Coronavirus e solidarietà/ Da privati donati all’ospedale Cannizzaro dispositivi sanitari di protezione

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Dalle mascherine alle visiere, dai camici alle casacche: diverse realtà del territorio hanno contribuito negli ultimi giorni alla lotta al Covid-19.
Oltre mille pezzi di abbigliamento sanitario- informa un comunicato dell’ ospedale Cannizzaro –  sono stati consegnati dal Centro Ortopedico Kineo

La farmacia Terranova di Regalbuto ha donato 240 visiere

del dott. Innocenzo Secolo, con sede a Catania, che ha destinato agli operatori sanitari 350 camici bianchi, 338 casacche e 335 pantaloni medicali.
La farmacia Terranova di Regalbuto ha recapitato 120 supporti e 240 visiere per la protezione individuale nei reparti Covid-19, complete anche di 2.400 pellicole sostituibili che quindi ne consentono un uso più duraturo e sicuro.
Dalle Officine Ortopediche Leonardi, con sede a Catania, Acireale e Giarre, sono arrivate alla Farmacia dell’Ospedale Cannizzaro 100 mascherine di loro produzione e regolarmente in commercio, certificate con grado di filtrazione BFE dunque equivalente a quello delle mascherine chirurgiche.
Il Club Soroptimist di Catania ha donato 600 mascherine con certificazione FFP2 e altre 100 di tipo FFP3, testate dal laboratorio dedicato dell’Università di Catania, sono state fornite gratuitamente dalla società TechLab Works. Inoltre, la prossima donazione di altre mascherine di protezione è stata già concordata con l’Azienda dal Rotary Catania Est e Distretto 2110 Sicilia-Malta e dal segretario provinciale UGL Chimici di Catania Carmelo Giuffrida che ha organizzato la raccolta fondi “Un aiuto in più”.
«Ringrazio di cuore anche a nome del personale – dice il dott. Salvatore Giuffrida, Direttore Generale – le diverse realtà che con generosità hanno fatto dono all’Ospedale di preziosi DPI, integrando gli sforzi che la Presidenza della Regione Siciliana, l’Assessorato della Salute, la Protezione Civile regionale e nazionale, oltre alla nostra stessa Azienda, stanno sostenendo per garantire la protezione degli operatori. Questa è una necessità primaria e conforta che possa essere soddisfatta con il contributo di tanti privati».

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