Dov’è il turismo ad Acireale?

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I numeri e la matematica sono, per definizione, la logica. A prescindere da questa matematica espressione, entriamo in un argomento che viene ripetuto da tempo come una favola, ma senza alcun riscontro positivo nella realtà.

Ad Acireale si parla con convinzione di “turismo”, di una città vantata da sempre  come luogo di puro barocco, pittura, tradizioni, singolare accoglienza e meta obbligatoria di turismo. Ma non ha mai avuto coordinate ed è stata lasciata al “fai da te”. La città non ha avuto collegamento con le attività turistiche, con le promozioni e con lo sviluppo esterno. Una città che si pregia di essere, per antonomasia, turistica, non può, per prima cosa, non adottare un regolamento che deve contribuire allo sviluppo interno, a un mantenimento costante e alla crescita del termine “turismo”.

Si potrebbe cominciare con poche semplici norme che regolino la vita cittadina… Perché non proibire i suoni rumorosi e gratuiti degli automobilisti cche “omaggiano” ogni momento la città? Perché non stabilire le ore di carico e scarico, come in tutte le città che si rispettino?  Perché fare convivere il mercato di piazza Marconi con le tante macchine? Un atto che supera le norme di un regolamento civile e igienico. Perché vedere la città imbrattata a tutte le ore da affissioni pubbliche e non? Una piaga indecente.

Perché da anni si discute, ipotizza e si concerta un utile e necessario parcheggio per far cambiare il volto caotico della città rendendola più vivibile? Sino a oggi tutto è fantasia…

Perché portare con disinvoltura a spasso per le vie cittadine i cani senza museruola? Gli addetti ai lavori conoscono la legge, oppure no? Perché vedere piazza Duomo quasi buia e muta?… Ieri era vita, richiamo e orgoglio. I nostri amministratori  chissà… forse la sconoscono…

Con queste premesse Acireale non potrà mai definirsi turistica.

Sino a oggi tutto è fantasia… ma domani, ci sarà qualcuno che vorrà alzare un solo dito?…

Pippo Belfiore

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