Economia / Addio rendite (per le famiglie). Dove mettere i risparmi, per chi ne ha, è diventato un incubo

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Con la partenza del “quantitative easing” voluto dalla Bce di Mario Draghi, con il conseguente crollo delle quotazioni dei titoli di Stato, con il Bot praticamente sparito e il Btp decennale che rende non molto oltre l’1 per cento annuo, sta sparendo la cara, vecchia rendita. Cioè il fare soldi con i soldi, con i beni posseduti, finanziari o immobiliari.

Per l’economia in generale una buona notizia: la rendita è “parassita”, non genera più di tanto investimenti e quindi addio_renditecrescita. Per molte, moltissime famiglie italiane una grave perdita se non un lutto. C’è chi vive – magari ha sempre vissuto – appunto di rendita, campando su cedole e interessi e/o affitti. Chi ha integrato i suoi guadagni lavorativi appunto con qualche rendita; chi faceva fruttare i propri risparmi in modo sicuro, con il Bot o con il bilocale messo in affitto per poi darlo al figlio cresciuto.

I tassi a livello zero e il fisco italiano stanno spazzando via tutto quanto. Un terzo dei titoli pubblici dell’Eurozona ha rendimenti negativi: si paga per detenerli! I sicuri titoli di Stato italiani non danno più niente o quasi; le obbligazioni societarie regalano uno zero virgola in più, a fronte di rischi notevoli. Le polizze vita, i fondi comuni “tranquilli”, gli altri strumenti finanziari “senza rischi” investono appunto in Btp e Cct, solo con maggiori costi per il risparmiatore.

Il bilocale, il garage in centro, il mattone qualsivoglia? Per carità! Pagati Imu, Tasi, Tari, Irpef sui canoni percepiti e imprevisti vari, rimane di concreto solamente il rischio che l’affittuario non paghi più (rimanendo tranquillamente dentro la tua proprietà) o te la rovini che poi… Quindi queste rendite sono ormai opzione per grossi fondi immobiliari, per operatori specializzati, ma non alla portata del piccolo-medio risparmiatore. Che ora deve guardare alla Borsa – una roulette che ha regole più da gioco che da investimento, e che il “piccolo” non capisce – o al conto corrente, dove la banca non dà più nulla, in un conto corrente sempre più oberato di costi e tasse.

Materasso? Farà ridere, ma attualmente ci sono decine di miliardi di euro di risparmi italiani completamente fermi, incapaci di trovare uno spiraglio d’investimento, indifesi dagli assalti di operatori famelici, di un Fisco che li ha presi di mira, di una situazione economica che li penalizza assai.

Che fare, dunque? Beh, mettere in cassetto il sogno di “vivere di rendita”, anzitutto. Al massimo si può campare mangiandosi il patrimonio, e poi tanti saluti. Oppure ragionare su tempi lunghissimi, sul fatto che in futuro ci saranno pensioni striminzite o quasi inesistenti, integrare quindi i propri contributi previdenziali, riscattare la laurea (anche se non conviene quasi più), pensare ai figli… Ristrutturare casa, che ora conviene molto; oppure dotarla di sistemi di risparmio energetico. Comprarla no: più dell’80% degli italiani ha una prima casa; cambiarla sì, il momento è favorevole. Oppure fare quel piccolo investimento con amici di cui si discute da anni: meglio provarci, magari va bene.

Altrimenti? Consolarsi con il fatto di averli, i soldi. Chi – e sono tanti – in questo momento sta solo tirando la cinghia, non avrà di questi problemi, ma ne ha tanti altri che…

Nicola Salvagnin

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