Il 22 febbraio ha avuto l’ok definitivo il disegno di legge di conversione del decreto per il Mezzogiorno con 122 sì, 44 no e 50 astenuti. Con il disco verde del Senato al via l’iter degli interventi per l’Ilva e l’area di Taranto, ma anche alla cabina di regia per il risanamento ambientale di Bagnoli. E per tutti gli investimenti attuati nelle Regioni meridionali viene rafforzato il credito d’imposta. L’aliquota sale al 45% per le piccole imprese, al 35% per le medie e al 25% per le grandi
È diventato legge il decreto Sud. Il Senato ha approvato, il 22 febbraio, il disegno di legge di conversione del decreto per il Mezzogiorno con 122 sì, 44 no e 50 astenuti. Il provvedimento, già licenziato dalla Camera, è diventato così definitivo.
Tutela dell’occupazione, salvaguardia ambientale, coesione sociale e territoriale sono i capitoli principali che compongono il decreto legge.
Con il disco verde del Senato al via l’iter degli interventi per l’Ilva e l’area di Taranto, ma anche alla cabina di regia per il risanamento ambientale di Bagnoli. E per tutti gli investimenti attuati nelle Regioni meridionali viene rafforzato il credito d’imposta. L’aliquota sale al 45% per le piccole imprese, al 35% per le medie e al 25% per le grandi.
Rilancio economico, sociale e culturale. “Valutiamo le misure contenute nel decreto legge sul Mezzogiorno in relazione al processo di rilancio dello sviluppo economico, occupazionale, sociale e culturale già avviato nell’area di crisi industriale/ambientale di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montesemola, a seguito del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) sottoscritto dal Governo, con Regione Puglia e istituzioni territoriali”, dice Antonio Castellucci, segretario generale della Cisl Taranto-Brindisi. “Ora – prosegue -, per riqualificazione urbana, recupero della città vecchia di Taranto, bonifiche ambientali, Porto, infrastrutture, si dovrebbe finalmente procedere più speditamente, auspicando che i freni burocratici non ritardino ulteriormente l’avanzamento progettuale e l’apertura dei cantieri”.
Quanto alle bonifiche ambientali, “come Cisl Taranto Brindisi abbiamo già rilevato la necessità che sia impiegata più forza lavoro, al fine di rendere al più presto l’intera area industriale compiutamente sostenibile dal punto di vista ambientale, in modo che sia vivibile da tutti i lavoratori impegnati all’interno del siderurgico e dai cittadini che vivono all’esterno”.
Castellucci assicura: “Continueremo a batterci perché sia predisposto, contestualmente, un Piano sanitario efficace e appropriato, rapportato alle emergenze, alle cure e alla prevenzione sanitaria dell’intero territorio ionico e all’ammodernamento tecnologico dei dispositivi medico-diagnostici delle strutture sanitarie”. Con riferimento, poi, alle risorse finanziarie per l’Ilva di Taranto, “le risorse messe in campo danno evidenza alle priorità ambiente-occupazione-salute-sicurezza, vero e proprio paradigma che per noi dovrà essere rispettato rigorosamente e senza alternativa alcuna”.
Servono equilibri. Rispetto al risanamento ambientale di Bagnoli, Massimo Clemente, dirigente di ricerca in urbanistica al Cnr Iriss, considera “positivo” che il decreto legge approvato disponga una cabina di regia, ma “è necessario trovare i giusti equilibri tra il ruolo del governo centrale, che è competente per una tematica di rilevanza nazionale come Bagnoli, e le comunità locali, che per il nostro ordinamento hanno la competenza per l’urbanistica. Ci vuole un grande sforzo di buona volontà da parte di tutti i soggetti in campo, sia a livello centrale sia a livello locale”.
Già un anno fa furono annunciate grandi novità per Bagnoli, ma è tutto fermo. “Per l’urbanistica – spiega l’esperto – oggi la nuova frontiera è quella dei tavoli collaborativi e delle governance condivise.
I processi di rigenerazione urbana che vanno a buon fine sono quelli fondati su processi collaborativi, in cui tutti gli stakeholder – associazioni, imprese, cittadini – concorrono a un progetto comune, avendo prima una visione comune”.
Secondo Clemente, ciò risponde a una “visione di comunità che richiama anche la visione cristiana di una comunità in cammino, necessaria per la rigenerazione di un’area così vasta e complessa come quella di Bagnoli, che non ha bisogno di una soluzione calata dall’alto”. Oltre alla bonifica, serve “un giusto mix di iniziative di valorizzazione ambientale, sociale ed economica.
È il cosiddetto triangolo equilatero della sostenibilità”.
Attenzione alla realtà. La modifica del credito d’imposta per le imprese del Sud può rilanciare il settore industriale? “Nelle intenzioni del governo sì, ma le criticità di mercato, finanziarie e gestionali delle singole aziende potrebbero inficiare l’utilità dello strumento offerto dal decreto legge”, risponde Federico Pirro, professore di Storia dell’industria all’Università di Bari. “Può succedere in alcuni contesti territoriali, in alcuni settori e per alcune imprese, che si realizzi ‘l’offerta dell’acqua, ma il cavallo non beve’. Mi spiego meglio: se non ci sono commesse, se non c’è un posizionamento competitivo sul mercato, gli incentivi – nazionali, regionali o comunitari – possono non essere utilizzati dalle aziende che sono in difficoltà di mercato o finanziaria. Gli incentivi, infatti, presuppongono sempre una quota di co-finanziamento del privato che mette mezzi propri o mezzi attinti dal circuito bancario, ma, se le sue capacità di credito si sono ridotte per colpa della crisi, non può fare niente. Attenzione, quindi, alle situazioni reali”. Non solo: “Se un’azienda non ha politiche di marketing ben definite e una gestione efficiente, l’incentivo può essere persino una ‘droga’. Al contrario, se un’azienda è ben impostata, benché piccola, l’incentivo è uno strumento che la farà crescere”.
Gigliola Alfaro