Il bilancio di morti e feriti sale di ora in ora. La Chiesa ecuadoriana ha immediatamente promosso una colletta nazionale, al fine di soccorrere le persone più colpite nelle loro necessità più immediate. Dalla Caritas Italiana un primo contributo di 100mila euro per gli interventi di urgenza.
Sale di ora in ora il bilancio del disastroso terremoto che sabato scorso (16 aprile) ha colpito la zona Dracostiera dell’Ecuador, nel nordovest del Paese. Si contano, secondo l’ultimo rilevamento fornito in queste ore, 272 vittime, oltre 2.000 feriti, numerose migliaia di sfollati e numerosi danni alle infrastrutture. Il sisma, che ha avuto un’intensità di 7,9 della scala Richter, ha avuto come epicentro un punto 27 chilometri a sud-est di Muisne, a circa 170 chilometri dalla capitale Quito e a circa 200 dall’altra metropoli del Paese, Guayaquil. Le località più colpite sono Manta, Padernales, Portoviejo, Esmaraldas, Guayas, Manabí, Los Ríos, Santo Domingo e Santa Elena. È stato avvertito anche nel sud della Colombia, a Popayan e Cali. Cessata l’allerta tsunami.
Stato di emergenza in sei province. Il vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas ha disposto lo stato di emergenza in sei province del Paese. Al momento del sisma il presidente Rafael Correa si trovava infatti in Vaticano, dove ha partecipato ad un convegno sulla “Centesimus Annus”. Nella serata di ieri è rientrato atterrando direttamente nella zona colpita dal sisma. Dal Vaticano, via Twitter, aveva invitato tutta la popolazione alla calma e a “stare uniti” come mai prima.
Il Governo ha immediatamente inviato nelle regioni colpite 10.000 uomini dell’esercito. La priorità è scavare tra le rovine, per cercare di salvare il maggior numero possibile di vite umane. Poi si tratta di provvedere quanto prima alle migliaia di senza tetto e di riattivare i collegamenti elettrici e la viabilità, spesso interrotta (molte immagini mostrano strade letteralmente inghiottite dal sisma e ponti crollati).
Papa Francesco al Regina Coeli di domenica 17 aprile ha inviato a tutta la popolazione un messaggio di solidarietà, invocando l’aiuto di Dio e dei fratelli per la popolazione in difficoltà.
Colpite zone tra le più povere del Paese. Sollecita la risposta della Chiesa ecuadoriana, che ha immediatamente promosso una colletta attraverso la Caritas. Il segretario esecutivo di Caritas Ecuador, Mauricio Lopez, ha confermato l’impegno della Caritas in coordinamento con la pastorale sociale. Si stanno coinvolgendo le Caritas delle diocesi colpite per rilevare i bisogni più urgenti. A causa delle piogge, molte strade sono inagibili ed è difficile raggiungere le zone colpite.
Pedro Sánchez, di Caritas Ecuador, ci informa che la Caritas “sta mobilitando i suoi volontari e organizzando la solidarietà della Chiesa verso il popolo ecuadoriano”. Questo l’aggiornamento della situazione, nel momento in cui lo sentiamo (nella serata del 17 aprile):
“Le province più colpite sono quelle di Manabí ed Esmeraldas. I dati ufficiali parlano di oltre 200 vittime nel Manabí, di 22 nella zona di Muisne, 2 nel Santo Domingo de los Tsáchilas, 2 nel Guayas e 1 nel Pichincha. Oltre alle vittime e ai feriti, sono moltissimi gli edifici, i ponti e le strade lesionati. I dati ufficiali parlano di 370 edifici distrutti, 151 edifici e 26 scuole sono state danneggiate. Il comune di Pedernales è più colpito. In pratica è totalmente devastato ed è rimasto solo un cumulo di macerie”.
Anche alcune chiese sono state colpite dal sisma.
Aggiunge Sánchez: “Si tratta di zone tra le più povere dell’Ecuador. La popolazione del Manabí e dell’Esmeraldas vive di turismo, commercio, pesca e piccola imprenditoria locale”. Dentro un’economia di mera sussistenza. La provincia di Esmeraldas e gli altipiani andini della vicina provincia Imbambura sono tra le regioni più sismiche dell’Ecuador. Per ridurre la vulnerabilità della popolazione in caso di catastrofi naturali, la Caritas aveva avviato negli ultimi anni, progetti di preparazione alle emergenze, attività di prevenzione e piani di evacuazione che sono stati presentati anche nelle scuole.
Dai dintorni di Quito, nella cui diocesi presta servizio come missionario fidei donum, don Giuliano Vallotto, originario della diocesi di Treviso, scrive: “L’Ecuador era già un Paese in crisi a causa della caduta a picco del prezzo del petrolio, sua principale risorsa. Ora alla crisi si aggiunge la tragedia. Abbiamo chiamato il Vescovo di Esmeraldas per avere alcune notizie soprattutto di Muisne. Era appena rientrato da Muisne dove aveva celebrato la Messa della domenica del Buon Pastore. La polizia non gli ha permesso di entrare nell’isola perché il paese è semidistrutto ed è stato temporaneamente abbandonato dai suoi abitanti. Il vescovo ci diceva che sono state principalmente le abitazioni dei più poveri a risentirne”.
L’appello dei vescovi. La Conferenza episcopale dell’Ecuador (Cee) si è rivolta direttamente al Paese attraverso un comunicato stampa: “Di fronte al forte movimento tellurico sentito in tutto l’Ecuador, la morte di numerose persone e i danni materiali che hanno coinvolto numerose città, noi vescovi dell’Ecuador vogliamo far arrivare al popolo ecuadoriano una parola di fiducia nel Signore, padrone della natura, perché nella sua infinita misericordia abbia compassione di quanti tra noi sono stati colpiti dal sisma. Il nostro pensiero va in special modo ai nostri fratelli delle province di Manabi ed Esmeraldas, che sembrano essere le zone più colpite.
Invitiamo tutti a unirsi a una colletta nazionale
in favore delle persone più colpite, al fine di soccorrerle nelle loro necessità più immediate”.
Un primo contributo dall’Italia. Caritas Italiana, “che già da diversi anni collabora con Caritas Ecuador con il sostegno alle attività istituzionali e la realizzazione di micro progetti di sviluppo in tutte le diocesi del Paese, ha subito espresso tramite Caritas Ecuador
solidarietà e vicinanza
alle comunità colpite”. Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, afferma in una nota: “Mentre ci accingiamo a iniziare insieme a tutte le Caritas diocesane il nostro 38° Convegno nazionale sul tema della misericordia, apprendiamo di questo violento terremoto che ha colpito l’Ecuador. Sentendoci pienamente parte dell’unica famiglia umana, assicuriamo vicinanza nella preghiera e come segno concreto mettiamo a disposizione di Caritas Ecuador un primo contributo di 100mila euro per gli interventi di urgenza”.
Bruno Desidera