Dove sei Aci… reale? Proposte e suggerimenti

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Acireale, una bellissima cittadina sita a metà della costa ionica, alle pendici dell’Etna e sul promontorio della comunemente detta “Timpa”, affonda le sue radici nel 1000 a.C., nella cosiddetta Xiphonia, oggi punta terminale di  Capomulini.

La piazza del Duomo di Acireale

Si presume che furono i Siculi a dar vita al primissimo nucleo abitativo e che successivamente i Fenici vi costruirono un loro emporio creando dei veri e propri depositi. Verso il 700 a.C. Xiphonia fu occupata e colonizzata dai Greci, e il suo nome fu grecizzato in Akis. Successivamente fu occupata dai Romani che ne fecero una propria colonia. In seguito varie vicissitudini, quali eruzioni e terremoti, fecero perdere quasi ogni traccia dell’insediamento abitativo sorto sulle sponde dello Jonio e sulle rive del fiume Akis. Lungo il corso dei decenni a poco a poco si registrò una ripresa sempre piu consistente del nucleo originario che ha lentamente trasformato il piccolo borgo in una bella cittadina, quale noi adesso ce la ritroviamo. Infatti non possiamo nascondere la convinzione che Acireale, almeno nelle sue potenzialità, sia una bella cittadina da vivere. Infatti non possiamo esimerci dal ricordare a noi e agli altri la bellezza di tante nostre chiese, quali per esempio la Basilica di San Sebastiano e la Cattedrale che attirano l’attenzione di quei pochi turisti che visitano la città e ancora di quei quattro acesi che conservano il gusto della bellezza e sanno dove trovarla per contemplarla. Se andiamo avanti su questo profilo è senz’altro piacevolissimo citare alcune delle più belle risorse culturali che vanta la nostra città: la ben provveduta Biblioteca Zelantea che meriterebbe un luogo più spazioso come ad esempio l’attiguo edificio dell’ex liceo “Gulli e Pennisi”; il teatro dell’Opera dei Pupi, simbolo specialissimo del nostro folclore; i grandi edifici d’epoca appartenenti a tante famiglie nobiliari acesi; il Castello dei Floristella nei pressi della vecchia stazione; l’Archivio storico e tanto altro ancora. Ma non potremmo chiudere qui questo breve elenco delle bellezze acesi se non citassimo alcune di quelle relative al paesaggio: chi infatti può vantarsi di vivere alle pendici del più bel vulcano d’Europa? Chi può bagnarsi nelle acque di uno dei mari più belli d’Italia? Chi può ammirare paesaggi più belli di quelli costituiti dallo straordinario costone lavico che noi chiamiamo Timpa? Ed infine, ma non per ultimo, chi può ammirare un panorama così emozionante come quello che ci offre la balconata del Belvedere, da dove si può vedere nei giorni nitidi anche la sponda meridionale della Calabria?

La basilica di San Sebastiano

Tutta questa bellezza, ammirata e cantata entusiasticamente da uomini di cultura italiani ed europei, sembra rimanere celata agli occhi di molti acesi. I motivi di questa “indifferenza” possono spiegarsi con varie cause: una di esse potrebbe ricercarsi nel fatto che diversi acesi non conoscono quello che offre la città: dipinti, palazzi nobiliari, le splendide icone (atareddi) disseminate lungo i vicoli della città, il parco delle terme di Santa Venera e altro; un altro motivo potrebbe essere la poca informazione data dagli uffici competenti che non forniscono spunti e stimoli di approfondimento per il cittadino acese e di conoscenza per il turista che viene a visitare la città; un altro motivo ancora è la scarsa rete di comunicazione dei mezzi pubblici che paralizzano letteralmente il desiderio di chi vuole raggiungere i bellissimi luoghi marini e montani vicini ad Acireale.

La frazione di Santa Maria La Scala

Eppure basterebbe poco per svelare e raccontare tanta bellezza e ricchezza… Fra quel poco si potrebbe suggerire questo: promuovere una migliore e facile possibilità di accesso a questi luoghi; migliorare la conoscenza storico-culturale degli stessi; rendere proficua la visita guidata e spiegata ai siti più culturalmente interessanti; mettere a disposizione del visitatore del materiale ed un piacevole ricordo dei luoghi visitati; potenziare le reti di comunicazione e trasporto per collegare velocemente ed efficacemente le zone di mare e montane, soprattutto quelle del sabato pomeriggio e della domenica praticamente assenti; creare una schiera ben preparata di guide turistiche; organizzare eventi culturali di ampio spessore in modo che il nome di Acireale nel mondo, primo sia conosciuto più diffusamente e non solamente abbinato al – se pur pregevolissimo – Carnevale estivo ed invernale; secondariamente perché in tal modo s’incrementerebbe ancor più il turismo e ciò porterebbe una non irrilevante risorsa per la nostra cittadina. Insomma, è ora che chi di dovere si dia una mossa sostanziata di fatti concreti e non di vane parole affinchè la gelida palude dell’immobilismo culturale sia sconvolta da una serie di avvenimenti estremamente incisivi e significativi sul piano socio-politico-intellettuale. Tutto questo al solo scopo di fare in modo che Acireale possa ritornare ad essere “Reale” o almeno avvicinarvisi.

Letizia Franzoni