Energia Rinnovabile / Sostenibili e meno care: le comunità energetiche in Italia

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comunità energetiche Italia

Le Comunità energetiche in Italia sono sempre più in via di sviluppo, soprattutto per la produzione di energia rinnovabile di privati e pubblici. Hanno un ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica del Paese e apportano numerosi benefici di carattere ambientale, sociale ed economico, attraverso la produzione di energia collettiva che, nel caso delle comunità energetiche rinnovabili, deve ovviamente provenire da fonti rinnovabili. Per costituire una comunità energetica bisogna innanzitutto creare un’associazione o una cooperativa.

Siano essi persone fisiche, imprese, enti locali, aggregazioni di Comuni o altre entità. Individuare l’area dove installare l’impianto di produzione dell’energia, solitamente un impianto fotovoltaico dove ogni partecipante alla CER deve installare uno smart meter o contatore intelligente per misurare i consumi e gli utilizzi di energia in tempo reale. Una volta messo in funzione l’impianto, la comunità energetica può fare richiesta al GSE per ottenere gli incentivi previsti dalla normativa per la condivisione dell’energia. Gli incentivi riguardano l’energia autoprodotta e consumata ma non l’energia eccedente rilasciata in rete.

energia rinnovabile

Energia Rinnovabile / Comunità energetiche in Italia: i vantaggi

Le comunità energetiche possono portare una serie di benefici innovativi ed efficaci al territorio. Ad esempio di carattere ambientale, legati a una produzione di energia da fonti rinnovabili e quindi pulita. Benefici sociali, ovvero vantaggi che impattano ad ampio spettro il territorio con ricadute positive sull’ambiente, sulla migliore vivibilità, sullo sviluppo dell’area e su una maggiore indipendenza energetica.

Benefici di tipo economico a partire dalla riduzione dei costi delle bollette. Una fonte di guadagno grazie ai meccanismi degli incentivi del GSE. Incentivi e agevolazioni fiscali. Infine, sono cumulabili ad altri meccanismi, come il 110%. Inoltre, le comunità di energia, così come i sistemi di autoconsumo collettivo, rappresentano un importante passo in avanti verso un modello di generazione distribuita dell’energia volta a una maggiore flessibilità che favorirà lo sviluppo di smart grid o reti intelligenti.

Energia Rinnovabile / Le Comunità Energetiche in Italia

pannelli fotovoltaici

In Italia, la situazione è partita in ritardo per problemi di carattere culturale e burocratico. Ma a inizio 2022 esistevano, in Italia, già ben 20 comunità energetiche rinnovabili, come ad esempio E’ Nostra, che abbiamo trattato sulle nostre pagine. Un esempio molto interessante riguarda anche le unioni montane Valle Maira e Valle Grana, in Piemonte, che hanno fondato la prima comunità energetica di area vasta a carattere pubblico.

Se si guarda al passato, esempi di energy community esistono già dall’Ottocento. Una delle primecomunità energetiche in Italia è infatti la SEM – Società Elettrica in Morbegno. Costituita in Valtellina nel 1897. Si basava sulla produzione di energia elettrica attraverso 8 centrali idroelettriche in grado di coprire i fabbisogni di circa 13mila utenti presenti sul territorio. La Società Elettrica Santa Maddalena è un altro esempio di comunità energetica pioniera. Fu costituita nel 1921 nella Val di Funes, in Trentino Alto Adige. Si fonda sulla produzione di energia rinnovabile basata su impianti idroelettrici, fotovoltaici e a biomassa. Anche l’Azienda Energetica Prato Società Cooperativa, presente in Val Venosta a partire dal 1926, sempre in Alto Adige, usa energia idroelettrica per produrre energia destinata all’auto-consumo.

Le comunità energetiche esistenti coinvolgono comunità montane, comunità agricole, enti locali, imprese e privati. Secondo i dati dell’Electricity Market Report dell’Energy & Strategy Group (Politecnico di Milano), entro il 2025 le energy community italiane saranno circa 40mila. Con la diffusione delle comunità energetiche, attraverso i fondi del Pnrr, altri studi stimano che si possa arrivare a produrre un quantitativo di energia di 2.500 GWh l’anno con un beneficio ambientale pari a 1,5 milioni di tonnellate di CO2in meno all’anno.

Energia Rinnovabile / L’UE e gli obiettivi della politica energetica

In virtù dell’Unione dell’energia (2015) i cinque principali obiettivi della politica energetica dell’UE sono quello di diversificare le fonti energetiche dell’Europa, garantendo la sicurezza energetica attraverso la solidarietà e la cooperazione tra i paesi dell’UE. In primis garantire il funzionamento di un mercato interno dell’energia, che consenta il libero flusso dell’energia all’interno dell’UE mediante infrastrutture adeguate. Migliorare l’efficienza energetica, ridurre le emissioni e stimolare l’occupazione e la crescita. Dunque decarbonizzare l’economia e passare a un’economia a basse emissioni di carbonio, in linea con l’accordo di Parigi. Infine promuovere la ricerca riguardo alle tecnologie energetiche pulite e a basse emissioni di carbonio e dare priorità alla ricerca e all’innovazione.

Inoltre, a dicembre 2022 il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha portato in consultazione lo schema di decreto attuativo per le comunità energetiche che individua criteri e modalità per la concessione di incentivi. Questi sarebbero volti a promuovere la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili in comunità energetiche, sistemi di autoconsumo collettivo e individuale a distanza. Il decreto introduce dei “correttivi geografici” per dare a tutti le stesse opportunità al Nord e al Sud. Anche il Pnrr riconosce l’importanza delle comunità energetiche. Nella sua Missione 2, prevede il finanziamento di circa 2 miliardi di euro a supporto di iniziative per la creazione di energy community e sistemi di autoconsumo collettivo.

Chiara Iannizzotto

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