Donazione di sangue / Chi dona salva una vita. Intervista ad Angela Belfiore, presidente Avis, e Anna Primavera, capogruppo Fratres Acireale

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Donare sangue è un gesto assai importante. Soprattutto in estate quando diminuisce il numero dei donatori a discapito di chi soffre. Quanto è diffusa nel nostro territorio la cultura della donazione? Ce lo spiegano “Avis” e la “Fratres” di Acireale.
“Avis”, Associazione volontari italiani sangue, fondata nel 1977, ha sede in via delle Terme, 32F, Acireale, si occupa primariamente della raccolta di sangue. Abbiamo incontrato l’attuale presidente, Angela Belfiore, 67 anni, che ci ha detto, tra l’altro: “In linea generale, a livello nazionale le donazioni di sangue sono scese, si parla di carenza nell’ultimo anno. Questo succede per vari motivi, i ragazzi sono occupati, qualcuno è al mare o in altri luoghi, e si rimanda, non si capisce che giornalmente c’è bisogno di sangue. Donare sangue significa salvare una vita. Ci sono bambini sottoposti a chemioterapia, un giorno sì e uno no hanno bisogno di piastrine, di plasma, di sangue. È difficile farlo capire.  Molta gente ogni giorno ha bisogno”.
– Chi può donare?
<<Tutti, dai 18 ai 70 anni, bisogna essere in buona salute, avere l’emoglobina buona>>.
– Quale il primo passo da compiere per diventare donatore e come procedere?
<<Nella nostra associazione o al centro trasfusionale è possibile compiere la pre-donazione per verificare lo stato di salute del potenziale donatore, in seguito si verrà contattati per procedere con la donazione>>.
– Pensa che urga più informazione?
<<Oggi l’informazione è aumentata, ma forse si perde il contatto. Il “passa parola” è molto efficace, da noi non c’è la mentalità della donazione. Parlando si riesce sicuramente meglio. Come Avis organizziamo incontri nelle scuole superiori di Acireale con la nostra psicologa, Rita Vasta, parliamo ai ragazzi, cerchiamo di porre il problema come meglio possibile. A chi acconsente proponiamo poi la pre-donazione>>.
– Anche le famiglie dei giovani devono fare la loro parte
<<Sì
. È capitato di incontrare ragazzi che hanno espresso la disapprovazione dei loro genitori. Un po’ adesso si è aperta la mentalità>>.

Foto di gruppo con i partecipanti alla manifestazione

– Se dovesse lanciare un appello ai potenziali donatori cosa direbbe?
<<Donare il sangue è una sensazione bellissima, si sta in pace con sé stessi e con gli altri, sai che hai salvato una vita, soprattutto quando si tratta di bambini talassemici, che vivono grazie al donatore, perché ogni 15 giorni hanno bisogno della trasfusione>>.

Il capogruppo della “Fratres” di Acireale (via Paolo Vasta, 180),  Anna Primavera, ci ha detto, tra l’altro: “In estate purtroppo la gente pensa prima ad andare in vacanza e poi a donare il sangue. C’è anche chi ha la pressione più bassa e non può donare”.
– In Italia, a parer suo, la cultura della donazione è radicata o, al contrario, carente?
<<Ancora un po’ carente. Serve informazione, noi cerchiamo di farla in tutti i modi però non giunge a tutti>>.
– Cosa cercate di fare per raccogliere qualche sacca di sangue in più?
<<Servono più giovani, mancano. In loro non c’è la cultura della donazione. Li incontriamo nelle scuole. Domenica 17, in occasione della giornata mondiale del donatore del 14 giugno, abbiamo effettuato una manifestazione, una passeggiata in città con tutti i donatori, partendo dall’area Com di Acireale>>. 

Graziella De Maria

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