L’Etna colpisce senza tregua. L’ ultimo evento parossistico di alcuni giorni fa ha interessato Milo e i vicini Sant’ Alfio , Giarre e Riposto con abbondanza di ceneri e lapilli che rendono pericolosa la circolazione stradale . Milo è stato il paese principalmente inondato da una spessa coltre nera, ma la cenere frammista a lapilli è arrivata a spolverare le acque dello Jonio.
A Milo si calcola siano caduti 7 kg di sabbia per metro quadrato e rimuovere questa enorme quantità di materiale è diventato un problema insostenibile.
Per gli amministratori che devono attivarsi per ripulire strade, piazze, il cimitero e gli edifici pubblici. E per la gente che vive alle pendici dell’Etna ed è stanca di ritrovarsi soffocata dalla sabbia, e sottoposta ad un lavoro estenuante per la rimozione della cenere. Senza contare il notevole dispendio di denaro delle famiglie per far pulire i tetti. Infatti, con l’approssimarsi degli acquazzoni dell’autunno la sabbia si consolida e ottura le grondaie e i canali di scolo provocando enormi danni alle abitazioni.
L’ emissione di cenere vulcanica ha avuto inizio sei mesi fa e le continue effusioni sono diventate un “mal di vivere” specie nella Sicilia orientale. L’ emissione a volte avviene di notte, a volte piove di giorno preceduta da boati imprevedibili e improvvisi. Dal mese di marzo la montagna sbuffa sabbia nera e non esiste riparo.
Viene fuori dai crateri sommitali in notevole quantità di metri cubi di cenere e lapilli, e ha raggiunto un’altezza quasi indescrivibile riversandosi nei paesi etnei.
Ad essa si affianca nel contempo l’abbondante flusso lavico che si riversa nella profonda valle del Bove.
La cenere dell’Etna è un fenomeno frequente
L’ emissione di tanta cenere dell’Etna non è un fenomeno sporadico. Questi eventi diventano sempre più frequenti e non possano essere gestiti come una occasionale emergenza.
Diventa quindi necessario che la Protezione Civile nazionale, il governo siciliano, il governo italiano, facciano un ulteriore sforzo finanziario e intervengano su Bruxelles. E’ indispensabile che venga dichiarato lo stato di calamità naturale dei Comuni particolarmente colpiti. Che l’Unione Europea riconosca finalmente questo fenomeno come calamità nazionale e autorizzi un piano che consenta di dare risposte immediate e congrue a sindaci e cittadini che ancora oggi sono costretti ad affrontare un’ emergenza diventata routinaria.
Per il fenomeno di emissione “cenere vulcanica” è difficile ipotizzare la periodicità e la durata. E nel contempo diventa quanto mai utile, anzi necessario, trovare delle alternative di utilizzo di queste tonnellate di sabbia. La si potrebbe usare in agricoltura come emendante per la terra argillosa della Piana di Catania o nel settore delle costruzioni qualora le analisi chimico – fisiche effettuate ne suggeriscono la compatibilità.
Anna Fichera