Elezioni USA 2024 / L’America sceglie Trump

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Trump rieletto presidente

Donald Trump è ufficialmente il 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Numerosi gli elettori che si sono recati alle urne per scegliere la nuova guida del Paese. Sin dalle prime battute di questa campagna elettorale così avvincente e ricca di colpi di scena, l’esito appariva tutt’altro che scontato. Si parlava di un testa a testa tra i due candidati ma, nella realtà dei fatti, la vittoria del candidato repubblicano è stata netta e senza appello.
Ciò, a dimostrazione del fatto che i sondaggi elettorali sono soltanto una proiezione, spesso fallace, della realtà concreta di voto.

Donald Trump è il secondo Presidente della storia americana ad essere rieletto in cicli non consecutivi, dopo il democratico Grover Cleveland.
“Questa sarà l’età dell’oro dell’America” promette il neopresidente. Non fatichiamo a crederlo, considerando che dalle elezioni ha ottenuto il netto controllo del Senato. Trump è stato, infatti, in grado di produrre l’effetto del “trascinamento”.  E’ riuscito nel miracolo di colorare di rosso Stati tradizionalmente democratici, quali ad es. Arizona, Georgia, Nebraska, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin.
Dai risultati emersi, appare evidente che il popolo americano non ha votato soltanto il nuovo Capo della Casa Bianca, ma ha scelto la persona, l’ideologia, il progetto politico, il disegno di pace così come avvenne con Ronald Reagan, il 6 febbraio 1911.

Trump- Harris: una campagna elettorale densa di colpi di scena

Sono stati mesi intensi di campagna elettorale. Il mondo intero ha assistito ad avvenimenti inaspettati e clamorosi. Le dimissioni del candidato più anziano di sempre a tre mesi dalle elezioni con la conseguente entrata in scena della vicepresidente Kamala Harris in veste di nuova candidata democratica alle Presidenziali USA e due tentativi di assassinio ai danni di Donald Trump.
Le prime si resero necessarie in seguito al confronto tv tra Trump e Biden avvenuto il 27 giugno 2024. In esso, infatti, l’ormai ex presidente Biden apparve confuso, stanco ed incapace di reagire. Il 13 luglio, abbandonato sia dai sostenitori che dal partito, Biden lascia. La Harris liquida il tutto parlando di un Biden “raffreddato”, di una “brutta serata”.

Attentato a Trump
Attentato a Trump

Nello stesso giorno, assistiamo al primo dei due tentativi di agguato mortale ai danni del tycoon. Trump sta tenendo un comizio in Pennsylvania, all’aperto. Improvvisamente, un giovane appostato sul tetto di un edificio gli spara contro diversi colpi con un fucile semi-automatico. Gli agenti dei Servizi Segreti prontamente intervengono. Trump appare ferito e con il viso ricoperto di sangue ma, indomito e coraggioso, rassicura la sua gente con il tipico pugno chiuso esclamando: “Fight!Fight!Fight!”. L’immagine farà il giro del mondo ed è divenuta manifesto della sua incrollabile tenacia. Una settimana dopo questa giornata storica, subentra Kamala Harris.

Dal dibattito all’esito

L’unico dibattito tv tra Trump ed Harris termina in sostanziale parità tra i due. La campagna di Trump ha fatto leva sulla rabbia per l’inflazione, il debito pubblico e l’afflusso di migranti al confine meridionale. Kamala Harris, invece, ha posto in evidenza i temi dell’aborto e della sanità. Trump, infatti, nel 2020 aveva lasciato la carica con un’inflazione pari all’1.2% ed un debito pubblico pari a  18.668 miliardi di dollari. In soli quattro anni, gli USA si ritrovano con un’inflazione raddoppiata (2.4%) ed il debito pubblico che tocca ormai i 35 miliardi di dollari.
È con la vittoria in Wisconsin che Trump si laurea, per la seconda volta, Capo della Casa Bianca. Grazie ad essa, infatti, varca definitivamente la soglia dei 270 delegati, ossia il “quorum” che garantisce la vittoria matematica per l’Ufficio Ovale.
Non si fa attendere il commento del Cremlino, tramite il suo portavoce Dimitri Peskov, che dichiara: “Gli USA sono in grado di contribuire alla fine della guerra in Ucraina. Ma ciò non può avvenire dall’oggi al domani”.trionfo di Trump

La grande sfida del presidente Trump: ritrovare l’equilibrio

Dall’invasione all’Ucraina al conflitto in Medio Oriente, dall’inflazione al debito pubblico.
La grande sfida è ritrovare un equilibrio, magari la pace. Spegnere i vari venti di guerra degli ultimi anni. Putin spera che Trump tagli gli aiuti militari a Kiev, per poi aprire la strada al negoziato. Corsi e ricorsi storici. La memoria va subito agli attestati di stima che più volte Krushchew riservò a John Fitzgerald Kennedy e che si tradussero nel negoziato che pose fine alla crisi missilistica di Cuba del 1962. Questo mondo ha un disperato bisogno di dialogo, di diplomazia, di figure carismatiche e di buona volontà che sappiano sedersi attorno ad un tavolo per aprire trattative di pace. L’America, tramite il voto, ha espresso questa chiara richiesta.

Gli auguri del mondo al presidente Trump

Auguri trasversali a Trump giungono da ogni parte del mondo. Tra i primi a congratularsi, il leader israeliano Netanyahu: “Congratulazioni per il più grande ritorno alla storia! Un vero amico di Israele!” Segue la Premier Meloni ed il presidente francese Macron. Von der Leyen: “Molto più che alleati!” Entusiasta anche il primo ministro ungherese Orban che esclama: “Il più grande ritorno nella storia politica statunitense! Il mondo ne aveva bisogno”. Di grande speranza, il commento del leader ucraino Zelensky che auspica “un’era con USA forti sotto la leadership di Trump!”

Un Kennedy a sostegno del nuovo Presidente

Gran parte del merito di questa indiscussa vittoria, va certamente a Robert Kennedy Jr, nipote del compianto presidente John Fitzgerald Kennedy, brutalmente assassinato a Dallas e figlio di Robert Kennedy, ucciso mentre era in corsa per la presidenza nel 1968. Una vita, insomma, già segnata dal dolore della perdita di due figure così fondamentali. Robert Kennedy Jr. diviene avvocato e si appassiona alle tematiche sanitarie ed ambientali. Gli ultimi rumors lo vorrebbero Ministro della Sanità. Staremo a vedere. Certamente, ha contribuito, essendo democratico, a far sì che molti voti democratici andassero al suo amico repubblicano Trump. Donald, da parte sua, è sempre stato guidato dall’esempio e dall’acume politico ed intellettivo dei fratelli Kennedy.

Conclusioni

È evidente che, dopo anni di “fragilità politica”, il tycoon possa, grazie alla sua tempra ed al suo carattere così tenace e risoluto, impersonare l’immagine dell’uomo in grado finalmente di favorire la diplomazia tra i popoli e, di conseguenza, la tanto agognata pace. Che sia la svolta per l’America e per il mondo intero!

Giovanna Fortunato