Sono circa 3 milioni in Italia i giovani appartenenti alla Gen Z (generazione dei nati tra il 1997 e il 2004) che per la prima volta saranno chiamati a votare alle elezioni del prossimo 25 settembre 2022. Mancano poco più di 2 settimane alle elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e sono contrastanti le emozioni che pervadono i neo-elettori. Desiderio, paura, confusione ma soprattutto consapevolezza che questa sarà per loro un’occasione di far sentire la propria voce e dare il proprio contributo alla politica italiana.
Eppure, al giorno d’oggi addentrarsi nel mondo della politica non è così semplice. Soprattutto all’interno di una società che sembra non dare il giusto valore ai giovani. Essi rappresentano il futuro, ma troppo spesso vengono descritti come svogliati e disinteressati. Una narrazione che di certo non gli rende giustizia e che si riflette su di loro come un peso da portarsi dietro. Ne consegue un sentimento comune di angoscia e sfiducia, seguite dalla rassegnazione. Dalla convinzione che “non cambierà mai nulla” e ci si abbandona all’indifferenza e al naturale susseguirsi degli eventi. Si tratta di un ragionamento malato, un pensiero fin troppo comune che pian piano rischia di avvelenare le menti.
Elezioni / I giovani della Gen Z per la prima volta al voto
Quello che ne deriva è un meccanismo pericoloso all’interno del quale è facile rimanere intrappolati. Ci si ritrova all’interno di un contesto che non ci rappresenta, intriso di valori che non riconosciamo come nostri. È troppo facile abbracciare un atteggiamento di rassegnazione, troppo semplice incolpare gli altri: il cambiamento parte da ognuno di noi. Ed è proprio da questo che nasce il grido d’aiuto dei giovani. Una richiesta d’ascolto a quegli adulti che con troppa leggerezza riconoscono in loro una generazione vuota e priva di ideali.
La richiesta dei giovani si rivolge alla scuola affinché essa possa educarli alla politica. Ma anche alla classe politica stessa, affinché essa ascolti le loro esigenze sui temi che più gli stanno a cuore: clima, lavoro, diritti. Si sentono spaesati, non si sentono rappresentati e soprattutto non si sentono ascoltati. Una richiesta esplicita e diretta la loro che, secondo Alfio Pennisi, «non può cadere nel vuoto, la scuola e la politica hanno il dovere di accoglierla». Ma in che modo? Come e cosa fare per far sì che i leader politici tengano in conto le loro opinioni e desideri?
Nasce proprio a partire da queste domande l’iniziativa portata avanti dallo stesso Alfio Pennisi e da un gruppo di adulti (insegnanti, impiegati, operai, imprenditori, avvocati, giornalisti, ecc.) che vogliono dar voce ai giovani. L’idea prende spunto da un’iniziativa di Italian Tech, il content hub del gruppo GEDI, che ha promosso un podcast quotidiano per dare spazio alle richieste sei giovani. Proponendo un tema diverso ogni giorno, dà loro la possibilità di esprimersi, esponendosi in prima persona. Da qui nasce la proposta rivolta nello specifico ai ragazzi di Acireale.
Elezioni politiche / Quelli che la prima volta
“Quelli che la prima volta” è questo il titolo del questionario online rivolto ai giovani acesi d’età compresa tra i 18 e i 22 anni che per la prima volta andranno al voto, tutti invitati a compilarlo. Una proposta nata dalla necessità di dar loro lo spazio che meritano, in uno scenario di profonda trasformazione che coinvolge non solo la città di Acireale, ma l’intera Europa. Un’occasione da cogliere al volo, per dimostrare che la Gen Z non è una generazione priva di valori, ma che ha degli ideali e delle proposte per un futuro migliore.
«Care ragazze e ragazzi – scrive Pennisi sul suo blog personale – l’invito, da parte mia e di tanti altri adulti che non vogliono rinunciare alle nuove possibilità di cambiamento, è quello di uscire allo scoperto e creare un incontro reale tra le generazioni. Vi chiediamo di salire in cattedra e cominciare ad interrogare ed a pretendere delle risposte. Servono “quelli che la prima volta” al voto non passi inosservata, quelli che hanno voglia di guardare oltre il muro del già visto». Un invito a prendere posizione, a insistere e farsi valere, “serve il contributo di tutti, nessuno escluso, per dare forma ad un nuovo futuro”. Ed è proprio in quest’ottica che dobbiamo guardare le cose e in questa prospettiva che bisogna agire. Nella consapevolezza che il cambiamento è necessario, ma che questo parte da noi. Da quei 3 milioni di nuovi elettori che con il loro voto possono fare la differenza.
Mariachiara Caccamo