In queste settimane, i prezzi dell’energia aumentano, e probabilmente continueranno a farlo. La domanda che quindi sorge spontanea è se una transizione energetica, magari verso una ‘green economy’, sia veramente alle porte, potendo quindi allentare la dipendenza dai Paesi esportatori di idrocarburi. La pandemia da Covid-19 ha rallentato l’economia di tutto il mondo, minando il cuore pulsante del sistema: la domanda e l’offerta di beni e servizi.
Il Covid-19 ha causato drastici cali nella domanda in moltissimi campi. Tra questi, in testa vi sono stati gli idrocarburi, il cui prezzo è calato drasticamente. Oggi, il sistema economico mondiale sembra riprendersi. Il PIL di molti Paesi torna ad essere positivo; di contro, il prezzo degli idrocarburi è salito alle stelle e, forse, continuerà ad aumentare.
Energia / I prezzi aumentano: le scelte della Russia
Gli aumenti di energia in tutta Europa sono conseguenza di un mercato dominato da quei pochi Paesi che, in quanto produttori di petrolio e gas, hanno deciso di gestire le esportazioni e i prezzi a proprio interesse. La Russia, ad esempio, attualmente si trova in rapporti non proprio rosei con l’Unione Europea, vista la politica di contenimento di quest’ultima nei suoi confronti, fortemente voluta dagli Stati Uniti. Le tensioni tra Russia e UE hanno determinato un rallentamento dell’esportazione del gas dei primi verso l’Europa.
In questo caso un’eccezione vale per Berlino, che ha propri accordi economici con Mosca, intensificati dopo la conclusione della costruzione del gasdotto “Nord Stream 2“, che trasporterà il gas dalla Russia direttamente in Germania. Quel che conta, è la voglia della Russia di ricordare che può fare il prezzo al mercato europeo. L’aumento del prezzo del gas certamente la favorisce, dato che avrà maggiore disponibilità economica per perseguire la propria politica estera. La Russia, infatti, sfrutterà con tutta probabilità l’occasione estendendo i propri interessi geopolitici in Libia.
E l’Italia?
L’Italia sta vivendo un nuovo sviluppo economico, ma l’inflazione è in crescita: i dati Istat confermano un rincaro generale dei prezzi del +2,5%. Quello dei prezzi dei carburanti ha conseguenze su tutti gli altri prodotti, come i beni alimentari. Ma come può l’aumento del petrolio influire sull’aumento del pane? Per gli agricoltori l’aumento del carburante significa affrontare un costo maggiore per il pieno dei veicoli agricoli. In Italia, inoltre, la quasi totalità delle merci viaggia su strada: è quindi evidente come l’aumento dei costi di logistica vada ad incidere sul prezzo finale dei prodotti trasportati. Sembra sempre più necessaria una maggiore indipendenza energetica.
Perché bisogna investire nelle fonti rinnovabili
Essere meno dipendenti dagli idrocarburi attraverso un processo di transizione energetica può e deve essere la soluzione. Non solo per risolvere i problemi legati ai costi, ma ovviamente anche a difesa dell’ecosotenibilità ambientale. L’energia solare, geotermica ed eolica sembrano tutte soluzioni appetibili per uno sviluppo sostenibile e per una progressiva minore dipendenza dagli idrocarburi, dato il loro grado di emissione di gas serra praticamente nullo e la loro rinnovabilità potenzialmente infinita. L’Italia potrebbe e dovrebbe, ad esempio, favorire l’installazione di impianti fotovoltaici presso le strutture di tutto il Paese, attraverso politiche di riduzione dei costi di installazione e di maggior capacità di accumulo dell’energia rinnovabile.
Un percorso avviato con le detrazioni fiscali degli ultimi anni e, di recente, le misure relative al SuperBonus 110%. In Europa, gli incrementi più elevati nella produzione di energia elettrica derivante da tali impianti, sono stati in Germania. Il governo tedesco, infatti, attraverso programmi di incentivazione da parte dello Stato ha fornito sussidi per l’installazione di impianti fotovoltaici. Gli unici impatti ambientali negativi dei pannelli derivano dalla fase di produzione delle celle e dallo smaltimento del prodotto, una volta terminato il suo ciclo di vita.
Energia / I prezzi aumentano: possibili soluzioni
Sulla risoluzione del problema dei carburanti, spesso si è sentito parlare di biocarburanti, derivati dalla trasformazione chimica della materia vegetale (prodotti agricoli come il mais). Questa soluzione si è però rivelata impraticabile, per diversi motivi legati all’ambiente. Le conseguenze di un passaggio ai biocarburanti avrebbero un pesante impatto sui mercati dei prodotti alimentari e aumenterebbero la deforestazione. Non sono pochi coloro che, invece, ritengono che un concreto processo di transizione energetica, soddisfacente nel rapporto costi-benefici, oltre ad essere sostenibile, sia individuabile proprio nell’energia nucleare. Le soluzioni avanzate e con pochi margini di rischio ci sono: ciò che è importante è che gli Stati di tutto il mondo viaggino in un’unica direzione. Occorre cercare la soluzione migliore per tutti, nonostante gli equilibri geopolitici siano spesso autoreferenziali.
Michele Garro