Educare nella scuola all’uso del web 2.0. Corso per docenti ad Acireale

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Sono stati già attuati i primi due moduli e nel mese di marzo sono previsti gli altri due del corso di formazione per docenti in servizio su “Educare nella scuola all’uso del web 2.0”, organizzato dall’Ente Attività Sociali di Acireale e dal suo Centro di cultura per lo sviluppo, collegato all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Vi partecipano una trentina di docenti provenienti dal Liceo Classico “Gulli e Pennisi” e dall’Istituto  Tecnico Industriale “G. Ferraris” di Acireale, altri dell’Istituto d’Istruzione Superiore “M. Amari” di Giarre  o di alcuni istituti di fuori provincia. La direzione scientifica è stata affidata al prof. Pier Cesare Rivoltella, docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento all’Università Cattolica, direttore del Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia (CREMIT) e presidente della Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale (SIREM). Premesso che con Web 2.0 si indicano tutte le applicazioni online che consentono un notevole livello di interazione (Blog, Forum, Chat, Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, WordPress, Trip advisor, ecc., e tenuto conto che “i nuovi media – come afferma la direttrice dell’ EAS e del Centro di Cultura, dott.ssa Grazia Brex – non possono più essere intesi come strumenti, ma vanno concepiti come veri e propri ambienti in cui le nuove generazioni sono nate, crescono e intessono relazioni, agli adulti, impegnati in un ruolo educativo, viene richiesto un cambiamento di mentalità, di modalità di comunicazione e un costante aggiornamento, dalla continua evoluzione di strumenti multitasking con funzioni sempre più complesse e applicazioni sempre più evolute”.

Pertanto il corso, che si avvale di esperti molto qualificati, si propone di fornire   strumenti teorico-pratici che consentano di conoscere criticamente e di inserire nel processo didattico-educativo l’uso dei nuovi media interattivi, ormai ampiamente utilizzati dalle nuove generazioni, per verificare l’efficacia di questi strumenti nel favorire la comunicazione generazionale ed intergenerazionale e per potenziare l’apprendimento con il reperimento e la produzione di materiali di studio  integrando i linguaggi consolidati della didattica con l’apprendimento attivo consentito dalle nuove tecnologie e promuovendo l’unità dei saperi con il raccordo fra umanesimo ed innovazione. L’obiettivo finale per i docenti è quello di esercitare attraverso attività pratiche con gli studenti la riflessione sulle potenzialità positive e sui rischi indotti dall’uso improprio delle nuove tecnologie e programmare interventi didattico-educativi nel corso dell’anno scolastico. Il prof. Giovanni Messina, tecnologo del CREMIT e ricercatore nonché  referente per la Sicilia del piano nazionale Scuola Digitale dell’ANSAS, uno dei formatori, dichiara che “la mancanza di partecipazione e la disattenzione che si rilevano frequentemente in una classe tradizionale nascono anche dal fatto che gli studenti sono abituati a ricevere feedback veloci, in formati facilmente memorizzabili (immagini, video, audio) e reperibili in grande quantità e facilità in rete” e aggiunge che “il ruolo dell’insegnante o dell’educatore, non potendo e, a mio parere, non dovendo impedire le attività svolte dai ragazzi in rete, è quello di guidare per promuovere un uso corretto e consapevole di questi strumenti”. Il prof. Rivoltella spiega, infine, che “non si tratta di contrapporre il metodo, cioè gli strumenti, ai contenuti dell’insegnamento.

Occorre invece chiedersi come quei contenuti possano essere veicolati con metodi e strumenti più vicini alle giovani generazioni”.  Ancora una volta il Centro di Cultura dello Sviluppo di Acireale risponde in modo serio ad una domanda di aggiornamento ineludibile nel mondo della scuola e delle associazioni che svolgono attività educative con i giovani e i giovanissimi.

Giovanni Vecchio

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