Elezioni in Francia / Con Macron ha vinto la rivoluzione moderata, una iniezione di fiducia per l’Europa

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La vittoria di Emmanuel Macron apre una stagione completamente inedita non solo per la Francia, ma anche per il destino della politica e dell’Unione Europea.

Ha vinto una certa idea di integrazione contrapposta alla paura, a chi voleva costruire muri, soffocare speranze, chiudere frontiere. Macron è un leader giovane, carismatico, controcorrente. Ha vinto nonostante la retorica che ormai da anni aleggia sull’establishment e sulle banche. Ha vinto una certa idea di riformismo, altra sia rispetto alle liturgie asfittiche della sinistra del Novecento, sia rispetto alla superficiale narrazione del liberismo mainstream.

Libertà contro le diseguaglianze; libertà contro il cambiamento climatico. Due temi strettamente correlati, che rendono la portata storica di questo risultato e che hanno segnato la campagna elettorale del nuovo Presidente. Ma prima di tutto libertà e integrazione europea, oltre la destra e la sinistra di sempre. La dicotomia che contrappone nazionalisti e mondialisti affonda le radici nella storia dell’Europa unita fin dall’epilogo della Seconda guerra mondiale, però solo dopo la caduta del Muro di Berlino la comunità politica ha cominciato a rendersene conto. Vuol dire anzitutto osservare l’esistente da una prospettiva diversa coniugando la dimensione dell’identità con quella delle opportunità. Il clamoroso successo di Donald Trump negli Stati Uniti aveva innescato un pericolo effetto domino nella direzione della conservazione più nazionalista. E invece Emmanuel Macron ce l’ha fatta, ha avuto il coraggio di rimettersi in gioco e ha dimostrato di avere ragione.

I partiti tradizionali ne escono ridimensionati sia rispetto ai contenuti, sia nella forma. Sembrava impossibile che qualcuno dal nulla potesse arrivare al potere sprovvisto di una solida macchina organizzativa radicata nel tessuto sociale e sul territorio. Oggi è successo e con buona probabilità accadrà ancora, determinando un cambiamento strutturale nel modo di intendere il rapporto tra le istituzioni politiche e il corpo elettorale.

Il prossimo scoglio da superare è adesso rappresentato dalle elezioni legislative di giugno. En Marche! dovrà consolidarsi e competere alla pari con gli altri partiti, guadagnandosi lo spazio necessario a sostenere la leadership del neoeletto Presidente. Le liste saranno composte per metà da candidati alla primissima esperienza e per l’altra metà da veterani. L’entusiasmo per la conquista dell’Eliseo, la voglia di rinnovamento, il coraggio di andare oltre saranno sufficienti? Sarà dura, ma è già un nuovo inizio.

Elia Torrisi

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