Economia civile / Nasce a Catania la Bottega di San Giuseppe, sogno d’integrazione

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Una nuova, originalissima “bottega” nel cuore di Catania, a due passi dal Duomo, ove acquistare prelibatezze alimentari garantite “fatte in casa”, ricercati manufatti e pregevoli lavorazioni artigianali, per lo più nel segno del riuso e del consumo critico, a chilometro zero. Aprirà i battenti il prossimo sabato 1 febbraio in via San Giuseppe al Duomo 4, alle 18.30, la Bottega di San Giuseppe, nuovo esercizio frutto di un ricercato lavoro finalizzato non solo a offrire gustose eccellenze nostrane, manifatture frutto di riuso ed economia circolare ma, soprattutto, uno spazio di esposizione e aggregazione gestito da giovani provenienti da tutto il mondo, con situazioni di disagio che ora sono alle spalle.

Una nuova piccola grande #PerleDelloJonio, da evidenziare di diritto nella nostra apposita rubrica, gestita da una dozzina di nuovi pasticceri, panettieri e artigiani, con una grande storia personale da raccontare: quella di persone qualificate e reintegrate nonostante difficili condizioni di partenza, provate anni fa nelle periferie del nostro paese o in metropoli indiane, africane e sudamericane. Un encomiabile modello di lavoro, integrazione e reintegrazione, reso possibile grazie al progetto “In un Chicco: storie di accoglienza, integrazione e inclusione sociale…”, finanziato dall’8×1000 per volontà della CEI attraverso la tenace attività della Congregazione delle Suore Serve della Divina Provvidenza dell’Istituto San Giuseppe di via Monreale, nel quartiere “Cibali” di Catania, struttura d’inserimento prevista dal Tribunale di Catania e dai Servizi Sociali del territorio, ove già da anni sono attivi i preziosi laboratori dai quali proverranno i preziosi prodotti in vendita.

Grazie alla collaborazione formativa e sperimentale con le realtà economiche del settore nel territorio svolte negli ultimi anni, i giovani coinvolti offriranno ora dal cuore della città una nuova lodevole interfaccia commerciale, che potrà costituire anche uno spazio disponibile utile per associazioni e gruppi in grado di offrire graziose lavorazioni o lodevoli iniziative in cerca di una familiare e confortevole “vetrina” per il loro apprezzato lavoro. Un simbolo di una nuova economia civile, un mosaico di variegatissimi paesi, ma soprattutto un messaggio chiaro su ciò che può scaturire da accoglienza, relazione personale, lavoro, integrazione e inclusione sociale: la Bottega di San Giuseppe costituirà a Catania un nuovo canale di commercializzazione fondato sulla filiera corta, offrendo anche il sistema della prenotazione e della consegna domiciliare via e-commerce, tramite il sito labottegadisangiuseppe.com.

 “Il nostro impegnarci nel campo della promozione umana significava e significherà sempre rendere lode a Dio: ora facciamo un altro passo per amore, fedeli alla chiamata all’attenzione al lavoro del nostro carisma” – ha affermato la Madre generale, Suor Vita Parisi, indicando la coraggiosa azione della comunità quale ragione di semina di speranza in un territorio spesso ferito per molteplici motivi. “Il sogno della Bottega di San Giuseppe – afferma suor Rosalia Caserta, motore inarrestabile dell’attività – significa per noi innanzitutto orientare questi giovani a potere offrire il frutto delle loro preziose capacità, dunque non attraverso logiche assistenziali, ma tramite il dinamismo di un lavoro che è il frutto della loro formazione personale, del loro impegno e della loro volontà di mettersi in gioco tra noi, vivendo così la propria dimensione di cittadinanza attiva”. 

La nuova bottega sarà ubicata nei locali messi a disposizione dalla Diocesi di Catania in una traversa di via Vittorio Emanuele, nei pressi di piazza Duomo: non poteva che trovare alloggio in via San Giuseppe al Duomo, proprio a fianco di un’antica chiesetta dedicata al santo patrono dei lavoratori, al quale lo stesso ordine religioso garante del progetto affida storicamente la missione del proprio laborioso carisma. 

Qualcuno potrebbe certo obiettare come disquisire sui porti aperti o chiusi, citofonare in casa di privati cittadini per chiedere se questi lavorino o delinquano, sindacare sulle coloriture della pelle o sul taglio degli occhi, possa forse essere interessante esercizio intellettuale per qualcuno, o forse un modo redditizio di impiegare il proprio tempo. Intanto, dal cuore di Catania, il sudore condiviso di ogni giorno di chi, invece, impiega il proprio tempo alimentando la speranza con il lavoro, mostra al nostro Paese una grande occasione di speranza: ad aprire la Bottega saranno persone di talento la cui speranza stava per spegnersi che, anni fa, piuttosto che un pregiudizio e una porta, o un porto, chiusi, hanno incrociato un sorriso materno, in questo caso quello delle suore della Divina Provvidenza, che ha aperto loro portone e cuore, generando valore.

Attraverso una capacità progettuale condivisa, piuttosto che un banale selfie sui social network, le suore della Divina Provvidenza si scommettono così con questi giovani in una nuova originale bottega, in cui sarà possibile non solo acquistare squisiti prodotti locali e sfiziose manifatture, ma sostenere un’idea di mercato a misura d’uomo, fatta di passione, dignità, fiducia e sensibilità. Se dall’antico sogno di un fedele artigiano, Giuseppe, partì un percorso che cambiò la storia, dal nuovo sogno di una bottega a lui dedicata può nascere a Catania una nuova speranza di economia civile da sostenere, imitare ed esportare: se, come scrivono sul sito questi giovani, il futuro bisogna sognarlo, sarà possibile cominciare a farlo insieme dal prossimo 1 febbraio, nel cuore di Catania. 

Mario Agostino

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