Emergenza clima / Il dramma delle infrastrutture obsolete in Sicilia

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Quest’estate il clima in Sicilia ha messo in ginocchio le nostre infrastrutture obsolete. A fine stagione è possibile tirare le somme sulla situazione in corso, prendere atto del cambiamento climatico e adottare delle misure necessarie a gestirlo, come affermato anche dal nostro ministro della Protezione civile Nello Musumeci. Come sappiamo, il problema relativo all’ambiente è impossibile da negare, tra le strategie attuate per gestirlo non possiamo dimenticare l’importanza di migliorare le nostre infrastrutture.

I dati degli incendi e della temperatura

Le eccessive temperature hanno portato a numerosi incendi, alimentati dai forti venti caldi e dalla difficoltà a reperire l’acqua. Il caldo ha portato al surriscaldamento dei cavi della corrente, già sovraccarichi per via della maggiore domanda di elettricità verso le case per fare funzionare i climatizzatori. Secondo il report elaborato dal Corpo forestale della Regione, i roghi in Sicilia sono stati 338, la superficie boscata incendiata è stata di 693 ettari.incendio

Nei giorni più caldi, dunque nei giorni di fine luglio quando gli incendi divampavano più forti, la temperatura è arrivata a 50 gradi. Il dato è stato pubblicato dall’ESA sui propri canali social, e si riferisce al 17 luglio 2023, data in cui inoltre è scoppiato l’incendio presso l’aeroporto Fontanarossa di Catania, mettendo ancora più alle strette la regione.

La questione della crisi idrica

Ma tra le infrastrutture messe in ginocchio dal clima in Sicilia non vi è solamente la rete elettrica. In Sicilia è presente una crisi idrica costante. Dovuta in alcuni casi alla mancanza di acqua strutturale, in altri soprattutto alla distribuzione carente o malfunzionante da parte delle amministrazioni locali. Quindi, alcuni territori non hanno normalmente accesso costante all’acqua pubblica e, durante situazioni di emergenza come gli incendi, si ritrova con l’impossibilità di accedere a una risorsa vitale carente. Il risultato è stato che interi quartieri di Catania e dei paesi limitrofi, sono rimasti completamente senza corrente elettrica e senza acqua anche per 30 ore di seguito.

La comunicazione verso il tema ambientale

Con più soccorsi, ma soprattutto con più cura del territorio e con una politica più consapevole, questa condizione di caldo e vento, più unica che rara, avrebbe apportato molti meno danni sull’isola. Il problema è che però sia le fonti di informazione che il nostro governo sembrano ancora negare questo problema. Troppe sono le argomentazioni contro la transizione energetica e le azioni per mitigare il riscaldamento globale. Troppe sono le pubblicità a favore dell’industria dei combustibili fossili e delle aziende delle automotive, aeree e crocieristiche.

L’importanza della prevenzione per salvare la Sicilia

Le nostre istituzioni inizialmente sono rimaste impotenti davanti a questo disastro ambientale, ma si spera che ne siano uscite sensibilizzate. Questo problema può essere evitato con azioni di prevenzione e politiche mirate su cui Governo, Regioni e Comuni devono intervenire in maniera sinergica, perché gli incendi si possono prevedere e possono essere evitati.

Diverse sono le soluzioni presentate da Legambiente al Governo per salvare ettari di boschi dalle fiamme: definire un soggetto unico come la Protezione Civile nazionale per gestire gli incendi in maniera integrata, garantire un maggiore coordinamento tra le istituzioni e gli attori coinvolti e vigilare sull’applicazione della legge quadro sugli incendi boschivi, migliorare il sistema di raccolta, analisi e condivisione dei dati sugli incendi in Italia, potenziare i presidi pubblici, statali e regionali, nella lotta agli incendi nei boschi.

Martina Fidelio

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