Emergenza Ucraina / Come la Diocesi di Acireale è pronta ad accogliere?

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L’emergenza in Ucraina purtroppo continua e la prima cosa che ci viene da chiederci è “Come la Diocesi di Acireale è pronta ad accogliere i profughi che arriveranno?”. L’accoglienza, da parte della Diocesi di Acireale, si è attivata sin da subito (qui la dichiarazione). Sono momenti difficili poiché ancora non è possibile ipotizzare quante persone giungeranno nel nostro territorio diocesano. Si pensa circa un milione di ucraini che potrebbero arrivare in Italia, e circa 5 milioni che lasceranno la madrepatria. Già qualche ucraino residente in Italia sta partendo con la propria auto per andare a prendere i propri parenti, mettendo a disposizione la loro casa per ospitare i connazionali.

Disposizioni per l’accoglienza

La via ufficiale da seguire per l’accoglienza dei profughi ucraini è quella di avvisare subito la Questura per avviare la procedura del visto. Questo avrà durata di un anno, dal 4 marzo 2022 al 4 marzo 2023. Inoltre, nel caso di accoglienza di minori non accompagnati (quindi senza la presenza di un genitore o un tutore) bisogna avvisare il Tribunale dei Minori. Questi ultimi verranno poi affidati a famiglie affidatarie o case-famiglia.

Emergenza Ucraina / Ruolo dei CAS

Per quanto riguarda le strutture di accoglienza, sulla rete nazionale non vi è la presenza di molti CAS, ovvero Centri di Accoglienza Straordinaria. Queste sono strutture individuate dalla Prefettura, attraverso appositi bandi di gara per l’affidamento di contratti pubblici, e gestite da cooperative ed associazioni di varia natura. Qui i migranti dovrebbero essere inseriti eccezionalmente in caso di saturazione delle strutture preposte. I CAS hanno lo scopo non solo di garantire una momentanea accoglienza e servizi minimi, ma anche di fornire servizi alla persona più completi. Quindi mediazione culturale, assistenza sanitaria, sociale e psicologica, orientamento al lavoro.

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Emergenza Ucraina / Come la Diocesi di Acireale è pronta ad accogliere?

Si sta incentivando la cosiddetta “accoglienza privata o diffusa”, ovvero dei privati che accolgono i profughi ucraini nelle proprie abitazioni. Nasce il problema che questa accoglienza è a carico di chi accoglie. Per quanto riguarda le comunità della Diocesi di Acireale, non avendo ancora un’idea di quanta gente possa arrivare, si stanno mettendo a disposizione due moduli abitativi da suor Rosalba e suor Alfonsina presso la comunità Madonna della Tenda a San Giovanni Bosco. Queste strutture sono due container della Protezione Civile creati in seguito al terremoto del 2022, per accogliere ragazze-madri o persone che per vari motivi sono costrette a lasciare la propria casa.

A Giarre, la comunità dei Padri Bocconisti, presso la parrocchia Regina Pacis, ha messo a disposizione degli alloggi dove loro stessi risiedono, per 4/5 nuclei monofamiliari (genitore e figlio).  La parrocchia Matrice di Aci Catena ha reso noto che nell’appartamento dove hanno abitato i vicari parrocchiali ci saranno quattro stanze da poter utilizzare per i profughi ucraini.

Problema accoglienza / Strutture nella Diocesi di Acireale

Molti hanno fatto notare, attraverso una petizione al vescovo Mons. Raspanti, il fatto di non aver messo a disposizione il seminario estivo sito in Santa Maria Ammalati. Bisogna subito dire che la Diocesi di Acireale non possiede grandi immobili funzionali e strutturali per poter svolgere attività o altro. Inoltre le strutture religiose che si trovano ad Acireale, come ad esempio i conventi, non appartengono alla Diocesi ma agli ordini religiosi, quindi devono essere questi ultimi a dare il permesso e la possibilità di poterne usufruire.

Parliamo di immobili chiusi da anni; bisogna anche capire in che stato si trovano. Il seminario estivo è il luogo dove i preti si riuniscono per gli incontri di clero settimanali e i seminaristi per i ritiri mensili. È uno spazio utilizzato dai giovani che non hanno strutture adeguate per potersi incontrare. Qualcuno ha fatto notare che è ristrutturato, ma ciò solo in parte. Devono ancora iniziare i lavori per completare un’ala di questo immobile, quindi una parte di esso è inagibile. L’accoglienza va fatta con dignità ed è improponibile alloggiare persone in un cantiere a cielo aperto.

Emergenza Ucraina / Accoglienza e sensibilizzazione

L’accoglienza fa parte del Vangelo, è vero, ma va fatta con criterio. Non ci sono accoglienze di serie A e accoglienze di serie B. A tutti coloro che hanno bisogno va offerto lo stesso aiuto. Non si possono aprire ad esempio gli IPAB (ex conventi requisiti e confiscati nell’Unità d’Italia) del comune di Acireale che sono chiusi da anni. Prima di pensare ad aprire o a mettere a disposizione determinate strutture bisogna cercare di capire in che condizione si trovano. Nell’affrontare l’emergenza in Ucraina, la Diocesi di Acireale è pronta ad accogliere ma sta cercando di sensibilizzare le comunità a delle accoglienze  mirate per una migliore integrazione delle persone.

emergenza ucraina don orazio tornabene Come ci dice don Orazio Tornabene, direttore della Caritas diocesana, “accogliere non vuol dire solamente dare un posto letto, ma significa dare e fare dei processi di integrazione per questa gente”. Parliamo di persone che non parlano la nostra lingua, quindi c’è la necessità di trovare mediatori culturali. C’è anche il discorso dell’inserimento scolastico qualora dovessero arrivare bambini e/o ragazzi in età scolare.

Il ruolo dei comuni in questa emergenza

Sarebbe bello creare dei dialoghi con i comuni visto che sono proprio loro i responsabili primari dell’accoglienza. Qualunque privato decida di accogliere a casa propria, comunichi prima cosa la sua intenzione al comune di appartenenza. Il Prefetto ha reso noto che già dalla scorsa settimana si è attivata l’ASP per quanto riguarda la profilassi sanitaria. Persone che vengono da un paese come l’Ucraina, dove solo il 35% è vaccinato, devono sottoporsi a tutte le visite di routine soprattutto in questo periodo ancora di pandemia. È bello anche fare rete con le realtà parrocchiali. Ci sono già stati comuni che hanno convocato i parroci, ma è utile studiare e stilare una prassi per capire come collaborare.

La Caritas diocesana nell’emergenza

Ricordiamo che è possibile dare il proprio sostegno economico (e già questa è una prima forma di accoglienza) negli uffici Caritas, in via Galatea 224 – Acireale ( dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 12:00). Oppure tramite bonifico a Caritas Diocesana Acireale IT 83 C052 1626 2000 0000 – 9042141

Come ci ricorda papa Francesco, “accogliere significa aprire la porta e permettere a chi bussa di entrare”. Facciamo in dono che le nostre comunità (civili e religiose) una famiglia che apre la propria porta a sorelle e fratelli che bussano”. Chiunque voglia tuttavia mettere a disposizione tempo, spazio o qualche risorsa, può contattatare don Orazio Tornabene al 3291879221.

Maria Catena Sorbello

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