milani / L’associazione Scarti ricorda con letture l’opera del prete educatore

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letture su don Milani

L’associazione Scarti di Acireale il 27 maggio prossimo, in occasione del centenario della nascita di don Lorenzo Milani, promuove un evento nei locali dell’anfiteatro Lorenzo Vecchio. A partire dalle ore 17:45, si leggeranno alcuni testi di don Milani, per ricordare e divulgare l’opera dell’educatore. A introdurre e contestualizzare le letture sarà Sebastiano Vecchio,  docente di Filosofia e Teoria dei linguaggi al dipartimento di Scienze Umanistiche dell’università di Catania. La lettura pubblica dei brani sarà patrocinata dal comune di Acireale.

Chi era don Lorenzo Milani ?

Don Lorenzo Milani è stato un presbitero, docente ed educatore cattolico, la cui figura di prete è legata all’esperienza didattica rivolta ai bambini poveri nella disagiata e isolata scuola di Barbiana, dove è stato fondatore di scuole serali popolari per giovani operai e contadini. L’esperienza di Barbiana servì, tra le altre cose, a stimolare un ampio dibattito sulla scuola dell’obbligo e sul futuro della pedagogia.letture su Lorenzo Milani

I suoi scritti innescarono aspre polemiche, coinvolgendo anche la Chiesa cattolica, gli intellettuali ed i politici dell’epoca. Don Milani fu un aperto sostenitore dell’obiezione di coscienza opposta al  servizio militare maschile che, all’epoca, era obbligatorio in Italia.  Dunque, per tale motivo processato per apologia di reato.  In primo grado ebbe l’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”, mentre in appello morì prima che si giungesse a sentenza.
Tra alcune delle opere di Don Milani: L’obbedienza non è più una virtù,  I care, Lettere a una professoressa,  Obiezione di coscienza.

Papa Francesco su don Milani

Significative alcune parole di Papa Francesco spese sulla figura di Don Milani.
«La sua inquietudine, però, non era frutto di ribellione ma di amore e di tenerezza per i suoi ragazzi, per quello che era il suo gregge, per il quale soffriva e combatteva, per donargli la dignità che talvolta veniva negata. La sua era un’inquietudine spirituale alimentata dall’amore per Cristo, per il Vangelo, per la Chiesa, per la società e per la scuola che sognava sempre più come un “ospedale da campo” per soccorrere i feriti, per recuperare gli emarginati e gli scartati».

Giulia Bella

 

 

 

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