Perché la guerra del Donbass, regione contesa tra Russia e Ucraina, ha rilevanza anche per noi Occidentali? Il conflitto è prossimo alla fine? Bisogna guardare verso Oriente per capire come va avanti il mondo lì. Perché alle nostre latitudini la guerra sembra qualcosa di lontano e anacronistico. Esistono tuttavia moltissime aree del mondo coinvolte in conflitti che durano da parecchi anni, la cui fine spesso non si vede nemmeno all’orizzonte. E’ il caso della guerra in Donbass.
Donbass / La guerra tra Russia e Ucraina
La guerra del Donbass ha avuto inizio il 6 Aprile 2014 ed è tutt’ora in corso. Ad oggi si può dire che il conflitto sia in fase di stallo, tanto da essere definito ‘guerra a bassa intensità’. Il Donbass, noto anche come bacino del Donec, è una regione orientale dell’Ucraina, zona di confine con la Russia. Nel 2014, i separatisti filorussi, forti dell’appoggio (non solo ideologico, ma anche militare) di Mosca, presero d’assalto alcuni palazzi governativi dell’Ucraina orientale. Il 6 Aprile le repubbliche autonome di Lugansk e Donetsk si dichiararono indipendenti dal resto dell’Ucraina.
Guerra etnica o economica?
La guerra affonda le proprie radici nel passato: la regione del Donbass è sempre stata una delle regioni più industrializzate dell’Unione Sovietica, il cuore pulsante dell’impero (fino al crollo dell’URSS, nel 1991, l’Ucraina era parte integrante della stessa). Questo, insieme alla centralità della lingua russa, non ha fatto altro che rimarcare un tratto distintivo del Donbass, rispetto al resto dell’Ucraina. Dopo il crollo dell’URSS, il senso di alienazione da Kiev, da parte di fasce della popolazione delle regioni ucraine più orientali, emerse sempre più. Probabilmente anche a causa del processo di europeizzazione e di un progressivo avvicinamento all’alleanza atlantica da parte del governo centrale ucraino.
I combattenti del Donbass, tra cui anche alcuni italiani, sposano la causa russa, a volte per soldi, a volte per sentimento. Il conflitto ha generato fino ad oggi circa 10.000 morti da ambo le parti, un numero probabilmente sottostimato ma che ne fa comprendere la portata. Seppur la guerra sia apparentemente regionale, indubbiamente ha anche peso nella distribuzione degli equilibri mondiali.
Donbass / La guerra tra Russia e Ucraina: equilibri strategici
L’Ucraina è oggi il principale ‘cuscinetto’ per la difesa di Mosca dalla NATO. Da quando l’alleanza atlantica, a guida statunitense, ha esteso la propria influenza anche ai Paesi baltici, la prima linea di confine della difesa russa si è spostata nettamente ad Est. Lo spostamento della linea difensiva, nell’accezione giornalistica, fa parlare di una ‘Nuova cortina di ferro’. Ad oggi, il primo bastione di difesa russo dagli Stati Uniti e i suoi alleati è rappresentato proprio dall’Ucraina, insieme alla Bielorussia. Da qui, l’importanza strategica per i russi di mantenere una forte presenza nella regione del Donbass, così come in Crimea, dove il porto di Sebastopoli garantisce un fondamentale sbocco sul Mar Nero.
Secondo Putin, la presenza della NATO in Ucraina è inaccettabile come anche, più in generale, il comportamento degli Stati Uniti di individuare nella Russia il “villano” di turno, con continui attacchi economici e mediatici che aumentano il clima di tensione tra i due Paesi. Le dichiarazioni di Biden contro Putin, del Marzo 2021, sono un esempio. Quel che è sicuro è che ai russi non dispiace più di tanto essere classificati come il nemico designato perché questo, in qualche modo, non fa che accrescere il loro status internazionale. Ancora più sicuro, però, è che a pagare le conseguenze di tali tensioni, ma prima di tutto del conflitto in Donbass, sia la popolazione civile.
Michele Garro