Dopo le elezioni / Sondaggio Ifop per “Pèlerin”: i cattolici francesi strizzano l’occhio alla destra nazionalista di Marine Le Pen

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Aumentano i cattolici praticanti in Francia che hanno votato per il Front National . Da un sondaggio dell’Ifop, emerge che al voto di domenica 6 dicembre, il 32% dei votanti “cattolici” ha detto di aver votato per Marine Le Pen. L’appello del vescovo Brunin: “Non lasciamoci paralizzare dai discorsi ideologici”

I cattolici praticanti in Francia sono andati a votare con grande partecipazione e hanno strizzato l’occhio al Front fran-755x491National di Marine Le Pen. E’ quanto emerge da un sondaggio Ifop che è stato commissionato dal giornale “Pèlerin”. Disponibile sul sito e in uscita sul numero di giovedì 10 dicembre, il sondaggio è stato curato dall’istituto di ricerca Ifop che ha preso in esame un campione di 2.904 persone, al primo turno delle votazioni regionali di domenica scorsa. Dal sondaggio emerge che il 32% dei votanti “cattolici” ha detto di aver votato per il Front National a fronte del 28,4% dell’insieme degli elettori. La destra moderata  ha raccolto il 33% delle preferenze cattoliche a fronte del 27,1% dei votanti mentre il partito socialista ha raggiunto il 19% delle preferenze cattoliche.

Ai cattolici francesi piace sempre di più Marine Le Pen. Il sondaggio ha messo a confronto la scelta del voto con la pratica religiosa. Da questo punto di vista emerge che il popolo cattolico “praticante regolare” francese continua a propendere verso la destra moderata dei Repubblicani e dell’Udi (il 46%). Ma sottolinea anche che il  24% dei cattolici praticanti regolari ha scelto il Front National. Il dato interessante è che

il numero dei cattolici assidui che hanno votato per Le Pen ha fatto registrare + 15 punti percentuali rispetto alle elezioni dipartimentali del marzo scorso quando solo il 9% dei cattolici aveva votato per il Front National.

“Questa spinta dell’elettorato francese cattolico verso il FN – spiega Jérôme Fourquet dell’Ifop – si è particolarmente sentita nell’elettorato tradizionalmente di destra, composto dai cattolici praticanti e più anziani”.

Il sondaggio si interroga anche sulle motivazioni del voto cattolicoper verificare se la minaccia di Daesh dopo gli attentati del 13 novembre abbia potuto influire sulla scelta di voto. Dall’indagine Ifop emerge che gli elementi determinanti del voto cattolico sono stati: il lavoro (71%), la sicurezza (61%), il potere di acquisto (57%), la lotta contro il terrorismo (57%) e la questione dell’accoglienza dei rifugiati (52%). Altro elemento che emerge dall’indagine è la partecipazione dei cattolici  alle elezioni. Domenica 6 dicembre si è riconfermata l’immagine del cattolico che uscendo dalla messa domenicale si reca alle urne . Dal sondaggio infatti si rileva come il 90% dei praticanti regolari ha votato domenica scorsa e che questa mobilitazione è aumentata di 17 punti percentuali rispetto alle dipartimentali di marzo. Il dato non sorprende: il sociologo Nicolas de Brémond d’Ars fa notare come il cattolico è di per se e da sempre una persona profondamente impegnata  all’interno della parrocchia o anche fuori nelle associazioni.

Non si sono valutati a fondo i programmi locali. Così monsignor Jean-Luc Brunin, vescovo di Le Havre e presidente del Consiglio famiglia e società della Conferenza episcopale francese, si spiega il voto di domenica scorsa che al primo turno delle elezioni regionali di Francia ha premiato il Front National. Interpellato dalla Radio cattolica “Rcf”, il vescovo ammette la sua sorpresa “dal momento che da questo partito non si è ascoltato un programma per le regionali”. Mons. Brunin spiega: “Ci hanno parlato di migranti, ma la questione della regolazione del flusso migratorio non è di competenza regionale. Ci hanno parlato di sicurezza ma anche questo argomento non è di competenza regionale”. Questo risultato rivela che “ci sono paure e inquietudini per il futuro ma anche forme di rifiuto”. Il rischio è quello di generare “divisioni” nel Paese mentre la sfida oggi per la Francia è quella di “dirigersi verso una coesione sociale” e in questo percorso “c’è una responsabilità della classe politica”. Con un comunicato, il vescovo si è quindi rivolto alla sua diocesi: “Non lasciamoci paralizzare dalle promesse elettorali o da discorsi ideologici che non riguardano le competenze del governo regionale”. “Il Vangelo e l’insegnamento di Papa Francesco ci incoraggiano a partecipare in maniera responsabile all’edificazione di una società solidale e fraterna”.

Maria Chiara Biagioni

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