Editoriale / Raccogliendo le parole di Aldo Moro, coraggio, fiducia e bontà siano il viatico per questo nuovo anno

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“Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà… Camminiamo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi”.
Sono parole di Aldo Moro, uno dei maggiori statisti italiani di sempre. Le pronunciò il 28 febbraio 1978, nel suo ultimo discorso ai gruppi parlamentari, in un momento grave del Paese: economia in caduta, tensioni sociali e scontro politico altissimo, l’imperversare del terrorismo. Pochi giorni dopo, il 16 marzo, Moro veniva rapito dalle Brigate Rosse e ucciso il 9 maggio, dopo 55 giorni di prigionia.
Parole che descrivono lo stato d’animo di molti italiani di oggi, al termine di un 2020, che nessuno avrebbe potuto immaginare.
Non esistono scorciatoie. Il tempo e la storia che ci sono dati da vivere sono giorni della nostra vita, non possiamo che accettarne le sfide. Assumendoci la responsabilità delle azioni che compiamo e di quelle che rifiutiamo o che vorremmo rifiutare.
Per quanto provati, sfiduciati o impauriti, sappiamo per certo che un domani ci sarà. Come sarà lo decideremo ancora noi, “camminando insieme” nonostante le difficoltà a capirci, condividendo un percorso comune, rispettandoci senza condannarci nella legittima diversità di posizioni.
Moro indica la via della responsabilità, sorretta dal coraggio e della fiducia. Papa Francesco, con parole dirette, la notte di Natale, sintetizza come solo lui sa fare il nostro limite più grande: “parliamo molto, ma siamo spesso analfabeti di bontà”. E mostra come uscirne: “Dio è nato bambino per spingerci ad avere cura degli altri. Il suo amore disarmato e disarmante ci ricorda che il tempo che abbiamo non serve a piangerci addosso, ma a consolare le lacrime di chi soffre”.
L’invito è a chi crede, ma ha una forza sociale e politica altissima. Impegna chi amministra, chi è datore di lavoro e chi è dipendente, le ‘partite Iva’ e i professionisti, chi opera nella sanità, nel sociale, nella chiesa, nell’informazione o nella finanza.
Ravvivare lo spirito di solidarietà per camminare. Questa la sfida, questo l’augurio a tutti noi per il nuovo anno.

                                                                                                                                                                                                                                                              Ezio Bernardi
direttore “La Guida” (Cuneo)