Editoria religiosa / Più giovani e più colti: sono i nuovi lettori alla ricerca di senso

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Risultati incoraggianti dal Quinto osservatorio sull’editoria cattolica, presentato a Torino. Giovanni Cappelletto, presidente dell’Unione editori e librai cattolici italiani: “L’editoria religiosa è una nicchia sempre più interessante”. Un settore che attira anche gli editori laici. Giovanni Peresson, dell’Associazione italiana editori, spiega l’interesse per bioetica, geopolitica e rapporti ragione-fede.editoria religiosa

Un pubblico sempre più ampio e più giovane, in cui si fa forte la domanda di senso o che desidera arricchire la propria riflessione culturale. È il nuovo volto del lettore di libri a contenuto religioso, un popolo di 5,7 milioni di italiani, il 37,7% dei quali si dichiara non praticante o addirittura non credente. A rivelarlo sono le anticipazioni del Quinto osservatorio sull’editoria cattolica, commissionato dall’Unione editori e librai cattolici italiani (Uelci), curato dall’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie) e dal Consorzio editoria cattolica (Cec), e presentato oggi, 14 maggio, al Salone internazionale del libro di Torino nell’ambito dell’incontro “Editoria religiosa tra dinamiche di mercato e ricerca di senso”. L’Osservatorio, spiega Giovanni Cappelletto, presidente Uelci, “ha l’obiettivo di studiare in modo scientifico i movimenti della produzione editoriale e il mercato del settore per fornire alle case editrici e alle librerie cattoliche strumenti conoscitivi indispensabili per le politiche editoriali e commerciali” e “comprendere le dinamiche evolutive del settore in cui operano”.

Più giovani, più colti. 
Capovolta l’immagine tradizionale di un universo di lettori anziani: se il 30,3% ha più di 64 anni, il 13,7% è di età compresa fra i 18 e i 34. Alto o medio-alto il titolo di studio (il 24,3% e in possesso di laurea: il 13,4% di diploma di scuola superiore). Il 28% è costituito da professionisti e lavoratori autonomi. Un pubblico decisamente nuovo, rispetto a quello fotografato dall’Istat nel 2000, che acquista nelle librerie religiose (il 58,5% delle vendite avviene qui), ma anche in quelle “laiche” (19,3%) e nelle librerie on line (7,2%), anche in versione e-book. Fenomeni editoriali degli ultimi tre anni, i volumi di o su Papa Francesco (12 titoli nella Top 20), Benedetto XVI, Carlo Maria Martini ed Enzo Bianchi. “L’editoria religiosa – osserva Cappelletto – diventa di fatto una nicchia sempre più interessante” anche se il mercato “ha registrato nel 2014 – dopo anni in controtendenza o comunque meno negativi della media del settore – performance meno positive con un -15% rispetto al 2013”. Il settore vede una vivace concorrenza tra editori cattolici e “laici”, al punto che aree importanti come saggistica teologica e spiritualità sono presidiate in misura crescente da questi ultimi. E nelle librerie “laiche” cambia anche l’esposizione dei titoli: non più relegati accanto all’esoterismo ma disposti in modo “innovativo” con “esperimenti tematici più ampi”.

“Effetto Francesco?”. Ad ampliare la platea del mercato è il cosiddetto “effetto Francesco”, l’onda lunga dei fenomeni mediatici legati alla rinuncia di Benedetto XVI o piuttosto una ricerca di senso? Le ragioni sembrano legate soprattutto all’esigenza di avere una chiave di lettura e/o di comprensione “delle trasformazioni e degli interrogativi posti dalla modernità”, ha spiegato Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi di Aie, presentando i dati frutto di un’indagine Ipsos. Temi legati alla bioetica (come eutanasia o procreazione medicalmente assistita) o alla geopolitica “pongono domande che toccano anche il rapporto ragione-fede”. Solo il 15% di chi legge libri religiosi dichiara di farlo “per devozione”. Il 40% cerca un aiuto per l’approfondimento della propria fede, mentre il 39% è incuriosito “dalla ricerca e dall’analisi di tipo culturale per arricchire e migliorare la propria vita”. Un interesse che deve essere intercettato al meglio, avverte Peresson, “introduce dinamiche nuove all’interno del settore, sia per gli editori sia per le librerie”, spinge ad interrogarsi “su come dovranno cambiare forme, linguaggi, politiche d’autore, peso dei generi, canali di vendita e comunicazione”. “Occorre – chiosa Cappelletto – cogliere i cambiamenti in atto, monitorare l’andamento dei vari segmenti, creare momenti di discussione e analisi per ripensare il sistema di offerta editoriale e distributivo e le modalità della propria presenza sul territorio con librerie moderne, in grado di far comprendere il valore aggiunto della nostra mission e cosa ci differenzia rispetto all’editoria laica”.

Giovanna Pasqualin Traversa

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